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dT n. 42/2025 del 26.04.2025
Cornice stile Ritorno al futuro
APR 26 2025


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Hey Siri, tutto bene?!?

Affiora qualche malcontento anche tra gli Apple power users, normalmente pronti a perdonare tutto alla Casa di Cupertino.

Secondo alcuni sondaggi - il dato è da prendere con le molle, ma appare verosimile - almeno un terzo degli utenti iPhone si dichiara più o meno deluso dai non-progressi di Siri, in particolare se raffrontati alla consolidata integrazione dell'AI su Android. Per non fare nomi, Samsung nei suoi Galaxy S25 ha già introdotto da alcuni mesi numerose funzionalità AI avanzate (inclusa la traduzione/trascrizione in tempo reale delle telefonate, oltre a vari strumenti di scrittura/ricerca AI assistita, per non parlare di editing e generazione immagini) immediatamente disponibili all’utente tramite assistente vocale. Il tutto non senza l’immancabile aiutino di Google - tutt’altro che gratuito da parte di quest’ultima - che propone da tempo funzioni di assistenza evoluta, ad oggi in grado di superare abbondantemente Siri in flessibilità e capacità di comprensione contestuale.

Immagine_inlineNegli ultimi mesi Apple ha dovuto affrontare qualche difficoltà nello sviluppo della nuova Siri. Per quest’ultima era/è prevista una forte integrazione con la piattaforma Apple Intelligence, destinata ad affermarsi nel panorama dell'intelligenza artificiale generativa mantenendo al centro la privacy e puntando sull'elaborazione on-device.

Ajò???

Sempre secondo quanto si apprende in giro, le difficoltà principali per il rilascio di Siri completamente rinnovata, ormai in forte ritardo, dipendono dalla sua architettura non ancora unificata: assistente vocale e sottostruttura AI operano attualmente come due sistemi separati, da integrare. Inoltre, la scelta di Apple di privilegiare l'elaborazione locale - con esplicito riferimento alla gestione accurata della privacy - limita l'addestramento dei modelli, rallentando lo sviluppo nel suo insieme. Si parla anche di problemi qualitativi, con tassi di successo delle nuove funzionalità AI di Siri che nei test interni sarebbero risultati inferiori al 60%, valore assai lontano dagli standard tipici di Apple e ai quali i suoi utenti sono ben abituati.

Il tutto appesantito da una comunicazione ottimistica, per la quale Apple aveva lasciato intendere, al lancio dell’iPhone 16, che la new Siri sarebbe stata disponibile a breve, salvo poi rimandare le novità a future versioni di iOS 18 se non di iOS 19/20. Uhm!

Immagine_inlineNel frattempo…

Piattaforma AI proprietaria, Apple Intelligence è progettata per funzionare direttamente sul dispositivo dell'utente, senza fare ampio uso di risorse esterne, almeno nelle intenzioni iniziali. L'elaborazione locale è il cuore di questa strategia, basata su un sistema a detta di Apple molto sicuro, in grado di consentire l'esecuzione di compiti complessi senza mettere a rischio la privacy.

Bello, no?!?

Tuttavia, per gestire richieste articolate, Apple ha dovuto appoggiarsi a OpenAI, integrando ChatGPT seppur in modo opzionale. In pratica gli utenti stessi possono decidere se affidare o meno alcune richieste a tale piattaforma, rassicurati sul fatto che i dati inviati viaggino anonimizzati, che gli indirizzi IP vengano oscurati e, ultimo ma non meno importante, che nessuna informazione sia archiviata da OpenAI. Il tutto basato sulla fiducia, capiamoci, al di là del dettaglio secondario che ci sia di mezzo o meno un fornitore esterno. L'obiettivo di lungo periodo di Apple rimane infatti quello di sviluppare progressivamente capacità sufficienti a ridurre del tutto o quasi la dipendenza da terzi. Vedremo.

Immagine_inlineSfera di cristallo MODE ON

Apple, inutile nasconderlo, si trova davanti a una strada leggermente in salita e i prossimi mesi saranno cruciali per consolidare la propria posizione nell’ambito dell'AI generativa. Tra gli scenari prevedibili, con il rilascio di iOS 19 entro la fine del 2025, Apple dovrebbe finalmente introdurre l’assistente Siri rinnovata, in grado di dominare conversazioni più complesse, gestire azioni trasversali tra app e personalizzare le risposte secondo logiche AI. Tra le questioni attese da molti - nessuno escluso! - Apple Intelligence potrebbe essere resa accessibile anche ai dispositivi meno recenti, attraverso ottimizzazioni che riducano il carico computazionale, oggi piuttosto elevato. Anche a costo di mantenere la partnership con OpenAI, nonostante Apple stia lavorando assiduamente per rendere più potente - e autonomo - il proprio modello linguistico interno.

Più in là, con l’arrivo di iOS 20 l'anno successivo, Apple potrebbe offrire un sistema di assistenza vocale e testuale pienamente comparabile, se non superiore, a quanto offerto da Google e Samsung (che nel frattempo non rimarrebbero solo a guardare) diventando, come previsto, parte integrante dell’ecosistema della mela, supportando tutti gli altri dispositivi come Mac, iPad, Vision Pro e Apple Watch in maniera più trasversale. I prossimi 24-36 mesi saranno pertanto cruciali per Apple: recuperare il terreno perso e rilanciare la sua leadership tecnologica con innovazioni concrete, affidabili e come sempre basate sulla protezione dati.

Lo dico? Lo dico: La miglior AI di sempre.

AdP

L'interessante recensione di Marco Aliasi per HDblog.


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Progetto a cura di  Andrea de Prisco - AdP

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