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Digitando, digitando... n. 51/2023 del 28.04.2023

Apertura

ZX Spectrum, ricomincio da tre

È stato il terzo Sinclair e ha rischiato di chiamarsi ZX82 o ZX81 Colour. Era, per cominciare, l’evoluzione ‘‘colorata’’ dei suoi due predecessori BN .

di Andrea de Prisco

Si optò poi per un nome più impattante, ZX Spectrum, dettaglio che contribuì anche questo al suo successone. In particolare nel Regno Unito, terra natia, dove localmente risultò essere l’home computer più venduto di sempre. Ma anche world wide non ha sfigurato, anzi!

Rispetto ai due modelli precedenti le differenze non si limitavano solo agli aspetti cromatici. Sempre per citare le novità più evidenti, lo Spectrum gestiva ora anche l’audio, seppur attraverso un altoparlantino integrato, ma era comunque meglio di niente. La dotazione di memoria partiva da 16 KB RAM - c’era anche una versione da 48 - mentre la tastiera non più a membrana esibiva tasti fisici… benché ancora troppo gommosi, caratteristica poi abbandonata nelle successive varianti. Ciò che non fu mai abbandonato era il fatto che ogni tasto gestisse anche 5-6 funzioni diverse! 🙀

Grazie poi a una gestione più evoluta della pagina video, con lo Spectrum la visualizzazione non era più a totale carico del microprocessore, finalmente libero di occuparsi solo delle sue cose. Nello ZX81, viceversa, se volevi vedere lo schermo durante l’elaborazione (e non soltanto nelle pause), era necessario camminare con il freno a mano tirato, ovvero impostare la modalità SLOW che riduceva del 75% - una bella botta! - la velocità effettiva di calcolo.

Gli altri miglioramenti riguardavano la velocità di lettura/scrittura del registratore a cassette, per il quale ora veniva emesso anche un breve tono iniziale di taratura. In questo modo i registratori con livello automatico potevano “calibrarsi” prima dell’arrivo dei toni relativi ai dati veri e propri da salvare. Per chi invece desiderava volare alto, almeno idealmente, c’erano gli stuzzicanti ZX Microdrive (anch’essi nastri, avvolti in piccolissime cartucce) sui quali torneremo a parlare presto.

Lo Spectrum offriva, finalmente, anche la grafica ad “alta” risoluzione, fino a 192x256 pixel. Anzi, in realtà la modalità di visualizzazione era sempre raster, anche quando si trattava di mostrare caratteri. Venivano plottati nella pagina grafica, cosa che se da una parte consentiva via software di scrivere la qualunque (anche accentate particolari o caratteri inventati di sana pianta) dall’altra rallentava la visualizzazione stessa per non parlare delle operazioni di scrolling. Ancora, non era possibile tornare sui caratteri visualizzati sullo schermo dopo averli tracciati, a meno di non analizzare i corrispondenti pezzettini di mappa grafica, bit per bit. Uhm!

Di riflesso, la grafica HR era gestita allo stesso modo in relazione all'utilizzo dei colori. La mappa grafica era vista come una successione di blocchetti da 8x8 pixel (la stessa area occupata da un singolo carattere) e per ognuno di questi si poteva scegliere il colore di fondo e il colore dei pixel. In altri termini non potevamo disegnare ogni singolo pixel del colore desiderato, ma potevamo cambiare colore (o sfondo) solo ogni blocchetto 8x8 prima citato. Tradotto… era a carico del programmatore organizzare (e ottimizzare) i contenuti grafici visualizzati dosando al meglio limiti e capacità cromatiche della macchina. Che, per i tempi, passavano tranquillamente per più che accettabili!

Inutile dire che lo Spectrum originario ebbe numerose evoluzioni. Tra le varie c’era lo Spectrum+ che offriva una tastiera “stile QL” ovvero con i tasti ancora un po’ più veri. Molto interessante fu lo Spectrum 128 che, come indica il suffisso numerico, offriva 128 KB di RAM (gestiti, al solito, come due banchi da 64 per i consueti limiti di indirizzamento a 16 bit del processore) e disponeva, tra le tante migliorie, di un vero e proprio generatore sonoro programmabile: il General Instrument AY-3-8910. I modelli successivi furono prodotti da Amstrad, dopo che questa acquisì la Sinclair. C’era lo Spectrum+2 con registratore a cassette incorporato e anche un intrigante Spectrum+3 con un’unità FDD tutta sua da 3’’… interi. Come ci ricorda Zia Wiki inglese, «caratteristica peculiare dello ZX Spectrum +3 era quella di poter eseguire il CP/M grazie al sistema operativo +3DOS sviluppato per questa macchina da Locomotive Software Ltd, che già sviluppava il BASIC e il DOS dei computer CPC».

Non male per un piccolo (grande) home!

 

 


 

Un completino Spectrum molto intrigante: con il Microdrive, la stampantina "sua" e l'immancabile joystick. Tutto Sinclair!

 


 

Nello Spectrum+ la tastiera, simil QL, offre finalmente tasti "normali".

 


 

Dopo l'acquisizione di Sinclair da parte di Amstrad, nacque lo Spectrum+2 con 128 KM di RAM e registratore integrato.

 


 

Ancor più interessante, lo Spectrum+3 integrava un'unità FDD "tutta sua" con dischetti da 3 pollici. Ovvero non erano quelli classici da 3,5'' .

 



 

:-)

 


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