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Digitando, digitando... n. 58/2023 del 15.05.2023

Apertura

Topo robot, Topo robot

C’è chi ha canticchiato «si trasforma in un razzo missile, con circuiti di mille valvole,
tra le stelle sprinta e va…» e chi mente!!!

di Andrea de Prisco

In realtà non decollava né svolazzava tra gli astri. Viceversa, sul fatto che avesse “circuiti di mille valvole” (equivalenti) ci sta! 🙀

Tornando per quanto possibile seri, Androbot Topo è stato una dei dispositivi più strani da collegare “wireless” (non pensate bene!) al personal computer per eccellenza in quegli anni: l’assai diffuso Apple II. Non è mai stato chiaro a cosa servisse per davvero questo androide vagamente animato… ma ciò diventava, magicamente, questione secondaria. Era talmente tanta la voglia di novità che, spazi di manovra permettendo, il desiderio di possederne uno a casa propria - fosse solo per stupire per 2-3 minuti parenti e amici - credo sia venuto a molti. Budget permettendo.

A me no, anche perché non sono mai stato di quella sponda, cupertiniana “prima maniera”, anche se si vocifera circolasse anche il software di gestione per Commodore 64. Visto però quanto costava il “robo” in questione, non credo abbia convinto molti sessantaquattristi, per vocazione squattrinati!

Topo si muoveva con fare dondolante, cosa che lo rendeva ancora più simpatico, nella sua universalmente riconosciuta totale inutilità. Integrava anche un sintetizzatore vocale e quindi non solo era in grado di muoversi a comando nel salone di casa - meglio senza mobili! - ma giunto alla meta poteva finanche cantare o parlare, si fa per dire, con la destinazione (umana) delle sue attenzioni.

Niente AI, tranquilli. Era una vera e propria, oltreché stupida, “macchinetta telecomandata” gestita a breve distanza dall’Apple II dal quale riceveva praticamente alla cieca comandi in sequenza. E se qualcosa andava storto durante il percorso… tipo sbattere contro un ostacolo e prendere, involontariamente, una direzione imprevista… al più finiva con una ilare risata da parte di chi lo stesse seguendo con lo sguardo. Di una inutilità esemplare, ribadisco, fermo restando che rimaneva (ipnoticamente) un oggetto divertente da guardare… in casa altrui.

Nessun sensore a bordo e nessuna interazione bidirezionale. Tramite un trasmettitore a raggi infrarossi, collegato via porta seriale al computer host, riceveva i comandi per spostarsi nel suo ambiente unico. A causa, infatti, del tipo di trasmissione utilizzata il computer di comando doveva essere in contatto visivo continuo con Topo, il che impediva a quest’ultimo di muoversi tra stanze diverse. Senza considerare che con la scarsa precisione di movimento in grado di offrire, difficilmente avrebbe centrato la prima porta (ben spalancata) da attraversare.

Per spostarsi e ruotarsi utilizzava due grandi ruote motrici, vistosamente molto inclinate, alle quali erano collegati due motori elettrici, nemmeno “passo-passo”. Due rotelline sferiche aggiuntive assicuravano stabilità, si fa per dire, all’androide in movimento. Era dotato anche di due braccia… chiamiamole così… ovvero due sportellini da aprire manualmente alla bisogna (non erano servoassistiti in alcun modo) per trasportare, eventualmente, oggetti piccoli e leggeri. Sempre e solo per fare scena: scordatevi bicchieri con bevande o altro, visto che dondolando, dondolando, difficilmente sarebbero arrivati integri/pieni alla meta.

Fu ovviamente un fallimento: pare ne vendettero poche centinaia di esemplari, immagino “grazie” al fatto che costasse, in particolare qui da noi, una cifra esagerata! In Italia per il sistema completo, che poi era il minimo sindacale per farlo funzionare, ci volevano qualcosa come quattro milioncini di lire: ad essere buoni-buoni non meno di quattromila euri di questo millennio.

Da non crederci!

 

 


 

La comunicazione unidirezionale host-topo avveniva a raggi infrarossi (in questa foto di MC simulati in... azzurro!) attraverso quell'emettitore a sinistra a forma di fungo "panoramico".

 


 

Topo a braccia aperte (manualmente) accanto al computer "pilotante".

 


 

Sul fondo due rotelline sferiche tenevano Topo in (precario) equilibrio.

 


 

Per chi volesse perdere ulteriore tempo (e denaro: qui da noi l'accessorio costava, con l'IVA, quasi 300.000 lire!!!) era disponibile anche un "utile" carrellino!

 

 



 

:-)

 


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