Articolo pubblicato sul n.     di Reflex (Editrice Reflex Srl - Roma) nell'aprile 1994

Reflex


Apple Computer

di Andrea de Prisco

Uno dei più recenti campi di applicazione dell'informatica è senza dubbio l'elaborazione digitale dell'immagine. All'inizio, i computer, venivano utilizzati quasi esclusivamente per applicazioni scientifiche o commerciali, non essendo ancora disponibile, quantomeno a prezzi ragionevoli, l'hardware specifico per nuove applicazioni. Negli ultimi anni, saturato ormai da un pezzo il mercato informatico tradizionale, l'industria informatica ha guardato con occhio sempre più attento ogni possibile applicazione non convenzionale (se è possibile utilizzare questo termine) con il ben preciso obiettivo di conquistare una propria fetta di mercato. E' questo un campo in cui vige sicuramente la regola "chi tardi arriva male alloggia" e spesso, addirittura, lo stesso detto può essere pronunciato in maniera diversa, con un significato ben più profondo (e interessante...): "chi prima arriva, fa lo standard". Così è successo, negli anni, nei vari campi applicativi dell'informatica moderna, dove le aziende, quando hanno la sfortuna di combattere per lo stesso tipo di clientela, fronteggiano vere e proprie battaglie all'ultimo sangue, finendo il più delle volte in tribunale a far valere i propri diritti su una determinata tecnologia o più semplicemente su una ben precisa idea di cui rivendicano la paternità. E' successo, ad esempio, tra Intel e AMD (due noti costruttori di microprocessori, il primo sicuramente più del secondo) riguardo i microprocessori 386 e 486 (che equipaggiano la maggior parte dei computer IBM compatibili), combattendo la battaglia su vari fronti, dalla vera e propria violazione di brevetto al nome stesso del chip, anche quello inventato da Intel. Sul lato del software, Microsoft è stata più volte citata in tribunale da Apple, con l'accusa di aver violato i brevetti sull'interfaccia utente dei computer Macintosh (prodotti dalla prima) nella realizzazione di Windows (opera della seconda) che consente a qualsiasi computer IBM compatibile di avere un'interfaccia utente basata su icone, finestre e mouse, in maniera simile (ma per nulla identica) a quella Apple.
Tornando all'elaborazione digitale delle immagini, non possiamo non riconoscere ad Apple una vera e propria leadership nel settore, grazie anche alle sue macchine particolarmente indicate per questo tipo di applicazioni. Diciamo, per essere più precisi, che Apple è stata in un certo senso catapultata in questo settore dagli stessi utenti. Le macchine Macintosh sono utilizzate prevalentemente nel settore editoriale, per effettuare l'impaginazione grafica di riviste, libri, dépliant, pubblicazioni varie. Inutile dirvi che anche Reflex è impaginata completamente utilizzando i Macintosh più, naturalmente, gli opportuni programmi software di impaginazione elettronica. Da quest'ultima all'elaborazione digitale delle immagini in passo è molto più breve di quanto possa sembrare. Mentre, fino a pochi anni fa, l'impaginazione elettronica veniva utilizzata prevalentemente per posizionare i testi lasciando in pratica dei "buchi" sulla pagina per montare, successivamente e in maniera manuale, le varie illustrazioni della nostra pubblicazione, oggi, grazie alla disponibilità di computer sempre più potenti, l'impaginazione comprende anche le immagini, consentendo di portare in tipografia un disco contenente tutta la rivista pronta per la stampa. Immagini quasi mai utilizzate al naturale, ma di solito tagliate, ridimensionate, scontornate, o più in generale modificate. E così, accanto ai programmi di impaginazione vera e propria, sono nati i programmi per il trattamento dell'immagine che ovviamente non si limitano a soddisfare le più o meno banali esigenze di chi deve semplicemente impaginare le riviste, ma rappresentano veri e propri strumenti produttivi per realizzare in maniera rapida e precisa modifiche all'immagine che con i mezzi tradizionali impegnerebbero l'utente per svariate ore.
Tutti questi progressi software sono sempre stati preceduti da nuove conquiste dell'hardware, con la disponibilità di nuove macchine sempre più potenti, con le quali diventava possibile eseguire in pochi secondi operazioni sempre più complesse.
In Apple, proprio in queste settimane, stiamo assistendo forse ad una delle più grandi rivoluzioni di questa azienda, seconda solo alla nascita del Macintosh di cui, proprio pochi mesi fa, è stato festeggiato il decimo anniversario. Si tratta della presentazione di una moderna linea di computer, basate su un nuovissimo microprocessore RISC (Reduced Instruction Set Computer, computer con un set di istruzioni ridotto... ma velocissime) denominato PowerPC e nato dalla cooperazione di tre grandi aziende di livello mondiale: IBM, Motorola e la stessa Apple. I nuovi Macintosh (non a caso denominati Power Macintosh) offrono caratteristiche di velocità da due a quattro volte superiori per quanto riguarda i calcoli tradizionali e fino a dieci volte superiori se si tratta di applicazioni in virgola mobile, ovvero quelle in cui è necessario effettuare pesanti calcoli matematici.
Tutto quello che siamo abituati a fare con un normale Macintosh, da oggi in poi potremo farlo mediamente in un quarto del tempo, ma è facile attendersi, a questo punto, la nascita di nuove applicazioni che, in un tempo normale, offrano potenzialità quattro volte maggiori, permettendoci ad esempio elaborazioni prima impensabili a causa dell'enorme complessità computazionale dietro nascosta.


