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Digitando, digitando... n. 18/2023 del 10.02.2023

Apertura

Il computer a dondolo… 👀

Detta così potrebbe sembrare una burla, ma il Compaq Portable 486c, al di là della sua forma unica, era davvero una bomba… e non solo riguardo la 'potenza'!.

di Andrea de Prisco

Fu definito all’epoca, primi anni novanta, il portatile (o per meglio dire il trasportabile, non era certo autoalimentato) più potente al mondo, praticamente “un mainframe da passeggio”. È un’esagerazione, lo so, ma il “virgolettato” in questione non è farina del mio sacco! 😁

Erano quelli i tempi in cui il processore Intel x86 di quarta generazione faceva scintille, tanta era la potenza offerta, e trovarlo in un computer non-desktop (di fascia alta) rappresentava un balzo in avanti bello ampio.

Numeri alla mano, poteva certamente essere considerato un computer senza compromessi. Oltre al già citato 486DX a 33 MHz (successivamente fu proposto anche con la versione DX2-66) l’altro fiore all’occhiello era rappresentato dal display a colori, da cui la “c” nel nome, finalmente TFT a matrice attiva e per questo caratterizzato da una visibilità eccellente… sotto tutti i punti di vista. Letteralmente.

Corre voce che fu venduto anche con display monocromatico, ma io non l’ho mai visto qui da noi: al solito, ben venga la smentita.

All’interno del corposo cabinet trovava posto anche l’immancabile meccanica floppy disk 3,5’’ (si affacciava lateralmente), la tastiera separabile era praticamente full-size con tanto di tastierino numerico, ed era altrettanto “grande” l’espandibilità hardware interna, dal momento che poteva installare schede ISA (8/16/32 bit) a pieno formato. La RAM partiva da 4 MB e poteva raggiungere, on board, quota 32, mentre l’hard disk era da di base da 120 MB ed erano, naturalmente, disponibili tagli anche maggiori.

Pesava più di 8 Kg e costava, in configurazione media, quasi venti milioni di lire. Più o meno come una Volkswagen Golf, ben accessoriata!

Perché “a dondolo”? Beh, un’altra caratteristica particolare consisteva nel fatto che quasi l’intero chassis, grazie a un meccanismo mai visto prima, poteva essere inclinato a piacere tra -5 e +32 gradi. Non tanto per migliorare la visibilità del display (essendo a matrice attiva non soffriva di questi problemi) ma proprio per assecondare esigenze ergonomiche. Non tanto degli occhi… ma del collo e della relativa “cervicale”.

Fu l’ultimo “trasportabile” di Compaq e probabilmente uno degli ultimi in assoluto, ovvero chiuse un’era durata come minimo una decina abbondante di anni. Osborne One vi dice qualcosa? 😉

 


 

Non fatevi ingannare dalle apparenze, il Compaq Portable 486c era un valigione.

 


 

Il meccanismo "a dondolo" permetteva di inclinare il computer (e quindi il display) a proprio piacimento.

 


 

:-)

 


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