Digitando, digitando... (clicca per tornare alla pagina precedente...)

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Digitando, digitando... n. 19/2010 del 10.05.2010

PEC: stiamo scherzando, vero?!? :-)

di Andrea de Prisco

Ho la "vaga" sensazione che la prossima settimana m'incaxxo!!! (tanto per cambiare...)

Ieri, infatti, ho inviato la mia prima comunicazione formale attraverso la tanto osannata Posta Elettronica Certificata, o PEC che dir si voglia...

Ho scritto (ufficialmente) all'Ordine dei Giornalisti per chiedere loro come "registrare" la MIA casella PEC. Pare infatti (anzi non "pare" affatto... perché questa è forse l'unica cosa chiara di tutta la vicenda) che tutti i professionisti iscritti ad albi professionali, come il sottoscritto, abbiano l'obbligo sin dallo scorso novembre di disporre di una casella e-mail certificata.

Cosa che a suo tempo, novembre appunto, ho fatto prontamente... acquistandone una nuova nuova di zecca sul dominio "pec.it" (di Aruba, per la cronaca) e, proprio per non pensarci più, o quasi..., ho pagato in unica soluzione il corrispettivo canone per i cinque prossimi anni. Di più non era consentito...

Da quel momento, ho cercato in tutti i modi di capire come comunicare la cosa all'Ordine, visto che a quanto pare devono/dovranno proprio loro gestire i corrispondenti archivi (nominativo <===> casella PEC).

Bene, per molto tempo sul loro sito non c'è stata traccia di informazioni in tal senso... ma da un po' di settimane è spuntata la possibilità di aprire "presso di loro" una di queste caselle (sempre a pagamento, seppur a prezzo "scontato"). Già sento puzza di "magna-magna"...

La cosa che proprio non mi va giù - al di là del fatto che io una casella PEC già ce l'ho e non mi passa minimamente per la testa di aprirne un'altra... che poi non sarebbe l'unico doppione, come vedremo, tragicomicamente, tra poco! - è che "presso di loro", almeno nel Lazio, pare essere vincolato il formato della stessa: "nome.cognome@cert.odg.roma.it".

Se provate a contarli, ben 4 (diconsi #quattro!!!#) "punti" che potrebbero diventare 5 o più nei casi di cognomi (ad esempio il mio...) formati da due parole. Per non parlare, eventualmente, dei nomi composti: come caxxarola potrebbe complicarsi un indirizzo di posta elettronica di questo passo? (la mia casella PEC è diversa... provate ad indovinare cose c'è a sinistra della chiocciola, sempre di tre lettere... :-)))

Attendo risposta dall'Ordine, vediamo quanto tempo ci impiegano per rassicurarmi o per farmi dissotterrare l'ascia di guerra. Nel frattempo, sul loro sito, ci "sarebbe" scritto, copio&incollo: «L'art. 16 del decreto legge del 29 novembre 2009 convertito nella legge n. 2 del 28 gennaio 2009 obbliga "tutti i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato a comunicare ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). Gli ordini e i collegi pubblicano in un elenco riservato, consultabile in via telematica esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni i dati identificativi degli iscritti con il relativo indirizzo di posta elettronica certificata".»

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Come anticipato tra le righe, poco fa, faccenda non riguarda solo gli ordini professionali ma, a quanto pare, i "cittadini" propriamente detti: ovvero TUTTI (noi).

Il prode Brunetta, infatti, con il suo "Più PEC pi' ttutti" (sarebbe "PEC al cittadino" ma mi piaceva di più quello da me proposto... :-))) ha combinato, a margine, un altro pasticcio: se vogliamo comunicare tramite Posta Elettronica Certificata con la Pubblica Amministrazione non possiamo - e due! - semplicemente comunicare loro il nostro indirizzo PEC ma siamo obbligati ad aprire un'altra casella di questo tipo presso di loro. Fortunatamente questa è gratis, almeno per il momento, ma se uno già ce l'ha (o magari ne ha due, visti i chiari di luna col proprio ordine professionale) perché è costretto ad aprirne una seconda/terza???