(Riquadro)

Apple QuickTake 100
Fotografia digitale pura


Prima o poi doveva accadere. Lo sapevamo benissimo e aspettavamo (con ansia) l'avvenimento. Che dietro questo ci fosse la Apple potevamo solo sperarlo, visto che i suoi Macintosh sembrano fatti apposta per l'elaborazione digitale di immagini.
Poi il vero e proprio annuncio: Apple Computer, in collaborazione (udite, udite!) con Kodak, presenta la prima macchina fotografica a colori completamente digitale, in grado di memorizzare le immagini nella sua memoria interna, per poi scaricarle sul computer per la successiva utilizzazione, elaborazione, stampa. Non che sia una novità in assoluto: già da tempo esistono apparecchi simili capaci di lavorare solo in bianco e nero, ma la QuickTake 100 (questo il suo nome) essendo a colori e ben integrata nel sistema Apple, nel quale l'elaborazione digitale delle immagini trova ogni tipo di strumento, farà sicuramente parlare di sé molto più dei suoi timidi predecessori.
QuickTake 100 è un apparecchio leggero e portatile, indicato per un utilizzo professionale, didattico e creativo, funzionante con ogni modello da tavolo o portatile di computer Macintosh o Windows. Semplicissima da usare (è sufficiente inquadrare il soggetto e scattare), la QuickTake 100 incorpora le funzioni fondamentali delle macchine fotografiche completamente automatiche, come il flash incorporato e l'esposizione programmata. Effettuate le riprese, sono sufficienti pochi secondi per trasferire le immagini dalla macchina fotografica al computer per arricchire, utilizzando qualsiasi applicazione standard, documenti professionali, presentazioni, rapporti o progetti.
Con un peso di 450 grammi (batterie comprese), QuickTake 100 è portatile e facile da utilizzare. E’ equipaggiata con un flash automatico incorporato e con un display dotato di semplici icone danno informazioni su: flash, autonomia batterie, numero di immagini, risoluzione selezionata e autoscatto. E' possibile scegliere fra due formati di immagine: 320x240 e 640x480 pixel, in tutt'e due i casi sfruttando 16,7 milioni di colori, memorizzando fino a trentadue immagini in bassa risoluzione o otto in alta risoluzione (o un numero intermedio utilizzando un po' l'una, un po' l'altra risoluzione) prima di trasferirle sul computer. Per l'alimentazione, QuickTake 100 utilizza comuni batterie a stilo formato AA ed è fornita con tre batterie ricaricabili al Nichel Cadmio e un caricabatterie per il collegamento alla tensione di rete.
Per trasferire le immagini sul computer bastano pochi secondi: si collegano i due dispositivi con un cavo seriale e si lancia il programma di gestione QuickTake. A questo punto, sempre utilizzando il mouse del computer, possiamo scegliere le immagini da visualizzare o da trasferire all'interno del computer per successive applicazioni. Tramite computer è anche possibile pilotare la macchina fotografica, così come traferire direttamente le immagini appena riprese all'interno dello stesso. Utilizzando in questa modalità QuickTake 100 con un computer portatile è possibile aumentare a dismisura l'autonomia di ripresa (relativamente al numero di immagini) potendo contare sulla capacità di memorizzazione dell'hard disk del computer ad essa collegato.
Una volta caricata un’immagine nel computer è possibile ritoccarla e manipolarla a piacere, per esempio ritagliandola, dimensionandola o ruotandola. Ulteriori e più sofisticate elaborazioni possono essere ottenute con PhotoFlash, un programma Apple molto semplice da utilizzare, ma anche potente nelle sue funzioni, che in moltissimi casi può sostituire le complicate applicazioni di elaborazione delle immagini. PhotoFlash è disponibile opzionalmente (nella versione in lingua inglese) ad un prezzo indicativo di circa 360.000 IVA esclusa.
Riguardo la disponibilità di QuickTake 100, la Apple intende venderla attraverso i suoi rivenditori autorizzati. La versione Macintosh della macchina fotografica QuickTake 100 sarà disponibile dalla fine di aprile1994, mentre quella Windows è prevista per giugno 1994.

