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Digitando, digitando... n. 11/2012 del 23.04.2012

Google Drive: arriva l'hard disG! :-)

di Andrea de Prisco

Se ne parla da tempo e in molti - sottoscritto compreso! - si sono sempre chiesti perché tardasse così tanto ad arrivare. Ormai quasi tutti si sono buttati a capo fitto nella memorizzazione dei file "tra le nuvole" e suona davvero strano che BigG non abbia ancora offerto un servizio simile. Tant'è che già da qualche anno esistono utility per utilizzare il proprio "spazio Gmail" (ben 7 GB gentilmente offerti, gratuitamente, da Google) come un drive virtuale, perfettamente riconosciuto dal sistema operativo, dove buttare dentro i propri file semplicemente sfruttando la capienza stessa del sistema di messaggistica email.

BigG, per inciso, non è certo nuova alle tecniche Cloud, anzi! Offre già da tempo il suo servizio Google Documents, ma si tratta della possibilità di creare documenti online prevalentemente tipo Word o tipo Excel, da utilizzare sempre online con le relative applicazioni web create dalla stessa. Per non parlare di Picasa e dello spazio-foto offerto gratuitamente e/o a pagamento.

Ora è, finalmente, tutto diverso. Saranno i file nostri a finire tra le nuvole, come già facciamo da tempo con i vari sistemi Memopal, DropBox, SugarSync, iCloud, certamente con quel "qualcosa in più" che Google offrirà ai propri clienti per convincerli a cambiare sistema. O a sceglierlo per primo, se non si è già "tra le nuvole" da tempo.

 

Ho visto cose...

 

Ho fatto in tempo a vedere (e usare) finanche le schede perforate: non so se mi devo preoccupare e/o vergognare per questa cosa, quindi evitare di raccontarla, oppure andarne fiero e proseguire.

Proseguo... :-)

Erano i primissimi anni '80 e in quel di Pisa, a Informatica, quando si entrava in sala macchine dovevi tapparti le orecchie. Una decina abbondante di perforatrici erano utilizzate a turno da file di studenti-colleghi, dove venivano "salvati" programmi e dati che poi lasciavamo agli operatori per l'elaborazione batch, i cui risultati, come le analisi cliniche, erano da ritirare nei giorni successivi!

A quei tempi si cominciava a parlare di Personal Computer, solo i più fortunati (e più ricchi) ne avevano a disposizione uno, il mouse (commercialmente parlando) lo dovevano ancora inventare, Internet e la posta elettronica per i comuni mortali apparteneva ancora al capitolo fantascienza se non, addirittura, a quello della pura follia.

Ogni scheda perforata, se non ricordo male, poteva "memorizzare" 80 caratteri, ma difficilmente veniva riempita per intero. Di solito ne se utilizzava una per ogni riga di codice (tipicamente Fortran o Algol) quindi poteva contenere anche la sola parola Begin oppure End.

Come dire che un programmino (ridicolo) da un centinaio di righe poteva "pesare" (oh, che bello, finalmente usiamo il termine per quello che è!) qualche etto, mentre gli elaborati degni di nota erano chili e chili di schede perforate.

In quel mondo "incartato" c'era ovviamente spazio anche per gli scherzi goliardici e le rappresaglie più terribili. Dai blocchetti di schede perforate che una volta caricati dagli (ignari) operatori provocavano la stampa gigante di un bel VAFFA, ai dispetti per i colleghi antipatici, ai quali veniva sottratta o scambiata di posto anche una sola scheda. Significava quasi certamente provocare un errore d'elaborazione con blocco d'esecuzione e una nuova lista d'attesa all'indomani... :-)

Che tempi! (e che str..!!!)

 

Il "peso" di dati e programmi

 

Chi ha cavalcato tutta, o quasi tutta, l'informatica personale avrà certamente notato come la memorizzazione, più di qualsiasi altra cosa tecnologica, si sia "miniaturizzata" nel corso degli anni. I primi dispositivi di salvataggio "personale" erano i registratori magnetici ad audiocassette e, per i più ricchi/fortunati, le unità floppy disk.

