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www.digiTANTO.it - allegato al n. 24 di Digitando, digitando... del 22.06.2009

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La PA deve cambiare visione, lo impone la riforma Brunetta

A Roma dirigenti di grandi enti pubblici e tecnici hanno tracciato un’analisi di come cambierà la pa dopo il Decreto Brunetta

MILANO, 22/06/2009 - Basta con i premi a pioggia per dirigenti e dipendenti della pubblica amministrazione. Da oggi in poi su 100 lavoratori pubblici solo 25 potranno ricevere una valutazione “eccellente” e, quindi, percepire il massimo dello stipendio accessorio legato alla produttività, 25 dovranno necessariamente rinunciare al premio, mentre i restanti 50 saranno nella cosiddetta “zona intermedia”.
Su questa premessa, contenuta nel Decreto Legislativo di attuazione della Riforma Brunetta (Legge Delega n.15/marzo 2009) - cosiddetto “Decretone” per la complessità e la quantità di elementi che contiene – si è svolto il 18 giugno u.s. a Roma presso il Palazzo Rospigliosi il convegno “Governance strategica. Innovazione normativa e processi tecnologici per il ciclo di gestione della performance nelle PA”, organizzato da SAS e FORUM PA.
L’incontro ha richiamato l’attenzione sul fatto che in 20 anni in Italia si sono trovati tanti nomi per una stessa cosa (ciclo delle performance, ciclo dei controlli, ciclo della valutazione, controllo strategico o governance strategica) eppure mai, prima del “Decretone”, si era riusciti a sistematizzare in una norma il processo né a descriverlo in maniera puntuale.
In particolare il Decreto individua sei elementi che d’ora in poi dovrebbero divenire patrimonio fondamentale di ogni amministrazione pubblica:

● Definizione degli obiettivi amministrativi, coerenti con gli obiettivi strategici dettati dalla politica;
● Allocazione delle risorse idonee al raggiungimento degli obiettivi;
● Monitoraggio in itinere del processo;
● Valutazione dell’organizzazione e delle performance individuali;
● Implementazione dei sistemi premiali;
● Rendicontazione e Trasparenza.

“SAS è in grado di rispondere a tutte queste esigenze – dichiara Fabrizio Padua, responsabile SAS Italia per la Pubblica Amministrazione e Sanità – con l’utilizzo di soluzioni tecnologiche in grado di applicare strumenti statistico-analitici a qualunque tipologia di analisi: sistemi che vanno oltre la semplice analisi a consuntivo o di reporting, ma che supportano l’utente nella pianificazione e nelle scelte organizzative della struttura”. I giudizi dei rappresentanti del mondo pubblico intervenuti all’incontro non sono concordi nei confronti del Decreto. Giancarlo Del Bufalo del Ministero dell’Economia, ad esempio, ha mostrato qualche riserva sul fatto che la norma non distingue il tipo di attività né dice “cosa” bisogna valutare; Gregorio Tito dell’INPS e Renzo Marin del CRC Veneto hanno portato la testimonianza di come la pa può introdurre sistemi di governance strategica al suo interno puntando sulla misurazione delle perfomance, sull’individuazione di livelli essenziali di servizio, su strumenti informatici in grado di analizzare i dati e su un’innovazione graduale e costante nel tempo.
A conclusione del convegno Mario Dal Co, Consigliere del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, ha ricordato come il Ministro Brunetta abbia più volte annunciato l’intenzione di aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione del 50%, come obiettivo di legislatura, e di raggiungere questo obiettivo non con grandi investimenti, ma lavorando sull’organizzazione interna e sull’innovazione gestionale. Raggiungere questo obiettivo è possibile se si individuano i veri fattori di crisi e si interviene su quelli, senza lasciarsi prendere dalla voglia di risolvere la complessità della burocrazia pubblica.
“Per troppo tempo – ha concluso Dal Co – abbiamo speso energie preziose per avere motori efficientissimi, in grado di far fronte a migliaia di variabili possibili dimenticando che un motore ha bisogno di un volante da affidare ad un conducente e una frizione, in grado di trasferire il movimento alle ruote. Con la sua riforma e il relativo Decreto il Ministro Brunetta ha voluto puntare proprio su quegli elementi in grado di cambiare l’approccio stesso alla gestione dell’ente e di trasmettere il cambiamento ai dirigenti e ai lavoratori del pubblico impiego”.


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