La tecnologia di QuickTake 100

Obiettivo, otturatore, diaframma:
L’obiettivo a cinque elementi è a fuoco fisso, ha una lunghezza focale equivalente a un obiettivo da 50 mm su una macchina fotografica da 35 mm, e non richiede messa a fuoco da parte dell’utente (la profondità di campo si estende da 1,2 metri all’infinito). L'apertura del diaframma è controllata automaticamente dall’elettronica e varia tra 2,8 e 16. I tempi di esposizione variano da 1/175 di secondo fino a 1/30. Il mirino è di tipo galileiano.
Due risoluzioni:
Con QuickTake 100 è possibile utilizzare due risoluzioni: standard (320 x 240 pixel) e alta (640 x 480 pixel). Il modo standard è adatto alle presentazioni basate su computer, o per immagini fotografiche di piccolo formato stampate su dispositivi di output ad alta risoluzione e a toni continui. Il formato ad alta risoluzione può essere utilizzato per immagini da posizionare in pubblicazioni stampate in offset di qualità paragonabile a quella di un quotidiano (le immagini offrono la massima resa fino a formati di 12,6 x 8,9 cm) e presentazioni multimediali a schermo pieno.
Immagini in memoria:
Le foto scattate, fino a 32, sono immagazzinate nella memoria digitale della macchina fotografica. Il sistema conserva le immagini per almeno un anno, anche se l’utente si dimentica di inserire nuove batterie o collegare un alimentatore di rete.
Flash automatico e manuale:
Il flash allo xenon incorporato si attiva automaticamente per fornire, quando necessario, un’illuminazione appropriata. Si può tuttavia disattivarlo (per esempio in situazioni di retroilluminazione o per eliminare le ombre). Il tempo di ricarica è di sette secondi.
Alimentazione di rete o a batteria:
QuickTake 100 può essere alimentata da batterie NiCd o al litio ricaricabili. La macchina fotografica è completa di batterie NiCd ricaricabili e un caricabatterie a tensione di rete. La macchina fotografica può anche essere collegata a un alimentatore di rete opzionale


News

IBM image retrieval

I laboratori di ricerca della IBM stanno sviluppando un interessante metodo di ricerca delle immagini memorizzate su computer denominato "Query By Image Content" (QBIC) grazie al quale sarà possibile selezionare le immagini utilizzando le forme, i colori e superfici contenute in esse.
Per esempio una forma di pesce può essere disegnata con un mouse o digitallizzata con un scanner, e passata al computer che avrà il compito di cercare nella libreria delle immagini tutte quelle che contengono la forma di un pesce e visualizzarle sullo schermo. Il sistema lavora meglio quando le immagini nella libreria sono state processate con l'assistenza di un operatore per indentificare le forme chiave in esse contenute, ma è comunque possibile effettuare questa fase automaticamente (sebbene con minore accuratezza). La ricerca basata sui colori e sulla conformazione delle superfici permette all'utente di richiamare un insieme di immagini selezionate con questo criterio.
QBIC offre in pratica una tecnica di visualizzazione, differente da qualsiasi metodo tradizionale, per organizzare e ricercare materiale di questo tipo.
Wayne Niblack, responsabile del progetto QBIC Almaden Research Center dell'IBM in California, intravede svariate applicazioni future di questo metodo e precisa che QBIC è ancora nella sua fase iniziale e il riscontro dagli utenti avrà importante influenza sulla sua evoluzione. Vede, inoltre, QBIC non come uno strumento di decisione finale ma come un potente filtro che consentirà una prima selezione delle immagini, lasciando la scelta finale all'utente.

