

MC n. 19, del maggio 1983
Un numero piuttosto 'tranquillo', senza grossi scoop o contenuti, ma ricco di spunti di riflessione...
Chi c'era a quei tempi sicuramente ricorderà l'Apple II che oggi alcuni, erroneamente, identificano come il capostipite di tutti i Macintosh.
Nulla di più falso e per una semplicissima ragione. L'Apple II era un'architettura aperta mentre quella dei Macintosh, in particolare i primi modelli verticali, è stata (e per molti versi lo è ancora) una delle architetture più chiuse e blindate (nel bene e nel male) che mente umana potesse mai immaginare. Non è un caso che mi sono occupato di Mac solo dal II in poi, e li ho abbandonati definitivamente quando sono tornati ad essere poco espandibili.
Tornando al discorso iniziale, per quanto possa suonare strano l'Apple II semmai è il capostipite di tutti i PC (propriamente detti) a cominciare dai primi modelli, quelli con il monitor a fosfori verdi (ma volendo anche a costosi colori), sistema operativo MS-DOS e nessuna traccia, ancora per poco, di mouse e finestre.
Nell'editoriale di MC n. 19 si fa, tra le righe, riferimento anche a questo. A quei tempi il vero - e probabilmente unico - cult-computer era senza ombra di dubbio il fortunato Apple II. Fortunato proprio grazie alla sua architettura aperta che, sempre a quei tempi, poteva essere intravista anche nel neonato IBM Personal Computer, la cui architettura (altrettanto, se non di più, aperta) di lì a poco avrebbe cambiato il nostro futuro informatico. Con buona pace, e rispetto, di chi la pensa diversamente!
Eppure, - come scriveva il direttore Nuti a quei tempi - se dobbiamo basarci su quanto sta avvenendo in America, per numero di pezzi venduti, per numero di macchine compatibili, per varietà di schede prodotte da terzi, per circolazione di software, 'cult-computer' a 16 bit sembra destinato a divenire il personal IBM. Amen!
Aquarius, l'home computer di Mattel
A pagina 16, in apertura di News, fa capolino un computer che molti ricorderanno quantomeno per il nome simpatico. Infatti a me piaceva solo il nome e ancor di più il cognome. Era l'Aquarius di Mattel, azienda notissima nel settore dei videogiochi... e, con rispetto parlando, dei giocattoli in genere!
Basato su processore Z-80 e dotato di 4 Kbyte di RAM poteva contare - come si legge nella news - di una tastiera vera. Nel senso che i tasti si potevano premere davvero, anche se non credo emettessero il rassicurante click meccanico a seguito della pressione. Già, a quei tempi molti computerini non avevano i tasti fisici, nel senso che spesso trovavamo una tastiera a membrana che tutto era meno che a sfioramento. Bisognava infatti comunque praticare una certa forza per avere effetto, ma non cedevano in altezza se non per qualche, impercettibile, decimo di millimetro.
Tornando all'Aquarius, si trattava di un computer espandibile - un classico per i cosiddetti home - tramite cartucce RAM o ROM. Le seconde avrebbero portato in dote ulteriori linguaggi di programmazione, utility e soprattutto giochi.
Non mancava, poi, nella lista delle opzioni il solito modem (a quei tempi, ancora non era chiaro a tutti a cosa potesse mai servire un add-on simile!), una stampante grafica termica e, dulcis in fundo, il Master Expansion Module, definita nella news come unità a doppio minifloppy CP/M. Ah, però! :-)))
Un'offerta a dir poco spaziale
Continuando a sfogliare MC n. 19 mi ha colpito questa pubblicità della mitica HP41C - la regina delle calcolatrici programmabili - in cui campeggia lo Space Shuttle in atterraggio e l'annuncio che il prodotto in questione era stato scelto dalla NASA come dotazione standard per l'equipaggio astronautico.
In caso di necessità, - copio & incollo - possono aiutare gli astronauti nell'esecuzione dei calcoli indispensabili alle operazioni di atterraggio, senza l'assistenza da terra del Controllo Missione.
Già me l'immagino gli astronauti in fase di rientro, in preda al panico per l'assenza di collegamento con la Terra, che afferrano le loro calcolatrici programmabili per tornare sani e salvi a casa. Non so, a me sembra più che altro una roboante trovata pubblicitaria.
Fatto sta che chi avesse acquistato entro il 30 giugno 1983 uno di questi gioielli - naturalmente lo affermo seriamente! - avrebbe ricevuto, compreso nel prezzo, un modulo a scelta tra: Interfaccia HP-IL; Memoria quadrupla; Estensione funzioni e memoria; Temporizzatore.
Cosa desiderare di più?!?
Digital Rainbow 100
La prova centrale del numero era dedicata al piccolo di casa Digital, il Rainbow 100. Si trattava di un computer dedicato esclusivamente all'utenza professionale, utilizzava (saggiamente) il sistema operativo CP/M e poteva contare - caratteristica assai rara all'epoca - su due differenti processori per aumentare al massimo la compatibilità software. A bordo trovavamo, infatti, sia un Intel 8088 che uno Zilog Z80 e - copio e incollo - una sorta di supervisore, denominato 'soft-sense', riconosce in maniera del tutto trasparente per l'utente il formato del software applicativo e lo indirizza per l'elaborazione ad uno dei due processori. L'utente può quindi alternare programmi applicativi di formato diverso, senza preoccuparsi di segnalarne il tipo alla macchina. In più era sempre possibile installare l'MS-DOS per una compatibilità software pressoché totale.
Alle brutte, poi, era sempre possibile utilizzarlo come terminale nel caso avessimo nelle vicinanze un PDP-11 o, meglio ancora, un VAX, da collegare tramite un'interfaccia seriale (ri-copio&incollo) specializzata in comunicazioni (???, ndr) in grado di supportare vari protocolli e scambiare dati e programmi alla ragguardevole velocità di 9600 bit al secondo.
Non prima, ovviamente, di aver allacciato ben bene le cinture di sicurezza!!!
Le rubriche. Tante.
Oltre la metà delle pagine redazionali di MC n. 19 erano occupate dalle rubriche fisse che, come detto in apertura, rappresentavano il vero fiore all'occhiello della rivista.
Su questo numero, di appena 112 pagine complessive, pubblicità incluse, troviamo ben tredici rubriche, per tutti i gusti, distribuite su quasi 40 pagine consecutive.
Si inizia con MC grafica, Il Basic un po' per volta e MC algoritmi, seguono le rubriche dedicate ai principali sistemi in vendita in quel periodo (calcolatrici SOA, RPN, Sharp PC-1500, computer Apple II, Commodore Vic-20, Sinclair Spectrum e ZX-81, Texas TI-99/4A), concludendo con quella dedicata a I trucchi del CP/M e alla neonata MC utility tools, rubrica dedicata alla programmazione in genere.
Altri tempi, non c'è che dire...