
MC n. 13, state giù che arriva!
«... il Commodore 64, una macchina che piacerà molto agli hobbisti» (cit.)
Se il 13, almeno qui da noi, è un numero fortunato, di sicuro non ha portato buona sorte alle tre tipologie di prodotti rappresentati sulla copertina di MCmicrocomputer del bel lontano novembre 1982. Parliamo degli accoppiatori acustici (questi sconosciuti...), dei plotter prima maniera e delle calcolatrici programmabili... anche se l'HP-75C, ad onor del vero, era quasi un computer tascabile, complice anche il prezzo di vendita che, IVA inclusa - quella già c'era!!! - superava i due milioncini di lire di... allora. Come quello di un computer pro, visto che quelli home già si portavano a casa con un terzo o un quarto di quella cifra.
A sfogliare le news pubblicate in quelle pagine si stenta a credere che l'informatica di oggi sia figlia di quella di allora. I computer si pilotavano, sì, con le dita (non c'erano ancora mouse e finestre pi' ttutti), ma per interposta tastiera alfanumerica, non certo con schermi touch e quant'altro, come succede da un po' di tempo a questa parte. C'erano i primissimi modem spesso dotati di accoppiatore acustico per incastrarvi la cornetta telefonica, ma non c'era né Internet né la posta elettronica, almeno come la conosciamo oggi. Servivano più che altro per mettere in comunicazione due PC lontani qualche isolato, e chi avrebbe mai creduto a quei tempi che nei decenni a seguire la telematica (una volta si chiamava così) l'avrebbe fatta praticamente da padrona nella vita di tutti-tutti noi, tutti-tutti i giorni?
State pensando per caso anche voi a Facebook? Bene... sappiate che a quei tempi il suo fondatore Mark Zuckerberg non era ancora stato concepito. È nato, infatti, nell'84, ma non possiamo escludere che all'epoca fosse quantomeno nei pensieri di Edward e Karen, suoi ignari genitori! :-)))
A scuola di computer
La sezione News del numero 13 si apre con un breve resoconto e una calorosa testimonianza della Scuola di computer di MC, organizzata due mesi prima a Milano, nel corso del SIM-HIFI-IVES, fiera dell'alta fedeltà, del video e dell'elettronica di consumo.
Un'altra delle cose dimenticate è che a quei tempi gli home computer erano praticamente delle scatole vuote, che l'utente - se voleva utilizzarlo - doveva riempire con le proprie forze più che con il proprio portafoglio. Erano dispositivi programmabili, ovvero DA PROGRAMMARE se volevi farci qualcosa. Praticamente non c'erano, o quasi, software preconfezionati in vendita - tranne che per l'utenza business - e quindi l'utente domestico i programmini (o i programmoni) se li doveva scrivere da solo. Ma era questo il bello!
E così MC, tanto dalle pagine della rivista quanto con iniziative di questo tipo, dava loro una mano. Copio & incollo: «le lezioni si sono svolte una la mattina ed una il pomeriggio di tutti i giorni escluso il lunedì, giornata riservata agli operatori del settore. Il successo dell'iniziativa è andato al di là di ogni più rosea previsione: sia dal punto di vista dell'affluenza (vi è sempre stato il tutto esaurito e nei momenti di punta abbiamo contato oltre 120 persone in aula), sia dal punto di vista dei risultati. Alla fine di ciascun corso, infatti, i partecipanti hanno avuto la possibilità di rimanere a giocare con il computer, mettendo subito a frutto le conoscenze acquisite».
Coming soon... il 64
Tra le righe di una news più generica riguardante i nuovi Commodore in arrivo (tra cui il poco noto sistema 500, in foto) si riparla del C64 che di lì a poco invaderà il mercato, sulle orme del già fortunato VIC-20 che l'ha preceduto di una manciata di mesi: un annetto o poco più.
Per chi non lo sapesse - o più verosimilmente non lo ricordasse - il Commodore 64 con i suoi 10 milioni di esemplari prodotti è stato il computer più venduto al mondo, tanto da finire addirittura sul Guinness dei primati.
«Imminente sembra, in ogni caso, l'arrivo del Commodore 64, una macchina che piacerà molto agli hobbisti. È basata sul 6510 (che usa sostanzialmente lo stesso set di istruzioni del 6502) e comprende 64 K di RAM e 20 di ROM. Può anche operare in CP/M (ovviamente in unione al minifloppy da 170 K), grazie ad una scheda aggiuntiva che comprende uno Z-80. Il video è da 25 linee per 40 colonne, con grafica 320 x 200 punti a 16 colori. Un 6581 è utilizzato come sintetizzatore di suoni, producendo nove ottave con quattro forme d'onda e un filtro programmabile singolarmente per ogni voce».
MAI dire portatile...
