Articolo pubblicato sul n. 79 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel novembre 1988

MCmicrocomputer


Prove prodotti:

Nec MultiSpeed HD

Nec MultiSpeed HD

di Andrea de Prisco

Il bello dei portatili, l'ho già detto più volte in queste prove, è che sono davvero l'uno diverso dall'altro. Ogni modello infatti dispone certamente di una o più caratteristiche "personali" che lo contraddistingue completamente (rendendo così anche più facile la scelta a chi vuole acquistarne uno) da tutti gli altri concorrenti. Tutto cio oltre naturalmente a caratteristiche più "normali", come la velocità di esecuzione (clock e processore adoperato), memoria ram fornita di serie, dispositivi di memorizzazione a supporto più o meno "rigido", direttamente importate dai corrispondenti modelli fissi che però difficilmente offrono quel... qualcosa in più.Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo Le caratteristiche di base di queste nuove generazioni di computer hanno già delineato una sorta di suddivisione in tre fasce di prodotti (e di utenze) che difficilmente ammettono casi ambigui di posizionamento. Cominciando dal basso troviamo la prima fascia di "portatilini", dal prezzo certamente inferiore ai tre milioni, tre milioni e mezzo, generalmente dotati di una o due meccaniche da 3.5", i soliti 640 k di memoria ram, processore rigorosamente 8088, 8086 o equivalenti, modem interno o comunque installabile, schermo a cristalli liquidi in risoluzione standard CGA dalle proporzioni base altezza difficilmente standard.
La seconda fascia di portatili comprende interamente modelli non tanto avanzati in quanto a velocità di elaborazione (generalmente non di molto superiore a fratelli minori) o ergonomia (stessi display e tastiere) ma quanto a capacità di memorizzazione. Sparisce così una delle due meccaniche da 3.5" e prende posto un bell'hard disk generalmente da 20 mega: abbastanza per non portarsi dietro una o due scatole di dischetti per i programmi e i dati. Io addirittura toglierei anche l'altra meccanica, da lasciare in ufficio o a casa accanto all'alimentatore, per guadagnare non poco in dimensioni e in peso, quando lavoriamo fuori. Il prezzo di queste macchine si aggira di solito intorno ai cinque milioni.

Terza ed ultima fascia: i portatiloni di lusso. Qui i costruttori si sbizzarriscono a più non posso per quanto riguarda tutte, davvero tutte, le caratteristiche offerte. Ovviamente anche i prezzi lievitano sensibilmente raggiungendo anche i dieci milioni e più. Ma ne esistono anche da sei...
I portatili di questa categoria dispongono di processori più avanzati (80286, 80386), hard disk da 20 a 100 megabyte, clock da capogiro, memorie ram in sovrabbondanza (LIM-EMS di serie!) schermi tutti retroilluminati o al plasma e di proporzioni standard per una migliore visibilità, risoluzioni doppie o anche più (alcuni perfino EGA con visualizzazione di 16 livelli di grigio) e magari un paio di slot d'espansione disponibili direttamente all'interno del cabinet. Alcuni di questi non riescono più ad essere autoalimentati a causa della troppa roba in funzione, altri invece continuano a testa alta a funzionare anche ben lontani da una elettrizzante presa di corrente. Miracoli.
All'interno di ognuna di queste tre fasce, non il disordine, la confusione, ma come detto all'inizio emergono per ogni modello caratteristiche "personali" che ben lo differenziano da tutti gli altri. Come dire che ognuno di loro ha qualcosa in più dell'altro, non è possibile certo fare una graduatoria (come le scale reali nel poker), ma semplicemente ogni acquirente può stabilire (davvero) qual è la macchina che più soddisfa le proprie necessità. Ci sono infatti portatili che offrono maggiore ergonomia (super tastiere e super display) chi si batte per una maggiore maneggevolezza e peso ridotto, chi propone rivoluzionarie (per un ibm compatibile) ram tamponate, chi addirittura una serie di programmi su rom disponibili immediatamente con la semplice pressione di un tasto (...o al massimo due).
E qui entra in ballo l'oggetto di questa prova: il Nec MultiSpeed HD finalmente disponibile anche in Italia. Proviamo a inquadrarlo secondo i discorsi appena fatti. Categoria d'appartenenza: seconda, quindi processore per così dire normale, schermo standard, HD da 20 mega disponibile all'interno, batterie ricaricabili. Caratteristiche particolari: ben 5 programmi su rom richiamabili anche durante l'esecuzione di altre applicazioni (pop up programs), tastiera "no-compromise" comprendente anche un vero tastierino numerico separato e tasti funzione in disposizione standard XT, velocità d'elaborazione record per la categoria d'appartenenza: più del triplo rispetto ad un PC standard a 4.77 MHz. Prezzo naturalmente inferiore, anche se di un pelo, ai canonici 5 milioni di lire. Buona lettura...
 

