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Digitando, digitando... n. 02/2021 del 27.09.2021

Vintage... e mai più! :-)

di Andrea de Prisco

Nel mezzo (va be’ anche tre quarti, pure abbondanti) del cammin di nostra vita… :-)))

No, non è una botta di megalomania: volevo solo partire evidenziando subito una certa storia, mia, nello specifico digitale, vissuta. Ne ho viste davvero tante, strada facendo, ma qui mi voglio concentrare su alcune “meteore” che ho visto passare. Alcune rapidissime, praticamente stelle cadenti, altre ammirate e apprezzate per più tempo… in alcuni casi svariati anni… per poi comunque sparire (di botto, o quasi!).

Clicca per ingrandire...Lo spunto di riflessione me l’ha dato un caro vicino-di-FB, Giorgio Govoni, che conosco da una quarantina d’anni credo. Non so se siamo coetanei, ma se non lo siamo dovrebbe essere per poco. Dicono tutti così!

Si “lamentava”, giustamente, in un suo post di pochi giorni fa, che erano almeno 5 anni che non masterizzava un DVD. Molti giovani non dico che non sappiano affatto cosa siano (in assoluto) ma forse non sanno, non hanno fatto in tempo a saperlo, perché non c’erano, che fossero “masterizzabili”. Ma non è di questo-questo che voglio parlare.

Il post in questione mi ha però fatto riflettere, come dicevo, su quante tecnologiche cose abbiamo visto arrivare e sparire più o meno rapidamente.

Qualche esempio? Molti sapranno che esistevano (esistono ancora?) le rumorosissime stampanti ad aghi, ma quanti sanno, o ricordano, che si sono viste per brevi periodi anche con il nastro a colori? Tre o quattro al massimo e, ovviamente, per nulla miscelabili tra loro. Ovvero stampavi, sì, qualche parola rossa o verde, ma si fermava tutto a questo! Vedo che ancora qualcuna esiste, ma si tratta al massimo di stampantine per scontrini, non si sa bene perché qualcuno le preferisca a colori. Ad aghi. Vabbè!

Che dire - dal lato opposto - dei floppy disk, che io ho visto arrivare come una rivoluzione “stratosferica”, successivamente evoluti(si) in più capienze e formati? Chi non ricorda i mitici Zip e "i suoi derivati” di Iomega? Per anni, non tantissimi, erano in redazione il nostro “ossigeno” nessuno poteva immaginare di poterne più fare a meno…

Ma torniamo un attimo ai dispositivi di stampa: chi non ricorda i plotter a penna? Anche questi con pochi colori, non combinabili se non tramite assurdi pattern, ma insostituibili per riprodurre su carta (anche molto, molto, grande) progetti che stampanti “normali” non avrebbero mai potuto riprodurre. Almeno fino all’arrivo del getto d’inchiostro, quello “come si deve”. Già perché anche queste stampanti silenziose, all’inizio, lasciavano un po’ a desiderare… ma a quei tempi, a cavallo tra gli anni 80 e 90, si era davvero felici con poco.

Una delle cose tecnologiche che mi ha sempre attirato, da ragazzo, erano le cosiddette “penne ottiche” (foto in apertura). Un dispositivo di puntamento su monitor CRT, antesignano di ogni schermo touch e “stylus pen” di oggi, per tablet e smartphone “note”, tendenti a sparire anche questi.

Funzionava, se non ricordo/sapevo male (non ne ho mai avuto una per davvero) intercettando l’istante in cui il “pennello elettronico” del tubo catodico colpiva il sensore interno alla penna e, in base a una congettura temporale tutta sua e di chi le aveva ideate, riusciva a “capire” con una certa approssimazione il punto più o meno esatto dove l’utente aveva posato l’aggeggio sullo schermo. Fantastico!

Oddio… mi sono tornati in mente anche un po’ di tentativi touch (con le dita, ingrediiibbbile!!!) su monitor sempre anni 90. Dalla “banale” cornice attorno al tubo catodico con sensori (risoluzione… 2-3 cm se non di più, era il mitico HP-150, qui a destra) alla “spaziale” base basculante-sensibile dell'IBM 8516 Touchscreen CRT Monitor (a sinistra) che, non si sa come, “leggeva” i micromovimenti impressi dal dito sullo schermo, riuscendo a capire dove l’utente avesse “premuto”. Da non crederci… e infatti (un po’) ancora non ci credo!

Saltando di palo in frasca, e anche di uno-due decenni, che fine hanno fatto di display 3D “senza occhialini”? Sono comparsi un decennio abbondante fa, se non sbaglio s’è visto anche su un Nindendo-nonsoché e, mi dice Zia Wiki, la tecnologia era (è?) detta “Autostereoscopia”. Buono a sapersi!

Vabbè, potrei obiettivamente andare avanti all’infinito, meglio fermarmi qui. Anche se qualcosa avrei voluta raccontarvela anche in merito alle trackball, i monitor (rossi) al plasma o gli indimenticabili verdi a latenza “infinita”, per parlare del Philips CD-I (chi era costui?), del Sony MiniDisk per l’audio digitale, di svariati formati videotape mai decollati… ecc. ecc. ecc.
 

:-)

 


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