Digitando, digitando... (clicca per tornare alla pagina precedente...)

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Digitando, digitando... n. 30/2011 del 05.09.2011 1981!!! :-)

MC, trentannifà!!! :-)

di Andrea de Prisco

Ebbene sì, lo ammetto: io NON c'ero. Nel senso che c'ero - certo! - anagraficamente parlando, ma non facevo ancora parte dello staff di MCmicrocomputer che proprio quell'anno (1981) e quel mese (settembre) vedeva la luce... in edicola. E fu proprio in edicola, alla stazione, che mi fu consegnato per sbaglio. Chiedevo Micro & Personal Computer, ma l'edicolante mi mollò questo strano "clone" (e il bello che a quei tempi il concetto di "clone", come lo intendiamo oggi, ancora non c'era!). Stavo per restituirlo indignato, quando mi accorsi che c'era qualcosa di familiare in quelle pagine, foto comprese!

Considerata la fame di informatica (nascente) che avevo a quei tempi, decisi di acquistarlo lo stesso, salvo tornare di lì a poco a prendere anche M&P, di cui ero fedelissimo lettore dalla sua nascita, un paio d'anni prima. Non tornai... perché sfogliando le pagine della neonata MC la verità venne subito a galla: erano proprio loro, gli ex di Micro&Personal che, staccatisi dal gruppo originario, avevano appena fondato una rivista tutta loro. Anzi due, visto che nacque contestualmente anche AudioReview, clone-anche-questa-un-corno di Suono.

In realtà - giuro che poi la smetto con questa superflua autocelebrazione! - 1981 e settembre sono un anno e un mese che hanno segnato fortemente la mia vita e - ma guarda un po'... - il mio intreccio "vitale" con MCmicrocomputer. Fu proprio una ventina di giorni dopo (quindi era sempre settembre-81) che incontrai e conobbi per caso Marinacci in quel di Parigi: io ero presente per partecipare al torneo mondiale di Othello per computer e calcolatrici programmabili, lui in qualità di Condirettore di MC e in quella sede per un reportage sul Sicob, manifestazione francese dedicata, tra le altre cose, all'informatica (nascente).

Così fui incaricato di scrivere un articolo sull'argomento e lo feci... insieme ai quasi 600 a seguire, nei vent'anni successivi. Tombola!

 

Che tempi...

 

Ogni volta che sfoglio MC n. 1 sembra, davvero, di tornare indietro di... secoli! Eppure quella, proprio quella lì, è stata per molti di noi l'informatica nella quale siamo nati e cresciuti. Era quello un mondo, nel 1981, in cui non solo nessuno osava immaginare Internet così come la conosciamo oggi, ma tante altre "cose" di uso del tutto quotidiano a quei tempi non c'erano. Non c'erano i PC "standard", non esistevano i Mac, il mouse era "solo" un topo... inglese, le stampanti erano lentissime e facevano SEMPRE un rumore insopportabile, gli hard disk erano roba da ricchi (anzi da uffici/dipartimenti ricchi) e i monitor migliori erano... a fosfori verdi.

L'altra cosa strana di quel periodo è che praticamente non esistevano, o quasi, software già fatti. Di solito chi vendeva computer professionali alle aziende o agli uffici si curava di realizzare ad hoc anche i relativi programmi, che fossero di contabilità, progettazione o semplice archiviazione/magazzino.

L'utente "home", viceversa (ma era proprio questo il bello), doveva fare tutto da solo. Acquistava il computerino, lo collegava (nel 103% dei casi!) in radiofrequenza-via-cavo al televisore piccolo di casa - suscitando il più delle volte le ire in cucina di mogli e figli! - dopodiché si scriveva da solo i programmini. Magari corrompendo l'amata consorte a suon di promesse del tipo: dai, ti faccio anche un programmino per le ricette di cucina!!! (una cagata pazzesca... :-)

Gli utenti professionisti, quasi sempre ingegneri o commercialisti, si dividevano l'intero mercato "alto" di quei tempi: le tre principali "piattaforme" (mica si chiamavano così...) erano Apple, Commodore e Tandy Radio Shack (più nota come TRS). Gli Apple, ripeto, non erano i Mac (ancora non c'erano) e i Commodore non erano i vari Vic-20, 64 e Amiga (idem).

