Articolo pubblicato sul n. 135 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nel dicembre 1993

MCmicrocomputer


Prove prodotti:
Vobis Highscreen Handy 486 SX-25

di Andrea de Prisco

Il "concetto" di computer portatile e' variato, nel corso degli ultimi anni, in maniera sorprendente ancorche' in modo non del tutto prevedibile. Se da una parte era facilmente ipotizzabile che i portatili diventassero sempre piu' leggeri e compatti, dall'altra abbiamo assistito ad un progressivo e inspiegabile aumento delle prestazioni offerte, come se per prendere appunti o rivedere i conti col nostro spreadsheet fosse sempre e comunque necessario disporre di enormi memorie di massa e di ancor piu' esagerate potenze di elaborazione. Sappiamo benissimo che presto qualche costruttore "pazzo" tirera' fuori un notebook basato su Pentium, anche se dotato di una ventola talmente rumorosa da non consentirne l'uso all'infuori di una fabbrica metalmeccanica e con autonomia di funzionamento limitata a pochi colpi di clock.Copertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo

Alcuni anni fa, agli albori dell'informatica "portatile" abbiamo visto (e qualcuno, sicuramente, comprato) computer pesanti svariati chilogrammi, con batterie ricaricabili da sollevamento pesi, con autonomia di funzionamento di si' e no un'ora. L'hard disk poteva essere al massimo da 20 mega e generalmente si trattava di sistemi chiusi, senza alcuna possibilita' di espansione al di fuori delle periferiche standard collegabili esternamente. Le prestazioni non erano entusiasmanti, ma nessuno ci faceva poi tanto caso dal momento che il software allora in circolazione non necessitava, in verita', di grosse potenze di calcolo. In compenso gli schermi erano di dimensioni piu' che accettabili (un po' meno la visibilita'), ma soprattutto le tastiere erano vere e proprie tastiere e non agglomerati di tasti mal funzionanti.

Solo in tempi ben piu' recenti apparvero i notebook, che per primi, di diritto, poterono chiamarsi veri e propri computer portatili. Dai notebook i "sub-notebook" che erano sempre piu' portatili ma sempre meno usabili.

No, cosi' proprio non va: se non si possono superare i limiti fisici (contro i quali, allo stato attuale, non si puo' fare proprio nulla) della ridotta autonomia strettamente correlata con la riduzione di peso e delle dimensioni, parimenti non si debbono superare i limiti ergonomici di una macchina. Piu' volte abbiamo ripetuto in queste pagine che i portatili non devono essere solo "portati" ma soprattutto "usati". Ben venga quindi ogni riduzione di peso o di dimensione, purche' questa non sia a scapito della "usabilita' ". Molte volte ci e' capitato di provare macchine nelle quali le "dimensioni ridotte" erano ottenute utilizzando tastiere dalla corsa dei tasti talmente ridotta da risultare inusabili. Trackball integrate poste in posizioni irraggiungibili e funzionanti alla meno peggio proprio per colpa delle ridotte dimensioni della pallina.

La macchina che ci accingiamo a provare in queste pagine ha, dalla sua, alcuni veri e propri primati. Basata su un 486SX a 25 megahertz (senza coprocessore matematico), si fa subito notare per le sue ridottissime dimensioni. Ben piu' piccolo di ogni altro notebook, ha il grande vantaggio di non cadere nella fascia inferiore, quella dei "sub-notebook", molto belli ma difficilmente usabili. La tastiera, oltre ad essere di formato standard (per un portatile, s'intende!), ha un tocco dei tasti a dir poco stupefacente, che ben poco ha da invidiare alle tastiere dei sistemi da tavolo. Beh, forse un po' stiamo pure esagerando, ma volevamo rendere bene l'idea.

