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Digitando, digitando... n. 34/2023 del 20.03.2023

Apertura

HP 9100: pronto, disponibile, abile

Non si tratta dello sguardo del carabiniere di verdoniana memoria, ma di un ‘‘attrezzo’’ nato sul finire degli anni sessanta e difficilmente classificabile.

di Andrea de Prisco

I tre aggettivi nel titolo si riferiscono a una pubblicità HP dell’epoca in cui si evidenziavano le sorprendenti prestazioni del nuovo nato: «Pronto a sfrecciare attraverso lunghe routine e a trovare risposte in millisecondi. Disponibile a eseguire, al tocco di un tasto, funzioni di logaritmiche e trigonometriche, anche iperboliche e trasformazioni di coordinate. Abile nell’essere il tuo servitore matematico veloce e reattivo. In sintesi (come per la “lampada”, ndr) un genio informatico con una vasta e crescente libreria di programmi che ti dà il controllo di tutto ciò».

Wow!!!

Tornando seri (?) sarebbe più sensato considerarlo la logica, ma anche contestata, evoluzione della Perottina: l’Olivetti Programma 101 di cui noi italiani - ribadisco - possiamo andar fieri. Contestata perché la Casa di Ivrea in quegli anni contestò ad HP la violazione di brevetti, e le andò piuttosto bene: pare ottenne come risarcimento una cifra prossima al milione di dollari, peraltro dollari di allora, non oso immaginare quanto varrebbero oggi!

Ma era una calcolatrice da tavolo o un computer? Come riporta il sito HP.com dietro il posizionamento non ci furono motivazioni tecniche ma commerciali. Si legge: “Sebbene l'HP 9100A fosse in realtà un computer desktop, l'azienda ha deciso di venderlo come calcolatrice”. Inoltre, dichiarò Bill Hewlett in persona, “Se lo avessimo chiamato computer, sarebbe stato rifiutato dai guru informatici dei nostri clienti perché non sembrava un IBM, pertanto definendolo ‘calcolatrice’ tutte queste quisquilie sono scomparse”.

Si trattò, evidentemente, di un ripensamento: sulle prime pubblicità dell’epoca in realtà non solo si faceva specifico riferimento al termine “computer” ma addirittura che per la prima volta in assoluto tale parola venne abbinata all’aggettivo “personal”, ben 8 anni prima - sempre fonte HP - che questa voce comparisse nell’Oxford English Dictionary.

Come molti dispositivi di quel periodo tutta l’elettronica utilizzava elementi discreti, nessun chip digitale né tanto meno una CPU come le intendiamo oggi. Gli unici chip analogici presenti erano alcuni amplificatori operazionali utilizzati dall’unità a schede magnetiche oggetto, quest’ultima, delle violazioni di proprietà intellettuale contestate da Olivetti.

La macchina utilizzava un clock a 1,21 MHz; la RAM, per complessivi 2208 bit, era a nuclei magnetici; la ROM, anch’essa presente, si basava in maggioranza sull’accoppiamento induttivo tra gli strati dei circuiti stampati. C’era anche una parte ROM a micro-toroidi attraversati (o meno) da sottilissimi fili che di conseguenza inducevano (o meno) una corrente rilevata da altrettanti transistor. Il display, nonostante si trattasse di un tubo catodico, visualizzava solo cifre “plottate” a sette segmenti, stile cifre LED che di lì a poco sarebbero diventate molto diffuse su dispositivi di questo tipo.

Infine, le porte logiche erano implementate con reti diodo-resistenza e per mantenere la piastra madre il più ordinata possibile (“la classe non si sciacqua” cit.) tutti i diodi erano orientati allo stesso modo e la maggior parte dei resistori aveva lo stesso valore. Le interconnessioni tra i componenti contavano su 6 strati interni, rendendo la scheda principale quasi priva di ponticelli o collegamenti volanti. Alla piastra madre si innestavano schede contenenti 40 flip-flop, una scheda contenente la logica di controllo, la scheda della memoria a nuclei magnetici e la scheda del sense amplifier principale.

Ah, quei bei computer di una volta!

 

 


 

Un primo piano della tastiera (notare i bellissimi selettori a levetta d'altri tempi), con il display CRT (le scritte rosse a destra non ne facevano parte, erano "spie" retroilluminate) e la contestata, da Olivetti, unità a schede magnetiche.

 


 

Vista interna, notare la pulizia senza paragoni!

 


 

Mi chiedo spesso, senza potermi dare una risposta, quanto costerebbe produrre oggi un'opera d'arte come questa?

 


 

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La storica pubblicità HP di fine anni 60 in cui compare, per la prima volta, la dicitura "personal computer".

 



 

:-)

 


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