Sempre per ribadire che altro mondo era, qui in foto potete ammirare un tipico portatile dell'epoca. In questo caso si trattava del MAI (diminutivo di MAI VISTO??? :-))) e, come ci narrava MC, era «un interessante microcomputer basato su Z-80 e sistema operativo CP/M. Si chiama Basic Four S/10 ed è portatile, nel senso che può essere chiuso in modo da diventare una specie di valigetta. Usa due Z-80 e comprende 16 K di RAM espandibili a 64; i due minifloppy incorporati sono da 655 K formattati ciascuno. Il video mostra 24 linee da 80 colonne o 28 linee da 132 colonne, con una risoluzione di 800 x 300 punti, più una riga di status; sono previsti 8 livelli di luminosità; i caratteri possono essere normali, in doppia altezza e/o in doppia larghezza e infine con spaziatura proporzionale; vi è inoltre un set grafico e la possibilità di definizione di caratteri da parte dell'utente. Sono presenti due porte seriali RS-232C; oltre al CP/M si può usare il sistema operativo BB/M (Business Basic/Micro), multitask, che consente l'uso in multiutenza e multiprogrammazione». Ah, però!
The Last One (incredibile, multipiattaforma!)
Questa, lo confesso, l'avevo proprio rimossa. Esistevano all'epoca anche i generatori di programmi, naturalmente non basati su AI, dei tools più o meno sofisticati per la produzione automatica o quasi di parti di codice (spesso in normalissimo Basic) da usare per costruire, poi, software anche molto articolati: «Si chiama The Last One ed è disponibile per Apple, Pet, TRS-80, Sharp, Ohio e sistemi che girano sotto CP/M. Il The Last One consente di scegliere fra una serie di menu e di opzioni per specificare le varie funzioni, dalla formattazione di eventuali maschere di input alla gestione dei file eccetera. Il risultato è un programma scritto in basic, listabile e modifica bile a piacere. Il prezzo è di 1.200.000 lire + IVA.»
Tastiera ultra-garantita!
Vi dice qualcosa il nome Dragon 32? A me, sinceramente, poco o nulla... ma deve essere l'età! Eppure al 5° Personal Computer World Show di Londra - 9/12 settembre 1982 - ha avuto un successo travolgente, tant'è che i nostri due inviati (Claudio Rosazza e Walter Sanzini) non sono riusciti a metter piede nello stand - tant'era sovraffollato - dovendosi accontentare di un misero depliant. Porelli... :D
Caratteristiche - tenetevi forte!!! - da capogiro: «Il microprocessore è il 6809E, la Ram standard è di 32 KB espandibile a 64 KB, il linguaggio di programmazione è il Basic Microsoft nella versione extended colour provvista di funzioni grafiche quali set, line, draw, circle, paint etc. e funzioni sonore. I colori a disposizione sono nove e vi sono 5 differenti gradi di risoluzione grafica fino a 49152 punti (256 x 192). La qualità della tastiera viene particolarmente decantata tanto che viene garantita per 20 milioni di operazioni per ogni singolo tasto. Le interfacce includono stampante parallela, joystick e registratore a cassette; le espansioni prevedono minifloppy, microprocessore aggiuntivo a 16 bit, fino a 256 KB di Ram ed interfacce seriali RS-232 per collegamenti in rete».
Goupil, non c'è 2 senza 3
Di qua della Manica, al Sicob di Parigi - 22 settembre/1° ottobre 1982 - è stato presentato l'atteso (???) Goupil 3, successore del precedente modello 2, che potremmo definire un computer modulare a incastro. Secondo quanto scriveva all'epoca MC sarebbe di lì a poco arrivato anche in Italia: ma quanti? Sì e no un paio sparsi per tutta la penisola?
«Nella foto sembra un contenitore unico ma è in realtà modulare, solo che i pezzi si incastrano perfettamente uno con l'altro: sono disponibili unità centrali basate sul 6809, sullo Z80 e sull'8088, le cui schede possono peraltro coesistere nell'interno della macchina. Sono disponibili varie espansioni, fra cui una scheda grafica da 512 x 256 punti e 8 colori scelti fra 256, sintetizzatore vocale, interfaccia modem, espansione di memoria da 256 K».
Dulcis in fundo...
«L'originalità inglese non ha veramente limiti! Osservate questo strano oggetto che forse ci sarebbe passato inosservato se non avesse avuto quel foglio esplicativo sul frontale. È prodotto dalla Decom Computer Supplies ed al suo interno ci potete alloggiare la vostra stampante; dopo aver chi uso il pesante coperchio il silenzio sarà pressoché totale anche se la vostra stampante sta producendo delle immagini grafiche in bit-image. Esiste in due versioni: mini per stampanti ad 80 colonne (99 sterline) e midi per stampanti a 132 colonne (125 sterline); in occasione della mostra - 5° Personal Computer World Show di Londra, ndr - venivano offerte rispettivamente a 88 e 110 sterline».
E già, le stampanti una volta facevano tanto rumore! Anche questo, forse, è stato dimenticato...