Digitando, digitando... n. 18/2023 del 10.02.2023
Il computer a dondolo… 👀
Fu definito all’epoca, primi anni novanta, il portatile (o per meglio dire il trasportabile, non era certo autoalimentato) più potente al mondo, praticamente “un mainframe da passeggio”. È un’esagerazione, lo so, ma il “virgolettato” in questione non è farina del mio sacco! 😁 Erano quelli i tempi in cui il processore Intel x86 di quarta generazione faceva scintille, tanta era la potenza offerta, e trovarlo in un computer non-desktop (di fascia alta) rappresentava un balzo in avanti bello ampio. Numeri alla mano, poteva certamente essere considerato un computer senza compromessi. Oltre al già citato 486DX a 33 MHz (successivamente fu proposto anche con la versione DX2-66) l’altro fiore all’occhiello era rappresentato dal display a colori, da cui la “c” nel nome, finalmente TFT a matrice attiva e per questo caratterizzato da una visibilità eccellente… sotto tutti i punti di vista. Letteralmente. Corre voce che fu venduto anche con display monocromatico, ma io non l’ho mai visto qui da noi: al solito, ben venga la smentita. All’interno del corposo cabinet trovava posto anche l’immancabile meccanica floppy disk 3,5’’ (si affacciava lateralmente), la tastiera separabile era praticamente full-size con tanto di tastierino numerico, ed era altrettanto “grande” l’espandibilità hardware interna, dal momento che poteva installare schede ISA (8/16/32 bit) a pieno formato. La RAM partiva da 4 MB e poteva raggiungere, on board, quota 32, mentre l’hard disk era da di base da 120 MB ed erano, naturalmente, disponibili tagli anche maggiori. Pesava più di 8 Kg e costava, in configurazione media, quasi venti milioni di lire. Più o meno come una Volkswagen Golf, ben accessoriata! Perché “a dondolo”? Beh, un’altra caratteristica particolare consisteva nel fatto che quasi l’intero chassis, grazie a un meccanismo mai visto prima, poteva essere inclinato a piacere tra -5 e +32 gradi. Non tanto per migliorare la visibilità del display (essendo a matrice attiva non soffriva di questi problemi) ma proprio per assecondare esigenze ergonomiche. Non tanto degli occhi… ma del collo e della relativa “cervicale”. Fu l’ultimo “trasportabile” di Compaq e probabilmente uno degli ultimi in assoluto, ovvero chiuse un’era durata come minimo una decina abbondante di anni. Osborne One vi dice qualcosa? 😉
:-)
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