L'Apple era l'abbreviazione di Apple II o, come scrivevano i più esaltati, "Apple ][". Era il più modulare dei personal computer di quei tempi e, ironia della sorte, anche quello dall'architettura più aperta. Basti pensare che offriva al suo interno numerosi slot di espansione e tantissimi produttori esterni creavano specifici add-on per questo fortunato computer. Il Commodore Pet (quello, in alto, a forma di suora!!!) era, viceversa, tutto d'un pezzo. Incorporava tutto, dalla tastiera al monitor monocromatico-verde e in alcuni modelli, i primi, finanche il... registratore a cassette! Che non serviva per ascoltare la musica ma, incredibile per chi non c'era a quei tempi, per memorizzare alla meno peggio dati e programmi.

Già, quando accendevi uno di questi computer, a fronte di un "boot" pressoché istantaneo (il coso era subito pronto in tutto lo splendore della sua... vuotezza!) stavi poi alcuni minuti - a dita incrociate - in attesa del caricamento del programma e dei dati da registratore a cassette. Meno male che almeno in ambito "pro" questo scenario è durato poco: furono subito disponibili, con qualche milioncino in più di spesa, anche le potentissime unità a floppy disk che riducevano di un fattore almeno 10 i tempi di attesa e aumentavano a dismisura (altro che 10...) l'affidabilità del sistema nei confronti dei sistemi ad audiocassetta.

Poi c'erano, anche a quei tempi, gli amanti dell'informatica tascabile. Esistevano infatti già da qualche anno le cosiddette calcolatrici programmabili. Il relativo mercato era praticamente appannaggio di due soli competitor: Hewlett-Packard (oggi nota, sopratutto per stampanti e scanner, come HP) e Texas Instruments. Le prime, le HP, si programmavano attraverso un astruso linguaggio (dico così solo perché ero dell'opposta sponda... :-) denominato RPN, Notazione Polacca Inversa. Le TI, viceversa, si utilizzavano con il SOA o Sistema Operativo Algebrico. Per entrambe i programmini e i dati si salvavano su comode schedine magnetiche - visibili qui a lato - mentre vere e proprie espansioni ROM (Read Only Memory per chi fosse capitato qui sbaglio! :-))) permettevano di aggiungere programmi e funzionalità non volatili: non si perdevano in caso di spegnimento causale o voluto dell'apparecchio.

Inutile aggiungere che tutto si comandava tramite tastiere (appunto) da calcolatrice e il display era solo e soltanto numerico. Eppure ci giocavamo a battaglia navale, a golf, ci atterravamo sulla superficie lunare e molti altri ci costruivano ponti e palazzi. E non è uno scherzo!

All'opposto estremo c'erano le prime discutibili interpretazioni (giapponesi) dei cosiddetti All-in-one, tutto in uno. Quello che potete ammirare qui a lato è il fantascientifico - per l'epoca - Oki IF-800, probabilmente il più grande concentrato (accozzaglia?) di tecnologia disponibile a portata di mano. Integrava un "doppio minifloppy, videografico a colori ad alta risoluzione con possibilità di dump sulla stampante incorporata ad 80 colonne, penna ottica, 10 tasti di funzione, tastierino numerico, tasti per il movimento del cursore". La penna ottica, sempre per chi non lo sapesse, permetteva di interagire direttamente con il computer attraverso lo schermo, per disegnare o semplicemente selezionare pulsanti e scritte a video.

Tutto il "marcantonio" era venduto in Giappone alla ragguardevole cifra di 1.500.000 yen, equivalenti a circa 9.000.000 di lire di allora... meglio che non vi do il corrispettivo in euro attualizzato trent'anni dopo perché qualcuno - a cominciare da me - potrebbe farsi male!

