Questi di Apple non me la contano giusta! Mi
sarei aspettato, come tutti forse, un
rinnovamento in chiave Retina Display
dell'attuale gamma Air (gli attesi MacBook Air
2) e invece la casa melata ha sorpreso
tutti con questo "prodotto a sé", che si chiama
MacBook-e-basta.
Non capisco, punto. Cosa c'è dietro, il
semplice fatto che rappresenta la massima
espressione del concetto stesso di MacBook? O è
sul quel mio "e-basta" che dovrei riflettere
maggiormente? È l'ultimo e poi cambia tutto con
qualche nuova rivoluzione?
Oh, intendiamoci: a me questo prodottino
piace tantissimo, solo non me l'aspettavo fatto
così. Per dirne una, in un mondo sempre più
"touch" non mi sarei sorpreso di trovare uno
schermo tattile... chissà, staccabile... anche
se i ben informati dicono che la Apple non ci
pensa proprio: uhm, vedremo!
Le dimensioni... contano!
E anche il peso, non c'è che dire. Il nuovo nato
di casa Apple è certamente il più piccolo e più
leggero Mac mai prodotto e probabilmente uno dei
più compatti portatili mai realizzati al mondo.
Se già il MacBook Air da 11.6 pollici era una
piuma, questo lo è ancor di più. Il peso passa
da 1080 grammi ad appena 920
e anche le dimensioni si riducono, nonostante il
display sia leggermente più grande, da 12
pollici, Retina. Anche lo spessore è da primato,
riducendosi dai 17 mm massimi dell'Air ai circa
13 di questo fenomeno. Il tutto dicono - e c'è
da crederci - senza ridurre l'autonomia
d'utilizzo, grazie anche alla progettazione
fanless (senza ventole) che la dice lunga
circa l'ottimizzazione energetica interna.
Ma quel che più fa arrossire, dall'emozione, è
la piastra "madre" (???) presente all'interno,
con tutta, proprio tutta l'elettronica a bordo:
processore, ram, SSD, scheda video, ecc. Occupa
una porzione minima di tutto lo spazio interno,
per il resto interamente assegnato alle batterie
ricaricabili ultrasottili e ultraleggere: "Il
nuovo MacBook è progettato per essere efficiente
e silenzioso. Il processore Intel Core M di
quinta generazione consuma solo 5 watt, una
potenza che le ottimizzazioni di OS X Yosemite
ti permettono di sfruttare al meglio. Il
processore e OS X lavorano insieme in maniera
talmente efficiente che il sistema genera
pochissimo calore, e quindi non c’è bisogno di
una ventola: il tuo MacBook è così silenzioso
che ti dimenticherai di averlo acceso. Abbiamo
anche riprogettato integralmente la scheda
logica, per racchiudere le formidabili
performance che ti aspetti da un Mac in un
design piccolissimo". (Fonte Apple)
Force
Touch, la terza dimensione del click
Le novità del MacBook-e-basta non si
fermano ai soli aspetti dimensionali, energetici
ed estetici, ma riguardano anche
l'interfacciamento con il mondo esterno, in
particolare con la "periferica" principale:
l'utente.
La tastiera, per cominciare, è stata
radicalmente riprogettata. Utilizza un
innovativo meccanismo a farfalla dei tasti che,
dicono, "migliora la stabilità, l’uniformità
e il controllo del tocco, indipendentemente da
dove premi il tasto". Questo nonostante
occupi meno spazio in verticale (-40%), i tasti
stessi siano più larghi del 17% rispetto a prima
e ognuno integri un proprio LED di
retroilluminazione. Ah, però!
Dove
dovremmo vederne delle belle è pochi millimetri
più sotto, nell'area del Touch Pad ora sensibile
anche alla pressione, alla intensità del tocco.
Tutto qui? Per niente: novità nella novità è
rappresentata dal Taptic Engine che
restituisce un feedback all'utente di quanto e
come cliccato.
"E poiché il trackpad risponde con un
feedback tattile che puoi letteralmente sentire,
il tuo MacBook sarà più facile da usare e più
personale che mai".
