Articolo pubblicato sul n. 123 de Il Sole 24 ORE del 7 maggio 1993

Il Sole 24 ore...


Sony rinnova la musica

(titolo originale: "L'iceberg Terbio-Cobalto: l'era del MiniDisc... ben oltre la musica")

di Andrea de Prisco

Mai prima d'ora uno slogan pubblicitario tanto semplice quanto efficace, ha inaugurato un nuovo universo tecnologico. E' lancio, in queste settimane, dell'ultima meraviglia Sony nel campo della "musica da passeggio": il MiniDisc. Al pari di altri dispositivi simili, permette di godersi di un'ora e più di musica, di qualità quasi pari a quella del ben noto Compact Disc: "quasi" dal momento che per minimizzare le dimensioni del sistema, i dati incisi sul nuovo supporto subiscono una forte compressione (solo il 20% del segnale digitale originario, quello che troveremmo per intero su un CD, viene effettivamente inciso sul MiniDisc). Tutto ciò grazie ad algoritmi di compressione-decompressione non deterministici che basano il loro funzionamento su considerazioni di carattere psicoacustico: in fase di registrazione viene eliminato tutto ciò che l'ascoltatore non riuscirà a sentire poiché altri suoni predominanti ne coprirebbero la percezione.

Clicca per ingrandire...Ma la grande novità del MiniDisc è che, a differenza del Compact Disc, è virtualmente registrabile e riregistrabile infinite volte così come siamo abituati a fare con i comuni nastri magnetici. E a differenza di questi offre tutti i vantaggi di un accesso ai brani immediato, nonché un'ottimizzazione dello spazio disponibile anche dopo parziali riregistrazioni di brani musicali di lunghezza differente potendo, ad esempio, utilizzare tre zone del MiniDisc da un minuto l'una per incidere un nuovo brano da tre minuti senza che in fase di riproduzione si avverta alcun salto o interruzione.

La registrazione del MiniDisc è possibile grazie ad uno strato di ferrite terbio cobalto contenuta nel dischetto, ad una testina magnetica simile a quella di un hard disk, ed a un laser in grado di riscaldare la traccia da incidere fino ad una determinata temperatura (detta "punto di Curie"), imprimendo così, durante la rotazione del disco, la polarizzazione magnetica creata dalla testina secondo il flusso di dati digitali da registrare. Per la riproduzione dei MiniDisc lo stesso laser è in grado di leggere sia i dischetti a sola lettura (con tecnologia simile a quella dei CD) sia quelli registrabili nei quali è necessario riconoscere la polarizzazione magnetica precedentemente impressa.

Il nuovo prodotto musicale Sony rappresenta però la punta di un iceberg: pur non essendo una novità tecnologica in assoluto (il primo computer Next utilizzava come memoria di massa principale proprio un dispositivo magneto ottico), abbiamo finalmente un supporto dati digitali di piccole dimensioni (il MiniDisc misura appena 64 mm di diametro), bassissimo costo (19.000 lire destinate sicuramente a diminuire per un dischetto vergine acquistabile tra un po' dappertutto), grande capacità (circa 120 megabyte ancor prima di un'eventuale compressione) che può essere utilizzato in campo informatico in vari modi.

Il più ovvio sarà quello di veloce unità di backup per gli hard disk dei computer, come già successo per il DAT e per i nastri Video 8. Fra l'altro questo è un compito che potrà essere svolto egregiamente anche dall'attualissimo antagonista per eccellenza in campo musicale del MiniDisc, la DCC (Digital Compact Cassette) della Philips in vendita anch'essa da poche settimane in tutto il mondo.

Andando oltre, è possibile ipotizzare a breve scadenza la disponibilità sia di nuove pubblicazioni tipo CD-ROM su MiniDisc (sebbene la capacità è ridotta ad un quinto, 120 megabyte di dati sono sempre tantissimi) leggibili ad esempio dalle stesse unità di backup utilizzanti questo sistema, ma soprattutto il lancio di computer portatili notebook che disporranno tanto dell'onnipresente unità hard disk (la velocità di quest'ultimi rimane ben superiore) tanto di una meccanica MiniDisc (che non occupa più spazio di una normale unità per floppy disk da 3.5") da utilizzare sia per gli eventuali backup sia per leggere quelli che potremmo chiamare MD-ROM per disporre ad esempio di un'intera enciclopedia o comunque un centinaio di volumi all'interno del nostro computer portatile.


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