Chi non ricorda i giganti "flopponi" da 8 pollici (20 cm di lato per un'ottantina di KB di capienza massima, le prime versioni) poi sostituiti dai più performanti 5,25" e successivamente da quelli da 3.5"? La stessa cosa è successa con gli hard disk: i primi modelli erano davvero giganteschi e offrivano capacità di memorizzazione oggi ridicole: 5 MB appena per fare felici tanti! (erano addirittura "risorse" condivise da più utenti, visti gli altissimi costi in gioco).

Vogliamo parlare, per finire, dei supporti più moderni, tipo chiavette USB e schedine di memoria? Di queste ultime la più grande era (ed è) detta Compact Flash (a guardarla oggi tutto sembra meno che "compact"), ma poi sono arrivate le SD e le micro-SD (mi attendo, prima o poi, una nano-SD) con capacità sempre maggiori e dimensione decrescente. L'ultima micro-SD che ho acquistato è da 32 GB e come tutte le micro-SD è grande come un'unghia. Beh, lì dentro, se non sto sbagliando i calcoli, ci "entrano" più di 23.000 micro(micro?)floppy da 1.44 MB, come quello blu della foto in alto.

 

Nel mezzo del cammin...

 

Sarebbe interessante calcolare, o quantomeno stimare, lo spazio fisico occupato da un nostro file - ad esempio l'intera Divina Commedia - utilizzando i vari sistemi di memorizzazione utilizzati nel corso degli anni.

Su schede perforate il calcolo è facilissimo. Ovviamente mettiamo un verso su ogni scheda e il conto è subito fatto. Bastano - si fa per dire! - 14.233 schede, credo una decina di chili di roba, ovvero molto, ma molto di più del più lussuoso volume stampato di tutti i tempi. Bell'affare!

Ma se provassimo a distribuire sul pavimento, ordinatamente, le 14.233 schede perforate quanti metri quadri occuperemo?

Tenetevi forte: 220 metri quadri! (ogni scheda perforata era 155 cm2 e, se non ho sbagliato i conti, tanto fa la moltiplicazione).

Di flopponi grandi, primo tipo, ce ne volevano 7 o 8 (la Divina Commedia tutta, in formato TXT, è mezzo mega abbondante). Del tipo 2, da 5.25", appena un paio (erano da 360 KB), mentre un microfloppy era effettivamente più che sufficiente a contenerla tutta, tanto nella versione da 720 K quanto per quella doppia faccia, doppia densità, da ben 1.44 MB.

Nel giro di una quindicina d'anni siamo già passati da 220 metri quadri a una manciata di centimetri quadrati: un floppy ne misurava appena 85.

E più di recente, come stanno le cose? Beh, la micro-SD di cui sopra, da 32 GB, di Divine Commedie ne può contenere circa 60.000 (miiii...!!!). Dovremmo provare quindi a dividere per 60.000 le dimensioni in millimetri quadrati di quest'unghia di roba. Ve lo risparmio... :-)))

 

G:

 

A tutt'oggi, nonostante se ne parli ormai da circa cinque anni, si sa veramente poco della proposta file-cloud di BigG. Il riserbo è pressoché totale, nonostante dovrebbero mancare pochi giorni se non poche ore al debutto.

Si parla di 5 GB gratis per tutti, di scontata compatibilità multipiattaforma (Win, Mac, iOS, Android), ma si ignorano completamente i dettagli dell'offerta economica per i giga in più, tenuto conto che la dotazione iniziale può esser comoda solo per capire come funziona il tutto e cosa realmente ci consentirà di fare.

C'è de chiedersi poi se Google, strappato il consenso all'utente (a fronte, ad esempio, di altri giga gratuiti), non utilizzerà il contenuto dei nostri file per offrirci pubblicità mirata... e già mi sembra di udire le urla di coloro che grideranno allo scandalo per il consueto e sempre temuto attacco alla privacy operato dai grandi dell'informatica.

Beh, considerato che Google Drive sarà un servizio attivabile su richiesta dell'utente, l'importante è che le cose siano ben in chiaro da subito: poi ognuno si regolerà di conseguenza.

Io, come sempre, non ci vedo nulla di male. Funzionasse così anche la pubblicità televisiva... sai quanti pannolini, adesivi-dentiera, assorbenti, rossetti mi eviterei?!?

 

:-)

 


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