Sicuramente da provare. Al momento, detto in
franchezza, un po' mi inquieta. Oppure è una
cavolata inutile, non so.
(anche i mouse, miei cari, non sono più quelli
di una volta!)
Un'unica porta, tutto fare
Naturalmente cotanta compattezza e leggerezza
non è priva di difetti. Quello più
evidente, forse l'unico, è la quasi totale assenza di porte, se
non fosse per l'unica, innovativa, USB-C
utilizzata inizialmente per la ricarica delle
batterie.
E meno male che il nuovo MacBook non dispone di
ricarica wireless (come alcuni recenti
smartphone) altrimenti ci giocavamo anche
questa!
Poi,
tramite adattatori esterni - venduti
a parte - da lì tiriamo fuori di tutto, dalla
USB tradizionale alle uscite video, digitali (HDMI
e DisplayPort)
e analogiche (VGA).
Il fatto è che in Apple (e dovremmo farlo un po'
tutti...) pensano da tempo in modalità
cloud/wireless: "Il nuovo MacBook non è solo
pronto per un mondo senza fili: è nato per
quello". Che, detto in altri termini, suona
come: se non riesci a collegare la tua chiavetta
USB... buttala!
Del resto oggi con Bluetooth e Wi-Fi si fa davvero tutto. Ancor di più, con il
MacBook, se siamo fedelissimi Apple e
utilizziamo anche un iPhone, un iPad e, perché
no, l'Apple TV. Tutto diventa magicamente
semplice: "AirDrop è il modo più facile per
trasferire file a un altro Mac o a un
dispositivo iOS. Bastano pochi clic per
selezionare un file in una cartella e
trasferirlo via AirDrop a un Mac o a un
dispositivo iOS nelle vicinanze, senza bisogno
di inviare email o usare altri servizi web.
Vedrai com’è facile, ci vuole un attimo per
mandare all’iPhone di un amico una foto che hai
sul Mac, o per condividere i tuoi dati di
contatto con il collega simpatico dall’altra
parte del tavolo".
Dai, su, anche se è antipatico! :-)))
BONUS TRACK...

P come PowerBook
Ebbene sì, io c'ero. Molto più ciccione di
ora, ma c'ero.
Al Comdex di Las Vegas, in occasione della
presentazione dei primi notebook Macintosh,
non a caso battezzati PoweBook.
(Correva l'anno... 1991, da
MC n. 112)
Intanto i modelli sono 3, due basati sul
68030 a 16 e 25 MHz, il terzo, più piccolo, sul
68000 a 16 MHz. Che vuol dire, per quest'ultimo,
una velocità doppia rispetto a quella di un
Classic e pressoché simile a quella di un più
agile LC. Lasciando però momentaneamente da
parte le caratteristiche tecniche di tutto
rilievo (che riprenderemo più avanti) vorrei
dapprima soffermarmi su quelle ergonomiche ed
estetiche che, sempre secondo il sottoscritto,
rappresentano la vera arma vincente dei tre
prodotti. Le dimensioni sono molto contenute
specialmente per il modello inferiore che vanta
un peso di soli 2.3 kg (batterie incluse) e
dimensioni inferiori ad un foglio A4. Il loro
nuovo look «grigio- marron-verdastro» (dipende
dal livello di daltonia di chi li guarda) ben
diverso dal classico grigetto Mac (prima,
ricordate, beigeolinol trova risposta proprio
nella natura estremamente trasportabile dei tre
computer, soggetti quindi a sporcarsi più
facilmente dei fratelli (o cugini) da tavolo. Ma
la
grande
genialità sta nella disposizione
tastiera-trackball integrata che a prima vista
può lasciare un po' sconcertati, ma che appena
si cominciano ad assaporarne in campo le doti
vien subito da pensare come mai non fossero
tutti così i portatili. In pratica la tastiera è
stata avanzata verso il display, la trackball è
posta al centro dello spazio sotto la tastiera
il quale funge anche da poggia gomiti quando si
premono i tasti. E per la prima volta al mondo (uauh!)
si ha la possibilità di utilizzare trackball e
tastiera contemporaneamente e senza spostare le
braccia: le dita «lunghe» corrono velocemente
sui tasti; i pollici, oltre a comandare la barra
spaziatrice, con movimento quanto mai naturale
possono manovrare pallina e tasto mouse,
quest'ultimo sapientemente duplicato per non
forzare alcuna scelta d'utilizzo.
