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Digitando, digitando... n. 24/2023 del 24.02.2023

Apertura

Mi è semblato di vedele un Osboln

Anzi due, quasi tre. Parliamo dei “portatili” Osborne e, un po’, delle loro vicende altalenanti. Successi ed errori, che hanno fatto entrambi storia.

di Andrea de Prisco

In molti ricorderanno l’Osborne 1, del 1981, identificato spesso e volentieri come il primo personal computer portatile. Non solo per le dimensioni - non ridete! - compatte, quanto per il fatto che con un singolo gesto (richiudere il coperchio-tastiera) si “trasformava” in una vera e propria valigia, con tanto di maniglia, perfino compatibile... con lo spazio sottosedile degli aerei.

Nessun rischio, chiariamolo subito, di utilizzarlo in volo: il barbicozzo in questione non era facilmente autoalimentabile e quindi al massimo se ne stava lì buono buono in attesa dello sbarco. Esisteva, pare, un kit esterno a batteria: non oso immaginare quanto tanto ingombrasse e poco durasse.

Comunque, come ben visibile in foto, qualche problemino esistenziale l’Osborne 1 lo aveva. A cominciare dal minuscolo monitor da appena 5 pollici che visualizzava una porzione scorrevole in lungo e in largo sulla pagina video vera e propria, solo testuale, di dimensioni più ampie. Questo dettaglio l’avevo rimosso e rileggendolo in questi giorni mi si sono rizzati in testa i pochi capelli rimasti.

Pesava più di 10 kg; era basato sul processore Zilog Z80; aveva 64 KB di RAM e 4 di ROM; disponeva di una dotazione standard di interfacce: due seriali, una parallela, una IEEE 488, un’uscita video che riproponeva (banalmente) quanto visualizzato sul monitorino interno, incluso il discutibile meccanismo di scorrimento. Costava all’epoca meno di 1800 dollari: tenuto conto che a corredo c’era una nutrita dotazione software (su dischetti floppy, ovviamente) appariva assai interessante anche sotto il profilo economico.

Come sistema operativo utilizzava il CP/M - all’epoca ancora di moda - e come memorie di massa due GIGANTESCHE unità FD 5.25’’, formato intero e singola capacità, ovvero da appena 90 KB a dischetto. A guardarlo smontato fa ancora più impressione il piccolo monitor stretto tra quei due cosi.

In realtà Osborne (Adam) prese probabilmente ispirazione dallo Xerox NoteTaker, di qualche anno prima, che non vide mai la luce commercialmente parlando, fermandosi solo allo stato di prototipo. Nacque in quella fucina di idee geniali con sede a Palo Alto - gli stessi laboratori dove nacquero mouse e finestre - e non so se avesse o meno anche la maniglia: ma che fosse un trasportabile “compatto” è fuori di dubbio.

Il successo di vendita - un po’ anche le critiche - del primo modello gli diede, forse, alla testa all'irrefrenabile Adam. Annunciò con troppi mesi di anticipo il modello successivo, l’Osborne Executive, con monitor più grande e meccaniche FD più compatte/performanti. Il banale errore provocò l’arresto immediato delle vendite del modello già presente sul mercato, senza riuscire a distribuire in tempi brevi quello nuovo. Disastro talmente tanto grave da provocare da lì a poco il fallimento dell’azienda.

La poco invidiabile conseguenza, e chiudo, fu di consegnare alla storia questa triste vicenda, tuttora nota come Effetto Osborne. In tempi recenti avremmo più semplicemente collegato l’accaduto all’altrettanto geniale Tafazzismo.

Bello, no?!? 😁

 


 

La forma vagamente ergonomica tastiera costringeva il valigione, in configurazione “trasporto”, ad assumere una posizione inclinata.

 


 

L'Osborne 1 messo parzialmente a nudo.

 


 

Lo Xerox NoteTaker fu, assai probabilmente, ispiratore di Adam Osborne per il suo “1”. Il display era grafico ed era presente un alloggiamento per il mouse nel coperchio-tastiera.

 


 

L’Executive, annunciato molti mesi prima della disponibilità, fu causa del collasso aziendale che portò al fallimento. I più “anziani” ricorderanno di certo l’Effetto Osborne.

 


 

Il Vixen, terzogenito, fu esso in commercio dalla nuova società nata sulle ceneri della Osborne originaria.

 


 

Una pagina pubblicitaria di IRET, distributore ufficiale Osborne per l’Italia.

 



 

:-)

 


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