Articolo pubblicato sul n. 133 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nell'ottobre 1993

MCmicrocomputer


Anteprima:
Un giorno con Newton

di Andrea de Prisco

Non appena entrerete in possesso di un Newton, prima di tornare a casa fermatevi dal vostro fioraio di fiducia. Acquistate un bel fiocco azzurro, di quelli in uso per i nascituri, e attaccatelo sulla porta di casa. Da quel momento, infatti, una nuova creatura fara' parte del vostro nucleo familiare. Un bambino da amare, da rispettare, coccolare al quale dovremo insegnare tante cose, compreso farci riconoscere e sorridere. Se non avete pazienza lasciate perdere, essere buoni padri non fa per voi...Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo

 

Prologo

 

Roma, ore otto. L'appuntamento era per le dieci circa presso la sede della Apple Italiana, dove Giuseppe Turri (Public Relations Manager) mi aspettava con un prototipo pressoche' definitivo di Newton. Non si trattava, pero', della solita conferenza stampa di presentazione, ma di un vero e proprio pellegrinaggio per un giorno intero per fare onore al nuovo arrivato.

In aeroporto, poco prima dell'imbarco uno strano individuo, anziano, barba bianca e sguardo freddo, si avvicino' per chiedermi se andavo a Milano a far visita a Newton. Alla mia risposta affermativa, aggiunse che voleva anche lui fargli visita ma non sapeva dove trovarlo. Mi avrebbe aspettato al mio rientro per avere da me maggiori informazioni sul nascituro...

A Milano altra stranezza: il tassista sapeva gia' dove portarmi. Un certo Angelo (di nome o di professione?) gli aveva anticipato del mio arrivo a Linate: "Seguite la Mela Cometa... e' li' che dovrete andare!".

Fu a quel punto che cominciai a preoccuparmi. Cosa avrei dovuto portare in dono a Newton? Potevo mai presentarmi a mani vuote? Senza un po' di incenso, oro e mirra, che figuraccia avrei fatto?

Col cervello ben arrovellato dal problema, d'un tratto un prepotente beep-beep mi martello' la mente. Che succede, maledizione! Aiuto! Aiuto!

Perdindirindina, sono le sei e un quarto, se non mi sbrigo perdo l'aereo. Stavo sognando...

 

Full Immersion

 

A parte gli scherzi, il mio primo incontro con Newton e' stato davvero emozionante. Sin dalle prime "mosse" si ha la netta sensazione di avere a che fare con una entita' tecnologica ben diversa da quelle alle quali siamo stati abituati per decenni. Newton ha la caratteristica unica di essere un oggetto in grado di comprendere le nostre intenzioni piu' che essere uno strumento passivo al nostro servizio. La differenza e' fondamentale, e non deve mai essere sottovalutata. Molto probabilmente alcune operazioni compiute da Newton le potremmo effettuare piu' velocemente con un comune organizer, ma il modo in cui queste operazioni vengono fatte con Newton e' assolutamente unico. Per prima cosa e' bene dimenticare quanto piu' possibile che si tratti di un dispositivo digitale di natura informatica. Sarebbe meglio considerarlo come un comune taccuino dalle pagine stregate. Quelle pagine, infatti, sono in grado di comprendere la nostra scrittura (trasformandola immediatamente in testo ASCII) nonche' di rendere piu' ordinati e puliti i nostri disegni. Ma e' anche in grado di eseguire comandi, sempre impostati attraverso l'acclusa pennina, cosi' come mantenerci in ordine appunti, appuntamenti e numeri telefonici. Con la sua scheda opzionale Fax/Modem potremo inviare e ricevere Fax; con la sua porta AppleTalk possiamo collegarci in rete con dei Macintosh per trasferire file (questa operazione e' naturalmente possibile anche con i PC) o utilizzare una qualsiasi stampante connessa. Sul display del piccolo Newton ho visto con i miei occhi tutte le stampanti delle sedi europee della Apple, operazione effettuata solo pochi secondi dopo aver collegato al mostro una "saponetta" AppleTalk teste' scippata ad un Macintosh nella sede italiana. Turri mi ha detto: "Vogliamo stampare il tuo disegnino sulla Laser a Parigi?"... "Lasciamo perdere, potrebbero spaventarsi!"

