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Digitando, digitando... n. 40/2023 del 03.04.2023

Apertura

Atari Portfolio, l’XT da taschino

In realtà era Atari più nome che di fatto (si trattava del DIP Pocket PC nato oltremanica)
e fu venduto con un paio di nomi diversi.

di Andrea de Prisco

In Germania e Spagna, nonché qui da noi, si chiamava infatti PCfolio. Comunque, questioni battesimali a parte, l’Atarino si fece subito notare per il non trascurabile dettaglio di essere uno dei primi se non il primo PC compatibile in formato tascabile. Certo, parlare di compatibilità, forse era/è un po’ eccessivo… ma almeno sulla carta erano quelle le intenzioni.

La novità, in un periodo in cui a portata di mano avevamo solo calcolatrici programmabili, organizer e poco altro - inclusi gli Psion dell’epoca - rappresentava un cambio di rotta interessante. A idearlo e a realizzarlo furono tre ex-dipendenti, appunto, di Psion: David Frodsham, Ian Cullimore e Peter Baldwin. Fondarono la DIP Research, dove DIP ufficialmente stava per "Distributed Information Processing" anche se sotto-sotto, come sussurra Zia Wiki inglese, il dubbio che fossero le iniziali dei nomi dei tre fondatori appare più che legittimo.

La stessa azienda inglese, che immagino pochi (nessuno, ehm!, escluso) ricorderanno, partorì anche lo Sharp PC-3000/3100 che in quel caso - colpo di scena! - aveva ben poco di giapponese.

Tornando al Portfolio, al suo interno comandava un 80C88 a 4,92 MHz (quindi un pelino più dell’originale nel PC IBM a 4.77) e c’erano almeno 128 KB di RAM, espandibile, suddivisa tra memoria centrale e immancabile “disco C”. Trovavamo anche ben 256 KB di ROM contenente, oltre al sistema operativo simil MS-DOS 2.11, una suite di programmi base che spaziavano dai classici calcolatrice-indirizzario-agenda-diario, ad applicativi di produttività più specifica come l’editor testi, quasi un word processor, e il foglio di calcolo. Quest’ultimo era abbastanza compatibile con Lotus 1-2-3 e a differenza di alcune pericolose implementazioni viste su palmtop successivi, in caso di assenza di una funzione importata non si limitava a valutarla e a “cristallizzarla” (rendendo il foglio importato non più totalmente funzionante) ma segnalava all’utente l’errore. Se non è chiaro… meglio per voi: vi siete risparmiati un pugno allo stomaco!

L’alimentazione era fornita da tre pile stilo, che assicuravano quasi due mesi di autonomia, ma poteva essere collegato anche un alimentatore esterno da acquistare separatamente. Poco rassicurante era, viceversa, il display LCD da sole 8 righe per 40 colonne, peraltro nemmeno retroilluminato… ma a quei tempi non ci si faceva molto caso a questi dettagli. Poteva essere utilizzato tal quale (principalmente con le applicazioni integrate) oppure come finestra mobile su un’area più ampia e tradizionale da 25 righe per 80 colonne. Il movimento poteva essere automatico, ovvero man mano che si scriveva l’area inquadrata ci veniva dietro, oppure manuale: con i tasti cursore ci posizionavamo in un determinato punto e lì si rimaneva fino a nuovo ordine. Che vitaccia!

Molto interessanti erano le possibilità di espansione, tramite moduli aggiuntivi specifici per le differenti esigenze. Partendo dal basso trovavamo una porta seriale, una porta parallela (veniva utilizzata anche per il collegamento al PC per il trasferimento dei file, ma qualcuno s’è spinto anche oltre collegando uno ZIP-Drive su tale interfaccia), le schede di espansione RAM in vari tagli, compreso un rarissimo modulo aggiuntivo da ben 1 MB con vistosa protuberanza esterna. Poi c’era un’interfaccia MIDI che non poteva mancare nell’universo Atari e un modem che poteva essere utilizzato direttamente collegandolo alla linea telefonica o accoppiandolo acusticamente alla cornetta grazie a un microfono e un altoparlantino da fissare alla stessa tramite velcro.

 

Che tempi…

 


 

Sul lato sinistro l'alloggiamento per le espansioni di memoria, qui un 64 KB RAM ma esistevano anche tagli maggiori così come schede ROM con applicazioni precaricate.

 


 

Sul lato destro si collegavano le interfacce opzionali come seriale, parallela, MIDI oppure un modem che poteva funzionare anche in modalità accoppiatore acustico.

 


 

Tutta l'elettronica era "concentrata" su una scheda di dimensioni molto ridotte.

 


 

Qui a confronto con una copia di MC di quel periodo, fine 89.

 



 

:-)

 


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