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Digitando, digitando... n. 17/2023 del 08.02.2023

Apertura

L’IBM PC… ‘Allùngabol’ 😁

Stavolta parliamo, seriamente, di uno dei laptop più attesi (e particolari) presentati nella seconda metà degli anni ottanta: il ‘PC Convertible’ di Big Blue.

di Andrea de Prisco

Iniziamo con qualche info cronologica. Fu presentato da IBM al Winter Comdex di Los Angeles, nell’aprile dell’ottantasei e almeno inizialmente doveva rimanere un prodotto destinato solo al mercato interno, statunitense. Da noi arrivò non meno di un anno dopo, ribattezzato IBM Ventiquattrore, forse ad evidenziare le dimensioni esterne paragonabili a quelle delle omonime valigette-must dell’epoca, seppur (in questo caso) immaginate a sviluppo verticale. Non mi sembra una gran trovata: da solito post-polemico, avrei preferito di gran lunga il nome originario.

Peraltro ‘Convertible’ metteva in evidenza una prima caratteristica peculiare di questo “attrezzo”, ovvero la possibilità di sfilare il display LCD (ovviamente fornito a corredo) e utilizzare il laptop - non più tale - con un monitor esterno, proprio come un PC fisso: in questo consisteva il suo essere convertibile.

Viceversa, come laptop vero e proprio aveva la caratteristica unica di essere “allungabile”, nel senso che i moduli di interfacciamento, compresa una stampante dedicata, si agganciavano sul fondo, uno di seguito all’altro e nell’ordine desiderato. Un connettore dedicato, disponibile maschio-femmina su tutti gli aggiuntivi, “veicolava” il bus delle periferiche, naturalmente proprietario.

C’era il modulo con le porte seriale e parallela (ebbene sì, nemmeno queste erano direttamente disponibili!), quello con scheda video e relative uscite (per utilizzare, come detto, un monitor esterno monocromatico o a colori) e la stampante… che proprio non si capisce perché dovesse stare “inchiodata” lì a complicare l’ingombro. Nelle foto potete ammirare un ‘Allùngable’ (pardon, ‘Convertible’) nella sua massima estensione. Mi viene davvero difficile continuare a chiamarlo laptop così conciato. Vabbè!

Il processore, tipico a quei tempi, era il “consueto” 8088 in versione CMOS, quindi a basso consumo. La RAM poteva essere da 256 o 512 KB (in realtà arrivava anche a 640, volendo) e aveva la particolarità di essere entro certi limiti “non volatile”, nel senso che un minimo di alimentazione poteva non perdere dati e programmi non salvati, e quindi era possibile sospendere il lavoro per riprenderlo in pochi istanti in qualsiasi momento. Batteria permettendo… magari anche tenendo, nel frattempo, le dita incrociate!

Nessun hard disk, come era consuetudine nei primi laptop, ma “solo” due unità floppy disk da 3.5’’ (peraltro esse stesse una novità in casa IBM, almeno per il mercato “occidentale”). Si affacciavano sul frontale, tra tastiera (ottima, come consuetudine IBM) e display “appena sufficiente”, come spesso capitava a quei tempi. Infatti la scappatoia del monitor esterno… aveva il suo perché!

Tornando al display LCD, la risoluzione era di 640x200 pixel con una la visibilità, come dicevo, non proprio eccellente per usare un eufemismo. Con in più l’aggravante che non si poteva nemmeno orientare a piacere, quindi o ci si trovava nelle giuste condizioni di illuminazione ambiente… o diventava complicato lavorarci senza problemi. Per non dire peggio.

So per certo (pur non avendolo mai visto con i miei occhi, ma “girano” foto e video a testimonianza dell’esistenza) che fu prodotto anche in versione ‘backlight’, cosa che risolveva certamente il problema visibilità, seppur a scapito dell’autonomia ‘mobile’. Che, con il display standard, poteva arrivare anche a 10 ore: non poco con le batterie (e i chip) dell’epoca.

 


 

L’IBM PC Convertible nella sua massima lunghezza. Da sinistra, il laptop con la maniglia estratta che fungeva volendo da poggiapolsi, seguito dalla stampante termica, dal modulo porte seriale+parallela, da quello con scheda video e connessioni per monitor esterno.

Tombola!

 


 

La tastiera, come tradizione IBM, non deludeva le aspettative.

 


 

Il Convertible separato dal suo display. Bastava un secondo per sfilarlo, grazie al meccanismo di sgancio rapido che integrava il connettore.

 


 

Una volta ‘convertito’ a postazione fissa, a mio modestissimo avviso con il suo monitor CRT era ancora più bello!

 


 

:-)

 


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