Descrizione esterna

Inizierei col dire che questo portatile Nec è proprio bello. Giudizio molto soggettivo, s'intende, ma bisogna riconoscere che sforzi per curare al massimo anche il lato estetico ne sono stati fatti molti. Anche la robustezza gioca un ruolo di primo piano, a cominciare dalla metallica maniglia che regge la macchina durante il trasporto. L'unico difetto lo potremmo trovare nel vano porta batterie, posto poco dietro la cerniera del display, che troppo facilmente lascia sganciare il suo coperchio facendo così cadere la batteria durante il trasporto. Sarebbe bastato un bel fermo a vite... del resto non credo che le batterie si sostituiscono con la frequenza tipica dei floppy disk!  

Giacché siamo sul retro, diamo pure un sguardo alle varie connessioni disponibili. Immancabili porta seriale e parallela, troviamo anche un minuscolo connettore utilizzabile sia per collegarci ad un PC esterno e utilizzare da questo la meccanica da 3.5" del Nec, sia per attaccare una meccanica esterna da 5.25". Oltre all'uscita RGBI per monitor esterno (manca ahimè quella monocromatica videocomposita) troviamo una serie di dip switch di configurazione, l'interruttore di alimentazione per le batterie secondarie di mantenimento ram disk, un piccolo pulsante di reset per le situazioni più critiche, la presa per l'alimentazione esterna. Tre dip switch servono rispettivamente per effettuare il self test della ram, filtrare i caratteri con l'attributo intensità e visualizzarli in grassetto, scegliere la velocità del clock tra 4.77 e 9.54 MHz. Un ulteriore dip switch non è collegato a niente.  

Il nostro giro attorno al Nec continua col lato destro dove troviamo la meccanica per microfloppy e la sede per il modem interno opzionale, sul lato sinistro troviamo soltanto il piccolo interruttore di alimentazione servo assistito. Per finire, sul fondo della macchina troviamo un altro sportellino di plastica che nasconde la predisposizione ad accogliere altre Rom per altri programmi pret-a-porter. Il resto lo saprete a display aperto...  

L'ergonomia

Sollevando il coperchio display accediamo ai due fiori all'occhiello del portatile Nec: la tastiera "no-compromise" come loro stessi chiamano, e il visore LCD super twist retroilluminato. Iniziamo da quest'ultimo. La visibilità è davvero ottima ed è naturalmente possibile variare tanto il contrasto dei cristalli liquidi quanto l'intensità di retroilluminazione. Oltre a ciò la superficie antiriflesso del display e un buona inclinazione dello stesso favoriscono ulteriormente la visibilità in ogni condizione di illuminazione (o non illuminazione, tanto il backlite illumina un po' anche i tasti...). Come nelle più recenti realizzazioni, il coperchio display può essere facilmente rimosso quando si adopera un monitor esterno, semplicemente agendo sul comando di sgancio presente sulla cerniera.  

