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Digitando, digitando... n. 33/2023 del 17.03.2023

Apertura

Bendix G-15, il computer… monopersona

Mi ha fatto tanto ridere questa ‘‘definizione’’, non mia purtroppo. Riguardava i computer finalmente manovrabili da un singolo… addetto!

di Andrea de Prisco

A quei tempi, anni 60 e 50 (ma anche prima), i computer occupavano come minimo un’intera stanza. Affollata non solo da unità e dispositivi, ma anche da addetti specializzati nelle varie attività da compiere, di continuo. Veniva romanzescamente definita “informatica dei camici bianchi”: non so se fossero realmente bianchi o se esistesse davvero una prevista divisa, ma rendeva bene l’idea.

Il Bendix G-15, grande (anzi piccolo) come un frigorifero a doppia porta, è opera di Harry Douglas Huskey, visibile in foto, nato nel 1916 e scomparso nel 2017, alla veneranda età di cinque (chi sa, sa!!!) anni. Definito dalla Zia Wiki inglese come pioniere del computer design ebbe l’onore, non potrei esprimermi diversamente, di lavorare nel Regno Unito al fianco di Alan Turing - sempre sia lodato! - per il progetto dell’ACE (Automatic Computing Engine).

Come se ciò non bastasse, Huskey contribuì anche alla realizzazione dell’ENIAC, che tanti identificano come il primo computer general purpose della storia. Quest’ultimo, per farsi un'idea, pesava 30 tonnellate e aveva uno sviluppo lineare - manco fosse una cucina componibile! - che poteva raggiungere una cinquantina di metri.

Miiiinkia!!! 

Tornando al frigoriferone, era assai diverso dai computer più moderni che abbiamo conosciuto anni dopo. Ad esempio al posto dei chip e/o dei transistor per il suo funzionamento c’erano centinaia di tubi a vuoto (detti brevemente “valvole”) che, come avveniva nei primi televisori in bianco e nero, dovevano riscaldarsi ben bene prima che il computer potesse entrare in funzione. Una sorta di boot (analogico) ante litteram. Viceversa, rimanendo in tema di tubi… catodici, non aveva un monitor video e si “manovrava” attraverso una telescrivente: praticamente - perdonatemi la spinta semplificazione - una stampante con tastiera o, meglio ancora, una macchina per scrivere elettrica collegata I/O con l’unità centrale.

Definibile come un sistema ad architettura seriale, per memoria centrale (occhio: non memoria di massa) utilizzava un’unità a tamburo magnetico che ospitava di volta in volta il codice e i dati del programma in esecuzione. Questo era caricato come minimo dal lettore/perforatore di nastri cartacei, unità elettromeccanica fornita a corredo. Per chi poteva investire qualche bigliettone in più c’erano anche i più performanti e capienti nastri magnetici, “classici” per l’epoca.

Due o più G-15 potevano (wow!!!) comunicare tra loro se utilizzati contemporaneamente: come accadrebbe in un’architettura ben più moderna potevano inviarsi informazioni l'un l'altro durante il calcolo. Inoltre, tra gli accessori opzionali era disponibile anche una unità definita “Analizzatore differenziale digitale” (un preistorico coprocessore matematico?) grazie al quale si semplificava la risoluzione dei problemi esprimibili sotto forma di equazioni differenziali lineari e non lineari, equazioni simultanee lineari e non lineari, soluzioni per radici di equazioni trascendentali e la simulazione di sistemi reali. Ah, però!

Per le necessità di output grafici, inclusi quelli derivanti dalla risoluzione delle equazioni di cui sopra, era disponibile un plotter incrementale a pennino simile ai dispositivi ben più moderni che tutti conosciamo, visti spesso negli anni 80 e 90. Consentiva di tracciare di grafici con una definizione difficilmente raggiungibile con la normale stampa meccanizzata a carattere disponibile a quei tempi.

Infine, il Bendix G-15 costava all’epoca da 50 a 60 mila dollari a seconda della configurazione: un decimo o anche meno di quanto si spendesse per i computer tradizionali, ben più voluminosi, disponibili in quegli anni. Ne furono vendute alcune centinaia di unità, la maggior parte negli USA.

Nessuno è perfetto!

 

 


 

 Harry Huskey con la sua creatura in una foto del 1988.

 


 

Le parti interne erano facilmente e immediatamente accessibili per piccoli interventi manutentivi urgenti che, immagino, non fossero rari.

 


 

Un modulo del Bentix G-15 con tre tubi a vuoto (dette anche "valvole").

 


 

A proposito di "frigoriferi", questo dovrebbe essere l'unità aggiuntiva "Analizzatore differenziale digitale", una sorta di coprocessore matematico implementato con le tecnologie disponibili a quei tempi.

 



 

:-)

 


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