Le dimensioni cosi' ridotte sono dovute ad un'eccellente ingegnerizzazione della scheda elettronica, ma soprattutto alla mancanza del drive interno per floppy disk, fornito a corredo come periferica esterna. Qui potremmo disquisire per ore intere sull'opportunita' di una simile scelta, ottenendo come unico risultato il ben noto proverbio "non possiamo avere la botte piena e il computer ubriaco". Senza voler anticipare le conclusioni di questa prova, possiamo pero' dirvi che la soluzione, gia' collaudata da altri costruttori, ci sembra tutto sommato azzeccatissima. Il notebook, per la sua stessa natura, non puo' e non deve sostituire il computer da tavolo ma rappresentare, semmai, un suo logico complemento. Deve sicuramente offrire tutto quello che il computer da tavolo non puo' dare (la trasportabilita', ad esempio) mentre puo' sicuramente fare a meno di tutte quelle caratteristiche non strettamente indispensabili. E' indispensabile avere una buona tastiera e un buon display, si puo' tranquillamente fare a meno di un drive incorporato che useremo solo pochissime volte. Se non siamo di quest'avviso, e' ovvio che questo non e' il computer che fa per noi, pero' poi non ci lamentiamo se la nostra valigetta e' terribilmente pesante...

 

All'esterno

 

Le dimensioni del Vobis Highscreen Handy non sono, come gia' detto, esasperatamente ridotte. Sono tali, pero', da farsi subito notare. Diciamo che difficilmente sara' possibile produrre un notebook di dimensioni minori senza inficiare le caratteristiche ergonomiche del prodotto. Che nel caso di questo computer sono di tutto rilievo.

A toccarlo, il piccolo Handy sembra proprio un oggetto molto robusto. La plastica utilizzata e' di ottima qualita', colore "doppiopetto grigio", rifinita con una micro¬porosita' esterna piacevole al tatto. Tutt'intorno, numerosi sportellini, proteggono le molte doti nascoste di questo cucciolo di portatile. Cominciamo dal fondo della macchina, dove sono presenti ben tre alloggiamenti. Il primo, largo quasi come tutto il computer, contiene il blocco batterie ricaricabili. Non essendoci scritto nulla sulla tecnologia utilizzata, si trattera' molto probabilmente di normali celle al nichel cadmio: forniscono 1400 mA/h a 12V. Un secondo sportellino di dimensioni maggiori consente di inserire una eventuale espansione di memoria. La macchina ha di serie gia' 4 megabyte e, utilizzando un modulo da 16 megabyte, puo' raggiungere quota 20. Tenendo presente che piu' memoria installiamo piu' il portatile consuma e minore e' l'autonomia di funzionamento, consigliamo vivamente di non espandere a dismisura il sistema dimenticando, come spesso accade, che non si tratta di un tower ma di un notebook. Il terzo alloggiamento presente sul fondo si affaccia, in verita', anche sul lato destro della macchina. Si tratta dell'hard disk rimovibile che possiamo sostituire in pochi attimi per "moltiplicare" la memoria di massa. Se, di contro, non siamo interessati alla sostituzione rapida ma desideriamo un unico hard disk di maggiore capacita', con poche, semplici, operazioni possiamo sostituire l'unita' da 80 megabyte con una di maggiori dimensioni utilizzando il medesimo cassettino porta disco e svitando e riavvitando quattro viti in tutto.

Sul lato destro della macchina, dove abbiamo detto si affacciava anche l'hard disk rimovibile, troviamo l'interruttore di alimentazione, la presa per l'alimentatore/ca¬ri¬ca¬batterie e i due pulsati, destro e sinistro, della trackball integrata che incontreremo tra breve. Il lato opposto del portatile ospita l'alloggiamento per una scheda PCMCIA tipo II e la presa per il drive esterno fornito a corredo. E' questa un'unita' molto compatta, leggera, che trova posto nella bella e comoda borsa per il trasporto fornita a corredo. Siamo un po' meno soddisfatti del cavo di collegamento macchina-drive inutilmente lungo una sessantina di centimetri (ingombra piu' del drive stesso) e realizzato con un cavo multipolare grosso e semirigido tipo cavo stampante. Forse sarebbe stato meglio evitare l'uso di un cavo, ingegnerizzando diversamente il collegamento e facendo in modo che il drive si agganciasse in qualche modo direttamente con il portatile come avveniva, ad esempio, con i Travelmate T2000 della Texas Instruments.