Non era comunque necessario arrivare così lontano per devastare le nostre finanze dei primi anni '80. Un esempio più a portata di tiro era rappresentato dal sistema Corvus, nient'altro (nient'altro?!?) che un harddisk da 5,7 megabyte - avete letto bene, megabyte! - al quale era possibile collegare, volendo (inteso come "a suon di milioni aggiuntivi") anche 8 macchine simultaneamente per realizzare una piccola rete locale finalizzata alla condivisione di tale preziosa risorsa.

E se nel frattempo c'eravamo dimenticati dei registratorini a cassetta prima citati, il sistema Corvus permetteva (sempre a suon di milioni) con una scheda interna aggiuntiva di fare il backup dei preziosi dati su... videoregistratore!!!

"Ogni videocassetta, che costa circa 25.000 lire, può contenere circa 100 Megabyte pari a 20 volte il contenuto del disco, che può essere trasferito in meno di 10 minuti. Il software, che permette il trasferimento non solo dell'intero disco da 5 Mbyte ma anche dei singoli volumi, ha un sistema di controllo e correzione di errori estremamente potente. Infatti vengono registrate sulla videocassetta quattro versioni di ogni blocco (512 byte) che, al momento del trasferimento al CORVUS, vengono combinate in modo da formare un unico blocco senza errori".

Bello no?!? :-)))

 

Dulcis in fundo...

 

Settembre 1981 è un mese e un anno da ricordare anche per un altro motivo... a me caro!

Su quel fatidico n. 1 di MC, a pagina 26, ho visto per la prima volta (manifestando sin da subito un'irrefrenabile di voglia di possederlo... :-) quello che in Europa, di lì a poco, si sarebbe chiamato Commodore Vic-20.

In quelle pagine era mostrata la versione destinata al mercato giapponese, denominata VIC-1001: "è l'unità centrale integrata di un economico sistema personal espandibile con l'unità di interfaccia VIC-1010 in cui si inseriscono anche "cassette" di RAM disponibili in vari "tagli", 3, 8 o 16 K RAM, oppure un'interfaccia IEEE-488 od un programmers aid pack. Il videografico è naturalmente a colori, mentre come stampante è stata "carrozzata" VIC ancora una volta la Seikosha. Con il nome di 2020, il VIC sta arrivando anche in Italia distribuito, come gli altri prodotti Commodore dalla Harden. Sembra che sarà costruito in Germania."


NB: tutte le immagini di questo articolo sono tratte da MCmicrocomputer n. 1 del settembre 1981


 

BONUS TRACK :-)

Sogni mostruosamente proibiti

Se Excel (o la mia vecchiaia) non m'ha fatto fesso, saremmo oggi al n. 330. MCmicrocomputer, come molti ricorderanno, si è "spenta" nel giugno 2001 con il suo ultimo numero andato in edicola, il 218.

In realtà fu realizzato anche il 219 (luglio/agosto 2001), ma per mancanza di fondi non venne mai stampato. Credo giaccia tuttora in qualche vecchio Mac di redazione, accatastato chissà dove (spero non distrutto!), e mi sarebbe piaciuto riesumarlo, anche solo per farne un PDF da mettere online.

L'unica traccia che ho trovato, a conferma del mio personalissimo ricordo, è un file XLS contenente la cosiddetta "lavagna" del numero in lavorazione - da me compilata a suo tempo - e relativo stato avanzamento dei vari articoli. Ho deciso di salvarlo qui e di renderlo disponibile "ai posteri" :-))) su Internet. Così almeno si saprà di preciso, semmai possa interessare a qualcuno, cosa c'era nel numero fatto e mai pubblicato!

Ma come sarebbe MC oggi? Di che parlerebbe il numero del trentennale, in edicola in questi giorni? Ho provato ad immaginarlo... e questo è quanto!

Clicca per ingrandire...

(non vi nascondo che ho provato una certa emozione nel farla...)

 

 

:-)

 


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Da: Giorgio L.

