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Digitando, digitando... n. 34/2010 del 23.08.2010

Facebook e i "Luoghi" comuni... :-)

di Andrea de Prisco

Facebook, si sa, (nella "mente" dei media) è quasi sempre sinonimo di attacco alla privacy (questa sconosciuta). Naturalmente, ghiotta occasione della settimana (per le critiche in tal senso) è stato il lancio di una nuova Facebook Placesfunzionalità offerta dal Social Network più popolato al mondo: circa mezzo miliardo di utenti.

Si tratta del famigerato, quanto temuto, Facebook Places (Luoghi per l'italica versione) che, come in tanti hanno strillato allo scandalo, appare essere l'ennesima minaccia per la privacy di noi poveri, e stupidi, utenti.

Chissà quanti stupri avverranno per colpa di Places... per non parlare dei furti in appartamento, ora che tutto il mondo (???) saprà dove siamo, o dove NON siamo, posizionati geograficamente istante per istante.

Da qui a farsi venire i capelli dritti, ovviamente, il passo è assai breve. Peccato che, come sempre, sono le non-notizie a fare notizia sulla stampa generalista e su quella (sedicente) specializzata.

Lo stesso, grosso modo, è avvenuto un po' di mesi or sono con il lancio di un altro sistema di geolocalizzazione, Google Latitude, di cui s'è detto all'epoca di tutto & di più. Ne ho parlato, difendendolo Google Latitudea spada tratta, anche qui dentro nell'articolo ad esso dedicato un anno e mezzo fa.

Il problema, se proprio vogliamo evidenziarlo, è a parer mio un altro. E' il concetto stesso di "amicizia" che, in Facebook, dovrebbe essere rivisto.

Io, ad esempio, mi ritrovo circa 240 "amici" (non posso esimermi dall'utilizzo di abbondanti virgolette), la maggior parte dei quali - dovrei vergognarmi a dirlo - o non li conosco affatto o, comunque, non vedo e non sento da decenni. Sono sbucati dal nulla, a suo tempo, con una "gentil richiesta di amicizia" che, pareva brutto, non confermare all'istante. Amen!

Ho la vaga sensazione che un po' tutti gli utenti di FB si comportino nello stesso modo. Ci sono, finanche tra i miei "amici", persone con migliaia di contatti e sono certo che ne conosceranno personalmente sì e no la centesima parte.

Se in questo scenario, "drogato" in partenza, attiviamo sul nostro smartphone la funzionalità Facebook Places (che ha la "trascurabile caratteristica" di comunicare a tutti i nostri "amici" dove ci troviamo esattamente) è evidente che proprio "cani & porci" - con rispetto parlando! - potrebbero essere al corrente di un'informazione di potenzialmente rischiosa per noi.

Ma di chi è la colpa? Di Facebook???

Il rischio, lo ripeto, è darla a tutti con estrema facilità! (parlo dell'amicizia, ovviamente! :-)))

Se a questo aggiungiamo che in FB, spesso, l'amicizia gode pure della proprietà transitiva (anche questo sbagliatissimo in partenza, per il semplice fatto che non ha alcuna attinenza con la realtà) il mare di guai cui abbiamo testé fatto riferimento potrebbe anche ingigantirsi a dismisura. E, soprattutto, in maniera del tutto incontrollata.

Qui si tratta solo di utilizzare i vari mezzi a disposizione con la giusta dose di sale in zucca. Se il problema è questo (non averne abbastanza in origine) perché ci ostiniamo a prendercela con chi ci offre strumenti "non alla nostra altezza"?

Stiamone alla larga se non siamo capaci di utilizzarli, no? (pare facile...)

 

:-)

 


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