Articolo pubblicato sul n. 188 di
MCmicrocomputer
(Edizioni Technimedia Srl - Roma) nell'ottobre 1998

Prove prodotti:
Apple iMac
introduzione
di Andrea de Prisco
La
nascita di un Macintosh, che sia il primo, il più recente o
qualsiasi altro componente importante della grande famiglia,
è sempre un evento piuttosto importante nel mondo
dell'informatica personale. Lo abbiamo vissuto con molta
attenzione tanti e tanti anni or sono, assistendo al parto
"quasi a sorpresa" del primo
Mac, avvenuta nell'ormai giurassico 1984, e pochi anni più
tardi con l'arrivo del colore e dell'architettura aperta
nella nuova famiglia Macintosh II (e lunga prole a venire).
Abbiamo poi gioito non poco all'inizio degli anni novanta
vedendo che in Apple finalmente (forse un po' in ritardo,
come per molte altre scelte "post-strategiche" avviate il
più delle volte al limite del fuori tempo massimo) si
guardava anche ai mercati di fascia più bassa. Prima con una
serie di macchine dal prezzo finalmente competitivo (LC,
come Low Cost), poi con la ben nota - specialmente negli
States - saga dei Performa, dichiaratamente rivolti al
mercato home, di certo più appetibile sotto il profilo delle
vendite e dei conseguenti fatturati miliardari. Sempre con
molta attenzione abbiamo poi assistito alla terza grande
rivoluzione Apple che, non senza una robusta dose di
coraggio e volgendo il suo sguardo ancora più lontano,
tecnologicamente parlando ha voltato completamente pagina
senza rinnegare il passato. Le sue nuove macchine,
perfettamente compatibili con le precedenti, offrivano una
diversa architettura di sistema che sanciva il "grande
salto" da CISC a RISC: il graduale abbandono dei
microprocessori Motorola 680x0 per i più performanti PowerPC
ha aperto così nuove ed interessanti strade verso potenze di
calcolo sempre maggiori. Potenze non fatte solo di
megahertz, di astute moltiplicazioni interne di clock e poco
ortodossi rimaneggiamenti incrementali del set di
istruzioni, ma soprattutto in termini di efficienza
elaborativa, scalabilità, architetture di sistema (non solo
processori) costantemente al passo coi tempi.
A quasi
quindici anni dalla nascita del "simpatico parallelepipedo a
sviluppo orizzontale", un nuovo (veramente nuovo) Macintosh
fortemente voluto da Steve Jobs si affaccia all'orizzonte.
Un nuovo oggetto del desiderio che ha fatto, sta facendo,
farà parlare di sé a lungo. Rivoluzionario come ogni scelta
drastica in casa Apple, offre un'estetica più-unica-che-rara,
un alto contenuto tecnologico dell'hardware e, tanto per non
cambiare, quella giusta dose di controcorrenza alla quale la
casa di Cupertino ci ha ormai abituato.
Signore
e Signori ecco a voi l'iMac, un computer tutto casa ed
Internet, il primo dotato come memorie di massa di solo hard
disk e lettore di CD-ROM (niente floppy, tanto per quel che
serve...), modem integrato e interfaccia Ethernet
rispettivamente per la "Rete" e per le reti. Il tutto
condito da due - apparentemente innocui - spinottini per una
salubre connettività USB atta a dialogare, senza intoppi,
con tantissime nuove periferiche hot-plug & play già sul
mercato o sul punto di arrivare.
Una
mossa azzeccata... una mossa azzardata? Ancora una volta, e
con la solita emozione, staremo a vedere.
Buona
lettura...
ATTENZIONE: questo riquadro NON fa parte,
ovviamente, dell'articolo pubblicato a suo
tempo su MC. L'ho ritrovato nel file originario
passato ai grafici.
Mi "sono permesso" di riportarlo qui dentro...
per la serie "tutto fa storia!"
:-)))
Quando c'era "lui"... :-)))
Nota per Paolo (da AdP): scrivere tre paginette di
"qui" senza accento e di "un" senza apostrofo.
Impegnarsi maggiormente sulla punteggiatura e sulla
"ingarbugliosità" di alcune frasi troppo lunghe. In
ogni caso, un lavoro più che dignitoso (ci ho
combattuto solo tre ore, dalle 20:30 alle 23:30)
considerando il poco tempo a disposizione (mal
gestito...). Cia'
Nota per Adriano (da AdP): l'articolo è a firma di
Paolo Cognetti, l'introduzione - che praticamente
mancava - l'ho scritta interamente io. Se non vuoi
che ti taglio a fettine le palle, ricordati di
lasciare la mia sigla al termine del corsivo
d'apertura che, se possibile, vorrei fosse
posizionato tutto, da solo, nella prima pagina sotto
la foto d'apertura. Per qualsiasi problema, di
qualsiasi natura, scassatemi pure i coglioni sul
cellulare! Al massimo è spento.
Salutamassorata...
PS: con l'introduzione - assolutamente
indispensabile per un argomento di copertina - è
aumentato lo sviluppo complessivo: se serve riduci
qualche foto o eliminala del tutto. Oppure, se
Corrado non ha mantenuto la sua promessa (di
scrivere questa notte il suo riquadro) cassalo senza
tanti complimenti...
Impaginato
originale...
Articolo pubblicato
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