Andrea, ma che accidenti...! Mi vado a leggere "Digitanto" mentre addento una brioche e mi va tutto di traverso a causa del groppone in gola! Ma sono articoli da scrivere, questi, senza un preavviso per i nostalgici che quegli anni li hanno vissuti in prima persona?!?
Per la cronaca, forse ricordo male ma nel leggendario n.1 (o 2?) riportavate tra le news i "rumors" sul neonato IBM PC che, nella primigenia versione, prevedeva pure lui l'attacco del registratore a cassette! :-)
 


 

Da: Aldo C.

Andrea stavolta hai superato te stesso. La copertina del numero "virtuale" di MC è "esattamente" ciò che mi sarei aspettato.
In questi anni l'ho scritto molte volte e lo farò anche in questa occasione: MC è stata una palestra sia per chi ci ha scritto sia per chi ha avuto la fortuna di crescerci insieme. La qualità e l'abbondanza di articoli di approfondimento, corsi, sperimentazioni erano tali da rendere molti articoli validi ancora oggi a quasi trent'anni di distanza.
Non c'è più stata una rivista come MC e non solo in ambio informatico.
Ma ci sarebbe ancora spazio per una rivista così?
 


 

Da: Lorenzo Z.

Appena ho visto la copertina speravo che cliccandola si caricasse il pdf con la rivista. Sniff. Pero' come sarebbe bello rifarla trent'anni dopo ! Magari proprio come PDF da leggere su un moderno lettore di e-book o sul iCOSO....
Perche' no ? Si potrebbe provare a fare un un bel call for papers :-)

 


 

Da: Roberto C.


Sono tornato casualmente per controllare un link delle scansioni di MC da inserire in una raccolta di articoli e documenti che sto preparando per celebrare i miei 30 anni di attività informatica (il compleanno sarà proprio l'11 settembre prossimo)
Conservo ancora una gran quantità di riviste MC che sono state utilissime nel mio percorso di crescita, che bello essere coetanei "informaticamente parlando" di un tale colosso!
Le pagine sono in preparazione su strawberryfield.altervista.org

 


 

Da: Fernando B.


Grande AdP !!! Nostalgia e affetto !!! Bello ricordarsi certe cose e valorizzare il lavoro fatto con tanta tenacia e dedizione !!! Certo che il primato italiano dell'INFORMATICA con persone come voi non vada dimenticato e Federico Faggin oppure i vari primati dell'Olivetti e delle varie aziende italiane !!!
Spero che i ragazzi di oggi si rendano conto di quanto sia stato difficile essere degli informatici all'epoca anche se la voglia e l'entusiasmo NON CI SONO MAI MANCATI !!!

 


 

Da: Massimo N.

 

Caro AdP....farci del male così....è sempre giusto ?????
Un abbraccio !!!!!
 


 

Da: Giorgio L.


Bé, ogni tanto Andrea potrebbe regalarci almeno qualche altra falsa copertina. Giusto per continuare a sognare. :-)

 


 

Da: MazE

Sta scherzando Mr. AdP!

Che dire, ricordo bene sia l'inizio che la fine di quell'avventura, che sebbene da solo lettore, fu anche mia.

In quel settembre mi accingevo ad iniziare la facoltà di ingegneria e la copia di MC fu un lenitivo mensile per tutti quei "terribili" anni, fonte di ispirazione per slanci d'entusiasmo che in quel di Pisa trovavano terra fertile. La presenza di un Apple II nel nostro appartamento e le conseguenti nottate assembler, foraggiate da quelle mitiche pagine, contribuirono non poco ad andare fuori corso.

Ricordo bene anche quella tragica estate, quando setacciavo tutte le edicole dei più remoti paesini sardi nella speranza sempre più flebile di trovare l'agognata rivista, sotto lo sguardo stupito di mia moglie che ancor oggi non si capacita della presenza in casa di quell'inamovibile, pesantissimo scatolone pieno zeppo di riviste.

Salutoni
 


 

Da: ST

Ho iniziato a leggere Mc casualmente: avevo poco più di 10 anni e fu anche nel mio casao per errore in quanto cercavo anch'io Micro e Personal Computer! Poi gli ho comprati quasi tutti e li conservo ancora! Quanti ricordi!!
 


 

Da: Flavio B.

