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Digitando, digitando... n. 44/2010 del 01.11.2010

Apple: lei balla da sola...

di Andrea de Prisco

Sono decenni, ormai, che la penso alla stessa maniera: non ho mai condiviso e, immagino, mai condividerò le strategie ultraprotezionistiche della Casa di Cupertino. Nonostante, in passato, per quasi un decennio, sia stato felice (e fedele) possessore di Macintosh e... notizia BOMBA in assoluta anteprima... tra qualche giorno (tenetevi forte!!!) lo sarò di nuovo, avendo ordinato un MacBook Air "formato mignon" (con display da 11.6 pollici).

Speriamo bene...

Ma di questo, semmai, ne riparleremo meglio tra una o due settimane con una (immagino) approfondita prova prodotto in queste stesse pagine: rimanete dunque sintonizzati! :-)

Tornando al tema di oggi... la notizia da una parte mi ha scosso profondamente, dall'altra - a ben guardare... - era fin troppo prevedibile, visti gli andazzi degli ultimi due-tre anni. La Apple ha deciso di non preinstallare più Flash sui suoi attuali e futuri Macintosh (bisognerà aggiungerlo manualmente tramite il sito Adobe) e pare abbia intenzione di mollare anche Java e tutto il suo ambiente programmativo (definito, pare, dallo stesso Jobs come una vera e propria palla al piede!).

Detto in altri termini,  da oggi il sistema operativo Mac OS è ancora più chiuso - per non dire blindato... - di quello che già era. Ufficialmente in nome della sicurezza, ma sono pronto a scommetterci che ben altri sono gli interessi in gioco in questa spinosa faccenda.

Era il lontano 1996 quando, nel corso di una prova prodotto pubblicata su MC (si trattava, finalmente, di un cosiddetto "Compatibile Mac") fantasticavo un ipotetico salto all'indietro nel tempo, di una buona decina d'anni, per far capire ai signori della Apple che consentire un "compatibile" non sarebbe stata un'idea un'idea tanto malvagia.

Copio e incollo...

"Se avessi una bacchetta magica (ebbene sì, anche a me ogni tanto capita di sognare ad occhi aperti), non esiterei a tornare indietro nel tempo di una buona decina d'anni portando con me il Power Computing in prova questo mese e... una copia (attuale) di MCmicrocomputer. Andrei, a metà degli anni ottanta, dai signori della Apple non tanto per rivelare il futuro della loro macchina, ma per mostrare che ammettere un compatibile Macintosh non è poi così assurdo. Anzi, per certi versi potrebbe rappresentare l'unica mossa tattica azzeccata per contrastare realmente l'avanzata del mondo MS-DOS/Windows. E, come nei film della serie "Ritorno al Futuro", utilizzerei la copia di MC del 1996 dapprima per mostrare il (loro) futuro tutto Windows e poi per verificare se le mie argomentazioni avrebbero portato i frutti desiderati. Tornando indietro nel tempo con una copia di MC del 1996 (scusate se continuo a fantasticare ancora un po') e provocando, forse, un radicale cambiamento al corso storico dell'informatica personale (nei film di cui sopra una operazione di questo tipo era indicata come un "grave turbamento del continuum temporale"), potrei verificare come la copia di MC di oggi cambierebbe probabilmente aspetto. Pagine e pagine dedicate solo ai sistemi Windows lascerebbero il posto a nuove rubriche sulle altre architetture esistenti, alla integrazione di sistemi operativi differenti, a nuove classi di microprocessori sempre meno vittime della compatibilità col passato."

Detto in altre parole, urlavo all'apertura (soprattutto mentale...) già a quei tempi, ma mai e poi mai immaginando che mi sarei ritrovato a fare gli stessi ragionamenti dopo altri quattordici anni, quasi quindici.

Ora, passi (con tutte le critiche di questo mondo...) che Apple metta i bastoni tra le ruote ad Adobe nel non consentire - o quanto meno frenare... - lo sviluppo di un Flash player per iPhone/iPod/iPad (che sarà pure molto pesante... evidentemente per loro!), ma dispiegare lo stesso ostinato ostruzionismo anche per i Macintosh desktop e portatili mi pare davvero una mossa un po' azzardata.

Oppure - e questo, signori miei, appare essere proprio la giusta chiave di lettura - nei pensieri di Apple c'è soltanto un sistema operativo ancora più chiuso & proprietario di quello che è.

Da una parte assai più sicuro (di quello che GIA' è), ma totalmente controllato dalla casa madre stessa. Forse un aspetto positivo in tutta questa vicenda, per l'utente c'è: la fine dello scarica barile quando qualcosa, nella propria macchina, non funziona. Sarà, se capiterà (e temo succederà) solo ed esclusivamente colpa di Apple.

E lo dice uno che qualche giorno fa, senza Jailbreaking alcuno è riuscito a far bloccare, pericolosamente, (temevo si fosse addirittura rotto!) con la sola forza delle dita l'iPod Touch da poco acquistato.

Capita. A quanto pare anche nelle migliori "famiglie"!

 

:-)

 


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Da: Davide B.

Non posso che essere d'accordo con la tua analisi, caro Andrea!

Io sono un utente Apple già da parecchio e sono molto soddisfatto delle macchine e del sistema operativo, adorando il design ed i sistemi operativi Unix.

Negli ultimi anni, ho investito migliaia d'ore del mio tempo libero per scrivere un programmino per un editor che non esisteva per MacOSX ed ho voluto malauguratamente farlo in Java, per permettere a tutti di poterlo utilizzare, su qualunque sistema operativo. Naturalmente, ho fatto uno sforzo perché il programma non stonasse troppo nel mio sistema preferito.

L'andazzo era già chiaro da un po' di tempo, ma adesso mi rammarico di vedere come questa tecnologia venga quasi boicottata da Apple senza una ragione tecnica precisa, mentre qualche anno fa veniva incoraggiata.

Bon, questo al limite è un problema mio (c'è ancora qualcuno che programma nel tempo libero, come si faceva sul VIC-20).

Invece, qualche mese fa ho provato a lanciare un dibattito su un forum dedicato ai prodotti Apple: si può fornire un'esperienza utente molto valida come sa fare Apple senza portarsi dietro una politica di chiusura così radicale? Oppure non c'è altro modo che questo? La discussione non ha quasi avuto seguito, la stragrande maggioranza dei partecipanti ha preferito commentare sull'antenna dell'iPhone 4. Ne ho concluso che purtroppo si tratta di un falso problema, a cuore solo di poche persone ed è per questo che ho letto con piacere il tuo articolo, perché magari può essere nuovamente fonte di discussione.


Da: Luigi R.

Il Mac e' sempre stato un sistema il piu' possibile chiuso, che nulla aveva a che fare con il glorioso Apple ][ per cui esisteva ogni tipo di hack.

Ti ricordi il Mac SE/30, il primo Mac compatto ad avere finalmente uno slot di espansione. Che slot era? un PDS (processor Direct Slot), che rendeva complicatissimo sviluppare del hardware (forse l'unica scheda disponibile era una scheda video a colori SuperMAC).

Poi sono arrivati i Macintosh II, con il loro diavolo di NuBus, un po' meglio del PDS, ma non molto aperto.

Parliamoci chiaro: dal 1984 Apple non ha piu' gradito che le "terze parti" (espressione che loro pronunciavano anche con un po' di sufficienza) mettessero le mani nei loro gioiellini.

Ora che i Mac sono di fatto dei PC, chiudono il software.


 


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