Collage per Photoshop

Lavorando nel campo dell'elaborazione digitale con immagini ad alta o altissima risoluzione, avendo a che fare sempre con alcuni milioni di byte, nonostante la potenza oggi offerta dai computer è facile innescare procedimenti che impegnano la macchina anche per molti minuti di seguito. Dovendo effettuare molte elaborazioni sulla stessa immagine (prima l'applicazione di un determinato filtro, poi un taglio, una correzione, un altro filtro ecc.ecc.) dato che ogni passaggio può impegnare il computer per tempi più o meno lunghi, l'intera elaborazione può tenere incollato l'operatore al computer anche per intere ore. La soluzione a questo tipo di problema, ci viene offerta dalla software house Specular International che propone un modulo aggiuntivo denominato Collage per il ben noto programma di elaborazione digitale Adobe PhotoShop, grazie al quale sarà possibile lavorare rapidamente su immagini a bassa risoluzione per posticipare al termine della lavorazione l'elaborazione effettiva sull'immagine definitiva. In altre parole l'operatore può effettuare tutte le sue elaborazioni utilizzando un'immagine a risoluzione video (poche centinaia di migliaia di byte), controllando immediatamente gli effetti di ogni sua operazione per ottenere in tempi molto ridotti la visualizzazione del risultato finale. Solo a questo punto, quando è soddisfatto delle varie modifiche effettuate, può richiamare l'immagine ad alta risoluzione (quella che poi verrà utilizzata per il risultato finale) e richiedere al computer di effettuare su questa tutte le elaborazioni effettuate sull'immagine a bassa risoluzione. Naturalmente da questo momento il computer non richiede più alcun intervento umano e quindi l'operatore può dedicarsi ad ogni altra attività mentre l'immagine definitiva viene prodotta.

Virus e PhotoCD

Il pericolo di virus informatico riguarda anche i PhotoCD? Può sembrare strano, ma è quello che è stato riferito dal alcuni esperti sulla stampa specializzata estera. Il problema, ammesso che lo sia, non riguarda certamente gli utenti domestici del sistema, ovvero quelli che utilizzano il PhotoCD per vedere in TV le proprie immagini e che si rivolgono ai laboratori per l'eventuale, successiva, stampa. Potrebbe (usiamo il condizionale finché non verrà fatta luce sulla notizia) riguardare gli utenti professionali, quelli che utilizzano il PhotoCD sul computer per effettuare, ad esempio, elaborazioni digitali delle immagini. In Kodak minimizzano il problema, dichiarando, a ragione, che un eventuale virus non può avere effetti sul PhotoCD. Richard Ford, giornanista di Virus Bulletin, dichiara che prendere le opportune precauzioni non è mai sbagliato: è sempre conveniente effettuare un controllo antivirus anche sul PhotoCD prima dell'utilizzo. Non si sa mai...

Apple Color StyleWriter Pro

La nuova stampante a colori a getto d'inchistro per sistemi Macintosh, Color StyleWriter Pro, è in grado di offrire documenti a colori di qualità professionale a un prezzo molto competitivo: 1.250.000 lire (prezzo indicativo, IVA esclusa). Indicata per la piccola azienda, per i professionisti e per l’ambiente domestico, la Color StyleWriter Pro offre stampa di alta qualità, ottima resa del colore e una notevole versatilità. Grazie alla sua risoluzione di 360 punti per pollice (dpi), la stampante è in grado di riprodurre con una qualità superiore del 44% rispetto ai 300 dpi standard.
Tramite ColorSync è possibile effettuare la taratura del colore assicurando la corrispondenza tra le immagini a colori visualizzate sul monitor del computer e l’output della stampante. Tre le modalità di stampa offerte ColorSync: fotografica, grafica commerciale o colori speciali.
L’impiego di cartucce separate per i vari colori riducono sensibilmente i costi di stampa.Diversamente dal passato, quando l’uso di una cartuccia unica per tutti i colori portava a un grande spreco di inchiostro, la scelta effettuata per Color StyleWriter Pro consente la sostituzione del solo colore esaurito.
All’ottimizzazione dei costi contribuiscono anche l’uso di carta comune e un’opzione di stampa in modo bozza che utilizza una minore quantità di inchiostro. Per risultati di maggiore qualità o ulteriore flessibilità di impiego è possibile usare anche altri tipi di supporto, per esempio lucidi per proiezione. Color StyleWriter Pro stampa fino a due pagine per minuto in monocromatico e mezza pagina al minuto a colori.


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