 

L'apprendimento

 

Diversamente da quanto mi sarei aspettato, Newton non consente di imporre un proprio modo di scrittura, ma e' necessario dichiarare per tutte le lettere dell'alfabeto e le cifre decimali in quali dei modi possibili (preimpostati) e' piu' probabile che scriviamo. Ad esempio per la lettera "A" verranno visualizzati 14 modi differenti (6 maiuscole e 8 minuscole). Toccando con la pennina ognuna delle 14 lettere "A", potremo constatare il metodo di tracciamento. Newton, infatti, non basa il riconoscimento dei caratteri soltanto sull'immagine formata ma anche, o soprattutto, sul percorso di tracciatura effettuato con la pennina. Per ognuno dei modi diversi dovremo indicare se quel determinato modo di scrittura e' utilizzato da noi o meno. Per eseguire correttamente questa fase, e' consigliabile prendere carta e penna per effettuare qualche prova di scrittura manuale "vera" anche perche', vi assicuro, non e' affatto semplice ricordare a mente come scriviamo le varie lettere. Cosi' con un po' di pazienza, dobbiamo scorrerci tutte le lettere dell'alfabeto nonche' i numeri per effettuare una prima scrematura.

Terminata questa prima fase (non senza qualche arrabbiatura quando non riusciamo a riconoscere tra i modi proposti il nostro modo di scrivere una determinata lettera) si passa alla prova delle parole. Newton ci proporra' di scrivere un certo numero di parole per capire fondamentalmente come colleghiamo tra di loro le varie lettere. Si tratta di parole chiave che il sistema ci propone una di seguito all'altra, esprimendo un giudizio sul livello di comprensione. Se non riconosce nella parola scritta da noi quella che aveva richiesto ci rimprovera con un severo "Poor" e ci mostra quello che secondo lui avrebbe capito. Se siamo stati piu' fedeli alle nostre precedenti dichiarazioni (in fase di apprendimento delle lettere) ci premiera' con un cordiale "Excellent". Possiamo esercitarci vicendevolmente per tutto il tempo che vogliamo. Dico "vicendevolmente" perche' in questa fase Newton impara la nostra scrittura e noi impariamo a farci capire da Newton. O piu' semplicemente a scrivere un tantino meglio. Pensiamo sempre di avere davanti un bambino che solo da poco ha imparato a leggere: non pretenderemo mica dalla nostra creatura che capisca anche la peggior scrittura di un adulto. Lo stesso atteggiamento dovremo averlo con Newton, altrimenti lasciamo perdere. Tutto questo perche' si e' dovuti scendere ad un certo numero di compromessi per evitare di produrre una macchinetta dal costo proibitivo o dalle dimensioni esagerate. Dentro Newton vive un singolo processore RISC che e' piu' che sufficiente per svolgere egregiamente i compiti ai quali e' chiamato. Domani non e' assolutamente escluso che con processori ancora piu' veloci o architetture piu' evolute (ad esempio multiprocessor) si raggiungano performance ben piu' interessanti, come il riconoscimento anche di scritture "impossibili".

Una terza ed ultima fase di apprendimento la effettueremo durante l'utilizzo. Scrivendo sul display, Newton sostituira' man mano le parole scritte con la nostra calligrafia con parole scritte in caratteri ASCII secondo quanto da lui interpretato. Se qualche parola differisce da quello che avevamo scritto, sara' sufficiente evidenziarla con la pennina e richiamare la tastiera software. In questo modo potremo indicare a Newton la traduzione ASCII della parola da noi scritta e questa operazione contribuira' a rendere il riconoscimento futuro sempre piu' accurato. Naturalmente possiamo via via inserire nuovi termini (anche italiani) che si andranno ad aggiungere ai vocaboli gia' residenti in ROM (attualmente tutti inglesi) che permettono a Newton di "interpolare" le parole solo parzialmente comprese.

 

Deutschland Uber Alles

 

Sorpresa! Mentre noi accendiamo un cero a Sant'Isacco affinche' ci faccia cadere dal cielo al piu' presto la versione italiana di Newton, i tedeschi (grandi) hanno gia' approntato la loro versione nazionalizzata. E' stata vista perfettamente funzionante all'IFA di Berlino a fine agosto. Alla Apple Italiana mi e' stato riferito che al momento non sono state ancora prese decisioni in merito (almeno ufficialmente, ndr) e che si sta aspettando le mosse di altri paesi di radice non anglosassone, come la Francia, anch'essa vittima, come l'Italia, delle vocali accentate. Se avete seguito attentamente il precedente paragrafo riguardante l'apprendimento, non vi dovrebbe essere difficile comprendere di come la localizzazione di Newton non e' affatto un banale problema di traduzione. Occorre studiare, tra l'altro, il modo diverso di scrivere degli italiani nonche' scegliere opportunamente le parole chiave da utilizzare nella fase di esercitazione scrittura affinche' Newton sia in grado di capire il nostro modo di scrivere in italiano. Insomma, un bel lavoro che, almeno secondo me, verra' svolto solo se il prodotto avra' sul mercato il successo che merita.   


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