E passiamo all'ergonomia della tastiera. Conta ben 85 tasti e ciò che colpisce maggiormente è la gratida presenza di un tastierino numerico "vero e proprio" che ha il solo difetto di non stare accanto agli altri tasti ma sopra. La scomodità di questa scelta non si fa sentire quando adoperiamo il tastierino in quanto... tastierino, ma tutte le volte (e sono molte di più) che ci servono i tasti cursore. Infatti la tastiera non contiene questi tasti separati, ma bisogna usare sempre e comunque il tastierino numerico senza il NumLock inserito. Discorso analogo per i tasti di servizio PgDown, PageUp, Home, End, Ins, Del. In parole povere non sono disponibili a portata di dita, ma solo a portata di braccio: occorre spostare tutta la mano (gomito e avambraccio compresi, almeno spero) per raggiungerli. La disposizione migliore sarebbe stata spostare i tasti funzione da laterali a sopra la tastiera, spostare un po' quest'ultima a sinistra e ricavare così lo spazio a destra per inserire i tasti di servizio più i tasti cursore disponibili in prima funzione... vicini. Il tastierino numerico, di contro, sarebbe potuto rimanere dov'è. Certo la disposizione dei tasti funzione sarebbe risultata così un po' "meno standard" ma sono sicuro che qualsiasi utente preferirebbe questa limitazione alla mancanza dei tasti cursore vicino alla tastiera alfanumerica.

Per quanto riguarda invece la qualità della tastiera in quanto tale, ovvero senza considerare la disposizione dei tasti, pur non essendo ergonomica in senso stretto (non si nota il tipico profilo ricurvo) dispone di tasti di ottima qualità la cui pressione è sempre accompagnata da un rassicurante e, perché no, gradevole "click".

L'interno

Il Nec MultiSpeed HD denota una costruzione interne delle più accurate, confermando che di certo non si tratta di una macchina realizzata in tutta fretta, come a volte mi è capitato di pensare per altri modelli passati per le mie mani. Anche lo smontaggio e il rimontaggio delle parti interne avviene in "tutta tranquillità" ovvero senza mai adoperare massicce dosi di imprecazioni contro i costruttori (anche questo capita!).  

Come per altri portatili ben fatti, l'elettronica della macchina giace su 4 schede collegate tra loro da connettori piastra-piastra più i cablaggi necessari a riportare ogni funzione svolta, negli opportuni punti della rimanente elettronica. Anche la tastiera è assemblata su di un quinto stampato, dove trova posto un integratone per l'interfacciamento con la piastra madre. A proposito di questa diciamo subito che troviamo su di essa un ottimo processore NEC V30 (8086... veloce) i soliti 640 k di ram, una piccola batteria ricaricabile per il mantenimento dei dati nel ram disk, il controller per i drive microfloppy, più tutta l'elettronica atta all' interfacciamento col mondo esterno (seriale, parallela, rgbi, drive ext.) ed altri chip meno nobili ma comunque necessari per il funzionamento di tutto il resto.  

Tanto il controller per hard disk quanto il multi alimentatore carica batterie sono realizzati su schede separate e anche loro denotano un livello costruttivo in linea con la restante elettronica.  

La quarta ed ultima scheda, montata a rovescio e accessibile dall'esterno attraverso il già citato sportellino sul fondo, contiene due rom (bios + programmi Pop Up) e quattro zoccoli vuoti per future espansioni ROM/EPROM.  

Drive per microfloppy e hard disk sono invece assemblati insieme su di un unico ponte che sovrasta le piastre contenenti l'elettronica. Tra questo ponte e la scheda porta rom è stato ricavato lo spazio (accessibile dall'esterno anche questo) per il modem interno, che ormai non dovrebbe mai mancare in ogni portatile.  

Pop Up!

Se durante l'utilizzo del Nec MultiSpeed HD con qualsiasi programma abbiamo immediato bisogno di conoscere un numero di telefono (magari per fare una telefonata!), collegarci via modem ad una banca dati, ritrovare l'indirizzo di qualcuno, stampare o editare un piccolo testo e... non vogliamo uscire da programma in corso, basterà agire sul tasto Pop Up e selezionare dal menu appena apparso l'applicazione alla quale siamo interessati. Naturalmente il nostro programma in corso sarà temporaneamente sospeso, ma riprenderà dallo stesso punto una volta usciti dall'applicazione residente lanciata.  