La nostra visita guidata all'esterno dell'Highscreen Handy si conclude con il lato posteriore che comprende, come al solito, l'interfacciamento con il mondo esterno. Lo sportello di protezione, in plastica, e' largo come tutta la macchina e in mezzo e' presente un ulteriore sportellino asportabile in metallo che nasconde il connettore per il box di espansione. E' cosi' possibile collegare il computer alla docking station senza aprire lo sportello posteriore. Alternativamente e' possibile collegare un modulo denominato EasyPort che ci permette di collegare a questo tutte le periferiche risparmiando tempo ogni volta che useremo il portatile sulla nostra scrivania: collegando il modulo EasyPort al notebook con un unico, semplice, movimento otterremo l'immediato collegamento di tutti i dispositivi.

Le interfacce disponibili sul retro del portatile sono le classiche seriale, parallela, mouse/tastiera esterna, monitor esterno VGA con risoluzione 1024x768 pixel.

Agendo sul comando di sblocco anteriore accediamo al vano tastiera e display, veri fiori all'occhiello del piccolo Handy. Nell'angolo in basso a destra e' situata la trackball integrata. Come abbiamo gia' detto, alla sua destra, esternamente, troviamo i due pulsanti destro-sinistro, facilmente raggiungibili se ruotiamo la "palletta" con il pollice della mano destra. Utilizzando l'indice, non sara' possibile avere il controllo dei due tasti a meno di non utilizzare anulare e medio con la mano in una posizione yoga. La posizione della trackball in basso a destra non e' certamente delle migliori in quanto per adoperarla e' necessario allontanare la mano dalla tastiera: migliore sarebbe stato un posizionamento alla "PowerBook" con la pallina al centro della fascia antistante la tastiera, poco sotto la barra spaziatrice, ma avrebbe interferito con la batteria ricaricabile situata all'interno. Accontentiamoci di tale posizione della trackball integrata e andiamo avanti. Come gia' detto nell'introduzione, la tastiera e' di ottima fattura per quanto riguarda la precisione e la sensibilita' dei tasti. La disposizione di questi non ci fa fare i salti di gioia a causa della presenza dei tasti Home, End, PgUp, PgDown a ridosso dei piu' vitali Enter e BackSpace: e' facile che i primi interferiscano quando accediamo ai secondi, specialmente quando digitiamo con una certa velocita' e siamo abituati ad utilizzare le tastiere estese dei PC da tavolo. I tasti funzione sono tutti disponibili in prima battuta e non manca all'appello, come in ogni portatile, un tastierino numerico "immerso".

Tra la tastiera e il display troviamo una nutrita serie di spie, i due cursori a slitta per regolare la luminosita' e il contrasto del display, un pulsante per porre il computer in stato di standby. Le spie riguardano l'alimentazione a rete, la carica delle batterie, lo stato di standby, la velocita' "turbo" del processore, l'accesso all'hard disk, gli stati NumLock, CapsLock e ScrollLock.

Ottimo, per finire, il display a cristalli liquidi che offre una visibilita' pressoche' perfetta, grazie al buon contrasto e alla retroilluminazione molto regolare. Peccato solo che non sia a colori...

 

L'interno

 

Per "spiare" il livello costruttivo interno del piccolo Handy, non ce la siamo sentiti di smontarlo pezzo per pezzo, ma ci siamo limitati a dare una sbirciatina sotto la tastiera e nel vano per l'espansione di memoria. Quell'idea di robustezza che si ha maneggiando il portatile Vobis e' sicuramente confermata da un livello costruttivo interno a dir poco ineccepibile. La scheda elettronica e' ben ingegnerizzata, con i componenti assemblati in tecnologia SMD saldati (naturalmente) su entrambi i lati del circuito stampato. Il processore, Intel, e' posizionato sulla faccia inferiore nei pressi della memoria di sistema, e' privo di aletta di raffreddamento, e per mantenere la sua temperatura entro limiti accettabili sfrutta semplicemente una presa d'aria posta sul lato inferiore.