Anch'io ero un assiduo lettore di MC.
Praticamente e' stata la mia guida nel mondo dell'informatica dal Commodpre 64in avanti.
Ho avuto le prime nozioni su Internet, sulla posta elettronica, ecc.
Quanta nostalgia... e ricordi.
 


 

Da: Lodovico D.

sto piangendo di notte sul letto davanti al portatile !
ma mi sento giovane
Un saluto vecchio/giovane pazzo
PS: mia moglie mi ha appena costretto a buttare la collezione completa di MC e M&P, (ma che diavolo... e mica sei un bambino hai 4 figli, serve spazio, sono vecchi e puzzano !) ma non mi è costato tanto visto che ora sono on line :)
 


 

Da: Marco Peek&Poke

MCmicrocomputer.
Quando da "piccolo" ne parlavo in casa e con gli amici, pochi conoscevano non solo la rivista, ma anche ciò che rappresentava.
Per me rappresentava una passione, una rivista che mi ha accompagnato nell'approfondimento di questa passione fino a portarmi "a braccetto" al lavoro, che faccio ancora oggi... ma senza la compagnia di MC, perchè MC non c'è più.
Ricordo quando avevo l'abbonamento ma non riuscivo ad attendere la lentezza delle spedizioni postali, così venivo direttamente in sede a ritirare la mia copia.
Sono passato da voi molte volte ;-)
Tra l'altro abitavo dalla parte opposta di Roma e mi spostavo coi mezzi pubblici, così per quando riuscivo a tornare a casa avevo già letto buona parte della rivista.
Eppure non vi ho mai scritto, un problema di timidezza che ad oggi l'età ha portato via... ma oggi MC non c'è più.
MC mi ha fatto compagnia sempre, affiancandomi dal VIC-20 al C-64, dall'Amiga 1200 all'Olivetti M24, da un Tandon AT al mio primo autocostruito 486DX, dal mio primo Pentium al mio primo portatile...
E ancora dall'MS-DOS a Windows, poi "tradito" per Linux... ma quest'ultimo passaggio l'ho dovuto fare da solo.
MCmicrocomputer.
Quando ne parlo oggi in ufficio o con gli amici, nessuno la conosce, ma io non la dimenticherò mai.

PS: secondo me la veste grafica, logo compreso, per il trentennale sarebbero cambiati...

 


 

Da: Nicola L.

Mi è quasi uscita una lacrimuccia....
Sigh,come vorrei che MC tornasse in edicola!!!!
 


 

Da: Flavio C.

Una pietra miliare di storia. Custodisco ancora la t58c texas con la quale mi divertivo a programmare le formule di thiele e small per l'autocostruzione di diffusori acustici che grazie a suono e audio review erano rese note ai lettori proprio in quei anni. Ricordo poi i fortunati articoli bass64 per il commodore .
 


 

Da: Ivan

Mi leggevo i numeri di MC in biblioteca....
Mi viene da piangere!! :)
 

 


 

Da: Massimo M.

Che nostalgia! Della vecchia informatica (mica la chiamavamo IT allora) e del vacchio MC, soprattutto i vacchi numeri fantasmino+pacman (da quando eravate passati alla nuova veste grafica più seria ho cominciato ad annoiarmi). Grazie per avermi ricordato i vecchi tempi! Vedrò di tornare qui spesso.

 



Da: Enrico M.

Grazie Andrea, era un piacere leggerti su MC ai tempi che furono ed è un piacere rileggerti oggi. Purtroppo oggi non c'è più poesia, con MC era diverso.
 


 

Da: Carmine C.

Capperi, che viaggio a ritroso che ho fatto!
Sono cresciuto con MC tra le mani, sognando ad occhi aperti e facendo esperimenti con lo Spectrum, l'MSX e l'Amiga.
A casa conservo (abitudine che i miei genitori non hanno mai approvato) le raccolte di MC, Automobilismo, Quattroruote (purtroppo non complete).
Fantastico!
 



Da: Claudio L.

Ho anch'io il primo numero di MC, ma ancora più emozionante è il numero 1 di M&P Computer (il predecessore....) del Settembre 1979.
 


 

 

 


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