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Digitando, digitando... n. 53/2023 del 03.05.2023

Apertura

Compaq Portable, il clone… perbene!

È stato uno dei primi ‘‘cloni’’ del PC IBM, anche se questa definizione non è corretta.
Compaq non voleva, né poteva, limitarsi a… copiare!.

di Andrea de Prisco

Infatti, oltre ad essere il primo computer pienamente compatibile IBM, come spesso viene definito, bisognerebbe completare la frase con la dicitura ben fatto. Dove “ben” non riguardava solo gli aspetti tecnici e nemmeno quelli legali o di copyright, ma come avessero ottenuto tale compatibilità.

Partiamo dal dire che Compaq - ma naturalmente valeva anche per gli altri - fu facilitata dal fatto che IBM avesse utilizzato componenti standard per l’hardware del suo Personal Computer, pubblicandone provvidenzialmente la completa documentazione tecnica. Inoltre, nei suoi accordi con IBM, Microsoft aveva mantenuto il diritto di concedere in licenza MS-DOS ad altri produttori di computer… quindi anche per il sistema operativo non sussistevano grosse criticità.

Non fu così per il BIOS del PC IBM, per il quale non si poteva risolvere la questione altrettanto in scioltezza. Fu dunque necessario sviscerarlo senza mettere semplicemente il naso nel codice, cosa poco utile visto che non si poteva procedere di copia-incolla, ma trattandolo come una scatola nera da analizzare… senza aprirla, o quasi. Ovvero “interrogandolo” e re-implementando da zero tutte le funzionalità offerte. Questo avrebbe dovuto mettere al riparo Compaq da azioni legati da parte di IBM.

Tale tecnica è detta clean room design che, come riporta Zia Wiki inglese, «… è il metodo per copiare un progetto mediante reverse engineering e quindi ricrearlo senza violare nessuno dei diritti d'autore associati al progetto originale. È utile come difesa contro la violazione del copyright perché si basa sulla creazione indipendente».

Tornando al Compaq Portable, fu comunque la seconda parolina a dare una forte spinta al successo della macchina. A differenza del casseotto IBM era portatile… inteso (a quei tempi era quasi sempre così) come facilmente trasportabile. Chiuso sembrava una grossa macchina per cucire e, a quanto dicono, poteva essere imbarcato in aereo come bagaglio a mano… ma non certo utilizzato durante il volo non avendo alcuna capacità di alimentazione propria. Oltre al fatto, a meno di non volare in primissima classe, che difficilmente si sarebbe potuto posizionare nel poco spazio a disposizione tra i sedili “normali”. Vabbè…

L’hardware, dicevamo, era piuttosto standard: come processore trovavamo l’Intel 8088 classico a 4,77 MHz; la RAM di base era di 128 KB (l’IBM partiva da quota 64); la memoria di massa consisteva in una o due meccaniche floppy disk 5.25’’ doppia faccia da 320 KB; il monitor incorporato era a fosfori verdi da 9 pollici. Prezzi a partire da circa 3000 bigliettoni con i quali risparmiavi sulla palestra e ti sentivi ugualmente figo!

Ebbe, come prevedibile, un ottimo successo di vendite: Compaq ha realizzato un fatturato di 111 milioni di dollari nel suo primo anno, un record nel business americano. Ma non fu un fuoco di paglia, nel secondo anno il fatturato salì a 329 milioni di dollari per superare quota 500 nel terzo.

Strada facendo si susseguirono anche interessanti evoluzioni, a partire dal Portable Plus che disponeva di un disco rigido interno. Poi nel 1986 fu la volta del Portable II, dal form factor simile ma basato su architettura 80286, seguito nel 1987 dal Portable III con stessa CPU più veloce e formato assai più compatto grazie all’utilizzo di un interessante schermo piatto al plasma. Era ancora solo un “trasportabile”, ma si trasportava molto più facilmente dei precedenti valigioni!

Inutile dire che il successo, ripeto prevedibile, della macchina sfruculiò non poco la stessa IBM che nel 1984 provò a rincorrere Compaq con il suo trasportabile 5150, che altro non era se non un normalissimo XT infilato, oserei dire costretto, in un cabinet molto simile a quello del suo concorrente.

Storia triste…

 

 


 

Che fosse un "valigione" è fuori di dubbio. Nonostante ciò pare fosse accettato come bagaglio a mano dalle compagnie aeree a quei tempi.

 


 

Sul lato destro, aprendo uno sportellino scorrevole, si accedeva alle porte delle schede di espansione eventualmente installate all'interno.

 


 

Sul lato sinistro, sempre protetto da uno sportello scorrevole, trovavamo interruttore e connettore elettrico, nonché ventola dell'alimentatore.

 


 

Con il Portable III la musica cambiò parecchio. Era molto più compatto dei suoi predecessori grazie all'utilizzo di uno schermo piatto al plasma.

 



 

:-)

 


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