 

Per finire

 

Il giudizio finale riguardo il piccolo Highscreen Handy 486 SX-25 non puo' che essere estremamente positivo. L'unico dubbio potrebbe riguardare l'unita' a floppy disk esterna. Personalmente mi sono sempre battuto per questa soluzione che mi auguravo si avverasse sin dai tempi dei primissimi portatili, dotati di sola unita' dischetti. Molti anni sono passati da allora e tantissimi portatili sono passati sotto le nostre mani per le prove su strada di queste macchine. Portatili di ogni tipo, dai piu' semplici ed economici a vere e proprie belve, spesso piu' nell'aspetto che nelle prestazioni, al punto da farci chiedere se la teoria della relativita' riguardasse anche il "concetto" di portatile. Il piccolo Highscreen provato questo mese e', giudizio assolutamente personale, un portatile ideale. Ha tutto quello che serve in un computer portatile senza essere troppo "di peso" durante il trasporto. Ha un processore abbastanza potente che non consuma cosi' tanto da richiedere enormi batterie ricaricabili ne' necessita di una rumorosa ventola di raffreddamento, dispone di uno slot PCMCIA con il quale e' possibile espandere il sistema in vari modi, ha una tastiera precisa e affidabile nonche' un display dalla visibilita' ottima: che cosa desiderare di piu'?

Anche il prezzo di vendita, 3.090.000 IVA compresa (se fate due calcoli e un giro intorno vi renderete presto conto di quanto sia incredibilmente basso), puo' essere interpretato come un buon invito all'acquisto. Se cercate un portatile realmente "portatile", con caratteristiche di tutto rilievo, ma con alcuna pretesa di sostituire il computer desktop prendete in considerazione anche il Vobis Highscreen Handy. Non vi deludera'.

 

Riquadro

 

Due parole su Vobis

 

Sebbene da poco tempo presente anche in Italia, Vobis e' considerata come la piu' importante catena di vendita europea di personal computer. Se consideriamo la sola Germania, la Vobis possiede una quota di mercato pari al 15.3% nel settore personal computer; in Europa, con i 400.000 e piu' PC venduti (fatturato 1992 1.500.000.000 di marchi) mantiene incontrastata la leadership di mercato. In Italia Vobis e' presente dal marzo 1992 con 14 punti vendita diretti in molte citta' del nord e, con due negozi, anche a Roma. E' inoltre presente all'interno della rete distributiva Metro.
La ricetta di tanto successo e' dovuta ad una semplice quanto azzeccata formula di vendita basata sulla completezza dell'offerta, sull'assistenza all'utente e sui prezzi particolarmente aggressivi dei prodotti. Vobis, riguardo quest'ultimo aspetto, gioca in contemporanea su due fronti: la vendita per corrispondenza e l'apertura diretta ai negozi saltando un intermedio importatore-distributore che avrebbe aiutato a far lievitare i prezzi. La completezza dell'offerta e' assicurata da una vasta gamma di prodotti venduti che va dalla linea completissima di computer e periferiche Highscreen (tower, desktop, notebook, stampanti, monitor, mouse, ecc.) ad altri prodotti hardware Hewlett Packard, Epson, Olivetti o software Microsoft (per la quale cura la vendita dell'intero catalogo). L'assistenza all'utente e' organizzata attraverso la rete di negozi e presso la stessa Vobis attraverso un servizio di Hot Line per la soluzione di tutti i problemi urgenti.


Articolo pubblicato su www.digiTANTO.it - per ulteriori informazioni clicca qui