

Android XR
Ritenta, sarai più fortunato? Punto di domanda…
Google torna ufficialmente nel mondo della realtà estesa (l’eXtended Reality o XR che dir si voglia) con una nuova, ampia, ma soprattutto aperta, piattaforma: Android XR. L'annuncio, un po’ in sordina, risale a dicembre 2024, ma è tornato alla ribalta grazie al recente intervento al Ted 2025 di Vancouver. Segna un punto di svolta nell'approccio del colosso di Mountain View alla realtà aumentata (AR), ben integrata - ma sarebbe meglio dire magistralmente miscelata - con la realtà virtuale tradizionale di cui parliamo ormai da svariati decenni. Pure troppi a parer mio.
Che sia facile correre col pensiero ai poco felici Google Glass è abbastanza scontato, anche se qui non si tratta del lancio di nuovi dispositivi, ma di una tecnologia ben più vasta, dietro il loro modo forse riduttivo di definirla come un sistema operativo basato su Android, pensato specificamente per dispositivi indossabili.
WearAIble
In cosa si differenzia Android XR dal resto e dal passato? Soprattutto per il fatto di non essere una tecnologia necessariamente vincolata a uno specifico hardware, né per forza integrata negli stessi, in quanto in alcuni casi - quelli delle soluzioni meno invasive - l’elaborazione avverrà nello smartphone connesso, a sua volta (ben) interfacciato con il cloud e relativo cucuzzaro AI.
Tradotto, uno degli elementi distintivi della nuova piattaforma proposta da Google è l'integrazione nativa con l'intelligenza artificiale, una a caso. Android XR sfrutta infatti Gemini, l'assistente AI multimodale sviluppato dalla Casa di Montain View, in grado di integrarsi con visori e - soprattutto - occhiali smart meno invasici dei primi, attraverso i quali si potranno tradurre testi in tempo reale, identificare oggetti, fornire indicazioni contestuali e rispondere a comandi vocali in modo naturale. Non prima però di essersi messi tutti d’accordo sul significato, moderno, di tale aggettivo.
L’altro aspetto interessante - almeno nelle intenzioni dichiarate - è la compatibilità con molte (loro?) app Android già esistenti. Google sta lavorando per adattare le principali applicazioni (come Maps, YouTube e Chrome) all'ambiente XR, permettendo agli utenti di continuare a utilizzare strumenti familiari in modo del tutto nuovo.
Open!
Si punta, come anticipato, su un approccio tanto per non cambiare aperto. Sarà quindi possibile per produttori terzi sviluppare dispositivi compatibili, per usare le loro parole, contribuendo a creare un ecosistema diversificato. In questo contesto si inserisce ad esempio - spero ne seguano altre - la collaborazione con Samsung, con il loro Project Moohan. È il nome in codice del primo visore XR sviluppato congiuntamente da Samsung, Google e Qualcomm, presentato per la prima volta al Galaxy Unpacked nel gennaio 2025. Dotato di una coppia di display Micro-OLED 4K con lenti pancake, Moohan promette un'alta definizione visiva (fino a 3840x2160 pixel per occhio) e un ampio campo di visione superiore ai 100 gradi. Il visore integra il nuovo processore Snapdragon XR2 Plus Gen 2, costruito su architettura a 4 nm, capace di garantire alte prestazioni grafiche con ridotto consumo energetico. Include anche 12 GB di RAM LPDDR5 e 256 GB di archiviazione UFS 3.1, oltre a connettività Wi-Fi 7 e Bluetooth 5.3 per una latenza minima durante l'uso in streaming o in multiplayer. Il che fa pensare, senza troppi sforzi, che si tratterà di una soluzione all inclusive, ovvero senza appendice di un smartphone al suo servizio.
Dal punto di vista dell'interazione, Moohan adotta sensori IR e fotocamere RGB per il tracciamento preciso degli occhi e delle mani, supportando gesture avanzate e comandi naturali, come visibile nella demo presente in basso. Secondo quanto dichiarato, il design ergonomico con fascia regolabile punta a garantire comfort anche per usi prolungati grazie a un peso contenuto (meno di 400 grammi) e un sistema di raffreddamento attivo a basso rumore. Ma la vera innovazione risiede nell'integrazione profonda di Android XR con l'assistente Gemini, che permette di accedere a funzionalità come traduzioni in tempo reale, riconoscimento oggetti, comandi vocali e personalizzazione del contesto. Il tutto a un prezzo che, secondo le anticipazioni, sarà più accessibile rispetto ai dispositivi concorrenti come Apple Vision Pro.
Il lancio di Project Moohan è previsto per l'estate 2025.
Diverso è l’approccio utilizzato, sempre da Google in collaborazione con Samsung, riguardo ai primi occhiali AR intelligenti, noti al momento come Project Haean e mostrati anche questi al TED 2025. Si tratta occhiali praticamente dal look classico, dotati di telecamera, display, microfono, auricolari pressoché invisibili interfacciati allo smartphone e, tramite questi, a Gemini per offrire assistenza continua, traduzioni in tempo reale e persino supporto alla memoria visiva.
Dove ho lasciato le chiavi di casa??? (basterà chiederlo ad alta voce!)