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Digitando, digitando... n. 01/2013 del 07.01.2013

Basta un tweet per passare alla storia! :-)

di Andrea de Prisco

Che tempi, che tempi!!! Una volta, se non liberavi (o opprimevi) un popolo, così come se non vincevi gloriosamente o perdevi miseramente una battaglia, difficilmente - nel bene o nel male - sarebbe rimasta traccia di te nei secoli a venire: oggi basta un tweet. Ma non un cinguettio speciale o particolare, di quelli di cui ogni tanto parlano pure i TG (@Pontifex docet!), è sufficiente anche il più spensierato dei tweet, liberato magari - come sempre capita - senza starci a pensare troppo. Così anche un autobus sfuggito alla nostra rincorsa, o una torta bruciata nel forno, purché twittata, passerà alla storia!

Eh?!?

Per chi non lo sapesse, di un po' di mesi fa la Biblioteca del Congresso americano - per inciso la più grande al mondo con i suoi oltre 28.000.000 di volumi - ha stretto un accordo con Twitter, peraltro su iniziativa di quest'ultima, per archiviare elettronicamente e rendere disponibili per la consultazione - ma soprattutto lo studio - le centinaia di miliardi di tweet lanciati dal 2006 ad oggi più, naturalmente, tutti quelli a venire.

Il che non sarà una passeggiatina... Oggi Twitter viaggia alla spaventosa velocità di centinaia di milioni di cinguettii al giorno e sebbene ognuno di questi non occupi granché (la dimensione, ben nota a tutti, è al massimo di 140 caratteri), come direbbe Totò, "è il totale che fa la somma".

Se ci aggiungiamo, poi, che non sarà un mega file di testo con tutto-tutto buttato dentro, ma che gli stessi dovranno essere strutturati in qualche modo per poterli aggregare, studiare, estrapolare, interpretare (avete idea in quante lingue diverse sono?!?) si intuisce facilmente la mole di lavoro che tutto questo ha comportato e comporterà, tanto nella fase di startup che volge ormai al termine, quanto nella fase a regime oggi e negli anni a venire.

 

Sì, ma perché lo fanno?

 

Inutile nasconderlo. Twitter da un po' di anni a questa parte, e ancor di più di recente, rappresenta uno spaccato della nostra epoca. Una testimonianza storica che va evidentemente ben oltre l'autobus sfuggito o la torta bruciata!

Su Twitter - che potremmo definire come una "piccola Internet dentro Internet" - ormai ci passa tutto il nostro quotidiano, dai grandi fatti della politica mondiale al cosiddetto giornalismo partecipativo, compreso i cinguettii relativi a eventi straordinari (incluso terremoti, alluvioni, attentati, ecc.) che hanno diffuso notizie importanti prima di qualsiasi altro mezzo. Compresa Internet stessa "prima maniera".

Secondo stime attendibili, infatti, i tweet finora lanciati dal 2006 ad oggi sono circa 170 miliardi. Se moltiplichiamo tale numero per la lunghezza massima di ognuno di essi (140 caratteri) il totale, testuale, non è che faccia chissà quanta paura.

Si tratta di poco più di 21 terabyte (non compressi...), come dire che tutti i tweet lanciati in sei anni e mezzo, dalla creazione del social network ad oggi, potrebbe comodamente stare in una mezza dozzina di dischi da 4 TB, installati in un server da tavolo e/o custoditi in una ventiquattrore anche piuttosto slim.

Ma, come dicevamo prima, non è certo la quantità dei dati a spaventare, quanto l'organizzazione degli stessi per renderli facilmente fruibili e studiabili. Come dire che il risultato dell'operazione non è una semplice discarica, ma una miniera pressoché inesauribile di informazioni.

I tweet sono e saranno archiviati tutti, senza censura alcuna da parte della Biblioteca del Congresso. La loro fruizione sarà consentita, e solo a fini di studio, esclusivamente ai ricercatori accreditati fisicamente presenti all'interno della biblioteca. In altre parole, almeno inizialmente, nemmeno agli studiosi sarà possibile l'accesso da remoto ai tweet memorizzati.

È inoltre esclusa, proprio in forza degli accordi tra la Biblioteca del Congresso e Twitter, lo sfruttamento a fini commerciali da parte di aziende interessate, che pure sarebbero disposte a pagare a "peso d'oro" (riferito ai server??? :-))) l'accesso a una così appetibile banca dati.

E meno male!

 

 

:-)

 


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