I programmi sono in tutto 5, piuttosto sempliciotti, che naturalmente non hanno il pretesto di sostituire programmi realizzati appositamente per questo o quello scopo, ma rappresentano comunque una comodità in più utilizzabile spesso e volentieri per le piccole cose di tutti i giorni.

Ad esempio se devo scrivere un articolo caricherò Word 4, ma se devo digitare alcune righe (come il riquadro prezzi delle prove che fornisco sempre con considerevole ritardo) userò certamente il Pop Up Notepad. Discorso analogo per nomi e indirizzi dei miei conoscenti, organizzabili con semplicità da Filer.

Telcom, programma di comunicazione, va invece molto bene per collegarsi a qualsiasi banca dati via modem o ad un altro computer via RS 232. Con esso potremo emulare tanto il VT 100 quanto il VT 52 come terminali oppure impostare il TTY mode ed emulare una (banale) telescrivente. Ancora possiamo trasferire file col protocollo Xmodem e lasciare che sia il nostro modem ad comporre il numero telefonico della banca dati richiesta.  

Se invece il nostro scopo è quello di chiamare non un BBS ma un amico, possiamo utilizzare il programma Dialer per comporre numeri telefonici (ovviamente serve comunque il modem e questo deve essere collegato alla linea telefonica), siano essi ripescati da una apposita directory sia acchiappati al volo (cursore in mano) nello schermo del programma in corso appena sospeso. Queste sì che sono comodità...  

Quinto ed ultimo programma, Outliner, è praticamente un organizzatore di idee. Il suo uso (a mio avviso non troppo intuitivo... quindi non userò mai un programma simile!) è grossomodo questo: all'inizio si scrivono i concetti fondamentali sui queli lavorare, come dei paragrafi separati tra loro. A nostro comando possiamo poi espandere uno per uno i singoli concetti di base formando così dei sotto concetti strutturalmente simili a quelli di prima. Nel senso che potremo espandere al loro volta questi e così via fin quando non diventiamo scemi oppure facciamo un salto e urliamo "eureka!". Durante il nostro viaggio nelle idee possiamo sempre e comunque espandere e comprimere vari concetti in modo da tenere visibili solo le parti che in quel momento ci interessano maggiormente e nascondere quelle che in qualche modo ci possono distrarre... beh, lasciamo perdere!  

Sempre da Pop Up Menu, possiamo richiamare anche il programma di SetUp della macchina. Con esso possiamo stabilire la velocità del clock (4.77 o 9.54 MHz), indicare un risparmioso time out per la retroilluminazione e per l'hard disk, allocare spazio ram per i programmi Pop Up e per il ram disk tamponato (fino a 128 k ahimè), variare il modo di visualizzazione sul display LCD.

Conclusioni

 Le conclusioni sul portatile Nec MultiSpeed HD non possono che essere positive. La velocità d'elaborazione record per la categoria d'appartenenza, i 5 programmi Pop Up diponibili in rom, l'ottima visibilità del display sotto ogni condizione di illuminazione, la tastiera "no compromise" dotata di tasti di prima qualità, il peso e le dimensioni della macchine più che contenuti, il prezzo di vendita (circa 5 milioni più IVA) più che allineato con le caratteristiche offerte e con la concorrenza, fanno del MultiSpeed HD un appetibile bocconcino da non farsi sfuggire se siamo interessati a questo genere di feature. Del resto, come detto anche all'inizio della prova, difficilmente troveremo in altre macchine caratteristiche simili a queste, rendendo così la nostra scelta semplificata al massimo: siamo o non siamo interessati a tali caratteristiche extra? Questo è il problema...


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Articolo pubblicato su www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni clicca qui