Inoltre due piedini ruotabili posti sul retro
permettono di variare l'inclinazione dei
PowerBook quando questi sono utilizzati sul
tavolo, né più, né meno, di come si fa
normalmente con le tastiere standard. Insomma,
un'idea bomba del «da oggi famoso» Robert
Brunner manager dell'industrial design di Apple.
Tornando alle caratteristiche tecniche, dicevamo
che il modello inferiore è anche più compatto.
Ciò è dovuto al fatto che il PowerBook 100
(questo il suo nome) non è dotato di drive per
floppy disk interno ma del solo HD da 20
megabyte.
Il SuperDrive (mini nelle dimensioni) in grado
come di consueto di leggere e scrivere dischi da
400K, 800K, 1.44 MB, nel formato Macintosh e
360K, 720K, 1.44 MB nel formato MS-DOS, è però
fornito a corredo del notebook come periferica
esterna da utilizzarsi quando è necessario, ad
esempio, importare o esportare file MSDOS.
Per il trasferimento, invece, da o verso Mac da
tavolo, abbiamo a disposizione o la classica
Appletalk o, addirittura, utilizzando la presa
SCSI disponibile anch'essa, possiamo vedere dal
Mac fisso l'hard disk del portatile come un
secondo disco del primo.
I
due modelli superiori (PowerBook 140 e 170)
hanno in più il processore 68030 rispettivamente
a 16 e 25 MHz oltre che il già citato drive per
floppy disk interno che fa crescere un po' le
dimensioni. Il modello top della gamma dispone
anche del coprocessore matematico 68882 e di un
display a matrice attiva di gran lunga superiore
a qualsiasi display supertwist mai visto in
giro.
In tutt'e tre i casi l'LCD ha una risoluzione di
640x400 punti, è retroilluminato, e comunque
assicura una visibilità eccellente anche per i
modelli dotati di display supertwist. Terze
parti stanno comunque già provvedendo a
realizzare adattatori per permettere l'utilizzo
di monitor esterni, sia a colori che
monocromatici.
L'hard disk è, per i due modelli superiori, da
40 MB (il 140 è anche disponibile con quello da
20) la Ram va da un minimo di 2 MB (4 per il
170) ad un massimo di 8 MB.
L'autonomia di funzionamento è di 2-4 ore per il
100 e di 2-3 ore per il 140 e il 170 assicurata
nel primo caso da una batteria al piombo negli
altri casi da una batteria al nichel cadmio.
Un'opzione di «stop»
automatica o selezionata dall'utente «congela»
il sistema e il disco rigido riducendo il
consumo di corrente, necessario al solo
mantenimento del contenuto della RAM: toccando,
in questo stato, un qualsiasi tasto il sistema
riprenderà «vita» esattamente dallo stesso punto
in cui aveva (o era stato) sospeso.
Non manca, naturalmente, la possibilità di
inserire un modem interno a 2400 bps in
trasmissione-ricezione e 9600 bps in
trasmissione fax. MNP4 e 5, V.42 e V.42bis
compresi nel prezzo, a sole 700.000 lire più
IVA.
Per quanto riguarda invece i prezzi dei nuovi
portatili abbiamo di che rallegrarci: si va da
un minimo di 3.140.000 (grosso modo i
1499 euro del MacBook di oggi! :-) per il
100 con 2 Mega di Ram ai 6.990.000 del 170 con 4
Mega e modem/fax già installato. Il 140 costa
circa un milione in più del modello inferiore.
Piccola chicca finale: nel prezzo dei PowerBook
è compresa una supergaranzia composta tra
l'altro di un'assicurazione incendio e furto per
un anno e di sostituzione gratuita del portatile
per l'eventuale periodo di riparazione.
adp |
:-)
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