Articolo pubblicato sul n. 89 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nell'ottobre 1989

MCmicrocomputer


Apple Macintosh Portable

di Andrea de Prisco

Mac ... che portatile

 

Seppur di dimensioni non contenutissime, il nuovo Macintosh Portable si fa subito notare per il design particolarmente curato, richiamando un po' alla mente il glorioso (e bellissimo) Apple II C. Tutta Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolola carrozzeria è attraversata da leggere scanalature che hanno l'incontestabile vantaggio di alleggerire i lineamenti estetici. Ma il Portable è veramente portatile: è dotato di autoalimentazione e display LCD integrato. Del resto la forma esteriore è proprio quella: in posizione di trasporto appare come una bella valigetta di colore grigio-beige (“color Mac”) dotato di una grande e robusta maniglia di trasporto estraibile. Agendo su quest'ultima premendola verso il cabinet invece di estrarla, il coperchio-display si solleva permettendo così l'accesso anche alla tastiera. Ed è proprio qui che troviamo la prima sorpresa: accanto alla tastiera alfanumerica, dove ci aspetteremmo di trovare un tastierino numerico, troviamo una trackball integrata da usare come mouse quando la superficie d'appoggio non ci permette l'utilizzo del mouse vero e proprio (anche questo a corredo). Per chi proprio non potrà fare a meno del tastierino, può sempre far fuori la trackball e sistemarlo al suo posto. Analogamente è possibile spostare "unità a sinistra della tastiera alfanumerica invece che a destra, permettendo così un comodo utilizzo anche alle persone mancine.

Ma il vero e proprio gioiello di questo nuovo portatile è sicuramente il display LCD dalla visibilità superlativa, pur non essendo, giustamente, retroilluminato. E la cosa che colpisce maggiormente è la velocità di risposta dei pixel, ottenuta adottando per lo schermo la tecnologia Active Matrix (un transistor per ogni picture element) già utilizzata nei display LCD a colori. La risoluzione è di 640x400 punti, quindi un po' meno dei Macintosh II, ma ben al di sopra dei compatti (Plus e serie SE). e molto intelligentemente la larghezza è a «pagina piena».

Grazie, sempre, alla matrice attiva, la visibilità del display è ottima sotto ogni angolazione tant'è che non troviamo alcun nottolino di regolazione contrasto necessario agli schermi tradizionali per ottimizzare la visualizzazione sotto un determinato angolo di lettura. Il contrasto vero e proprio dello schermo (come quello di un display convenzionale a tubo catodico) è invece modificabile a piacere utilizzando il control panel che mostra per l'appunto una nuova icona «Portable». Ripetiamo che si tratta di una vera e propria regolazione di contrasto che non ha nulla a che fare con l'inclinazione del display o della fonte di illuminazione adottata, ma serve solo per soddìsfare il proprio gusto personale.

Sul lato destro della macchina troviamo la fessura per i floppy disk da 1.4 megabyte (Superdrive). All'interno è presente anche un velocissimo Hard Disk da 40 MB con tempo di accesso di 28 ms. Le numerose connessioni disponibili sul retro della macchina comprendono: una porta per unità a disco esterna; bus SCSI per collegare fino a 7 periferiche; l'Apple Desktop Bus per connessione di tastiere, mouse, tavolette grafiche e penne ottiche; una porta stampante utilizzabile ovviamente anche per connettere il Portable ad AppleTalk; una porta modem; una porta audio; una porta per video esterno monocromatico. Da segnalare la possibilità, come in ogni portatile che si rispetti, di installare un modem interno.

Il microprocessore adoperato, è il Motorola 68000 in versione CMOS c1ockato alla ragguardevole velocità di 16 MHz. Ciò significa che il Portable va ad una velocità doppia rispetto ad un normale Mac compatto e quindi ad una velocità «quasi prossima» a quella del Mac II. La memoria utilizzata è a basso consumo e assomma a 1 megabyte sulla scheda madre e può essere facilmente espansa a 2 o 9 mega a seconda che si utilizzino o meno chip ad alta densità.

Come detto all'inizio, la memoria di massa è fornita da una unità a disco rigido ed una a microfloppy a quadrupla densità. Naturalmente è disponibile anche una versione a due floppy un po' più economica, anche se oggigiorno rinunciare all'HD è davvero arduo. Soprattutto considerato che il portatile Mac ha una strabiliante autonomia elettrica, assicurata da una grossa batteria al piombo ricaricabile. Si parla di autonomia di circa 10 ore di funzionamento ininterrotto. Grazie poi al fatto che il voltaggio fornito dalle batterie al piombo diminuisce gradatamente con l'uso (a differenza degli accumulatori al nichel cadmio in cui l'andamento è quasi costante fino alla scarica completa) è possibile conoscere lo stato di carica e prendere provvedimenti in merito in tempo utile. Vari accorgimenti sono stati presi per prolungare il più possibile l'autonomia, come il timeout sull'HD o il più originale modo «riposo» in cui il Portable clocka il processore a solo 1 MHz consumando molto di meno. Pensate ad esempio a chi abbandona momentaneamente il posto di lavoro durante l'uso in word processing: un solo MHz è più che sufficiente per aspettare che qualcuno continui a digitare. Tale meccanismo entra automaticamente in funzione (naturalmente è escludibile) dopo un tempo variabile tra 1 e 30 minuti selezionabili dal control panel. Se invece desideriamo tenere sotto costante controllo lo stato delle batterie, possiamo selezionare un apposito desk accessory fornito con la macchina. Addirittura la stessa batteria può essere sostituita con una più carica anche con il sistema acceso. Durante l'operazione il sistema è mantenuto in vita da una comune pila 9 volt.

È anche possibile spegnere il portatile solo apparentemente, lasciando sotto alimentazione la sola RAM: in questo modo toccando qualsiasi tasto il computer «risorgerà» nello stesso stato in cui l'avevamo lasciato. Eventuale RamDisk compreso, ovviamente.

Insieme al portatile è fornita a corredo una comoda valigetta protettiva, il sistema operativo 6.0.4, i drive di stampa di tutte le stampanti Apple, alcune utility di uso comune (Apple File Excange, HD SC setup, Disk First Aid e altre), nonché il software HyperCard e relativa manualistica.


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