Non solo: la casella PEC ottenuta in questo modo, servirà SOLO per comunicare con la PA. Leggiamo (e ridiamo) insieme, copio&incollo:

«La Casella PEC al Cittadino consente lo scambio di messaggi di posta elettronica certificata esclusivamente con indirizzi PEC della Pubblica Amministrazione. Tramite la PEC al Cittadino non è possibile scambiare messaggi con indirizzi di posta elettronica certificata che non siano quelli della Pubblica Amministrazione e con indirizzi di posta elettronica ordinaria.»

C'è già chi urla all'incostituzionalità. Quindi, se tutto va bene, scoppierà un putiferio: la Costituzione Italiana, infatti, garantisce la possibilità di fissare liberamente il proprio domicilio e non si capisce perché questa libertà non dovrebbe essere estesa anche ai domicili informatici... visto che su questi verranno domiciliate le comunicazioni importanti, al pari, si sa, delle raccomandate & compagnia bella!

Bello, no?!?

 

:-)

 


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Da: anonimo


Sto guardando Report ... fosse solo la PEC l'unica minxhiata che i ns. bei governanti pensano! NB: di qualsiasi colore/fazione/partito: quando sono lì diventano tutti uguali. Mi sembra che comandi una brancata di teste di caxxo.
 


Da: Donato L.

 

Mi domando gia che mi sembra di non capirci molto, perchè non inserite un video , che mostri il modo corretto per chiedere ed ottenere il PEC (P osta E letronica C ertificata ) cosi facendo molti, specie persone oltre i 50 , saranno più sicuri nel seguire passo per passo come fare . Grazie
P.S, molte persone di una certa età non hanno molta dimestichezza col PC meno che meno pec.P.E.C.

 


Da: Giancarlo B.

 

Caro AdP
sono un fortunato possessore di una PEC da alcuni anni [4] ti voglio invitare a trovare gli indirizzi di PEC degli enti pubblici, se guardi indicePA che li dovrebbe raccogliere da anni, scoprirai che se va bene i grandi comuni ne hanno una dozzina, ma quelli più piccoli ne hanno una, e dico una; se lo mandi all'unica PEC del tuo comune e non all'ufficio specifico non arriverà mai al destinatario!
Ma non ricerai nemmeno la risposta!!
Hai un solo vantaggio tu sai che hanno ricevuto e ne hai la ricevuta, e visto che non sono in grado di risponderti hai buone possibilità di avere un documento legalmente valido al quale non sanno come risponderti, già visto che le PEC non ricevono da email non certificate.

 


Da: anonimo

 

Ciao,

Piena solidarietà.

A prescindere dal discorso della PEC gratuita, riservata alle sole amministrazioni, l'articolo di legge che hai citato parla chiaro...

"...comunicare ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata..." significa che il tuo ordine non può rifiutarsi, visto che tu devi solo comunicare il tuo indirizzo di PEC.

Sicuramente remeranno contro perché ci vogliono "mangiare sopra" (come sempre accade in questo paese), ma la legge mi pare parli chiaro. Come/dove/perché/con chi la apri dovrebbero essere assolutamente affari tuoi.

 


Da: Maurizio V.

 

A mio avviso la PEC è un altro buco nell'acqua per i seguenti motivi:

1) Prima di tutto è una cosa solamente italiana ( all'estero nessuno la utilizza ) e nemmeno pensa di utilizzarla in futuro.

2) La certificazione del percorso della mail è garantita solo tra due indirizzi PEC per cui scrivendo ad un indirizzo estero non si ha nessuna garanzia... Anzi si crea solo più traffico web

3) I più grandi fornitori di servizi email Google, Microsoft, yahoo non hanno proprio intenzione di adottarlo o di fornire strumenti atti ad utilizzarlo

 


 

 

 

 


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