Articolo pubblicato sul n. 169 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) del gennaio 1997

MCmicrocomputer


Prove prodotti:
Texas Instruments TravelMate 6050

di Andrea de Prisco

Al nome Texas sono legato per piu' d'una ragione... tecnologico-sentimentale. Innanzitutto fu proprio una Texas, all'inizio degli anni settanta, la mia prima calcolatrice elettronica (pesava forse mezzo chilo e faceva solo le quattro operazioni aritmetiche!). Si chiamava Datamat e rappresento', di certo, un'importante pietra miliareCopertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo nell'era digitale dei nostri giorni. Qualche anno piu' tardi, ormai in eta' di liceo, fu sempre Texas il computer sul quale feci le prime esperienze di programmazione. Era l'infernale SR-60, un "super computer" da ben 1 kilobyte di memoria centrale, display alfanumerico a LED, come memoria di massa utilizzava schedone magnetiche grandi come tre o quattro carte di credito messe in fila, e la velocita' del processore si misurava a quei tempi con le decine di kilohertz e nessuno osava pensare oltre.

Naturalmente fu Texas anche la mia prima calcolatrice scientifica (la TI-30, se non ricordo male), la mia prima calcolatrice programmabile (la TI-58, questa me la ricordo proprio bene), e il mio primo notebook MS-DOS (il TravelMate 2000, compatto e leggero proprio come un "vero" blocco notes).

Il portatile che mi accingo a provare in queste pagine si pone ai vertici dell'attuale gamma dei modelli multimediali di Texas Instruments. E' il TravelMate 6050, dotato di Pentium a 150 MHz, fratello maggiore del modello 6030 gia' provato due mesi fa sulle pagine di MCmicrocomputer. Come nella maggior parte dei notebook dell'ultima generazione, la modularita' del sistema e' spinta ai massimi livelli. Il lettore di CD-ROM si inserisce al posto della meccanica floppy disk, ma nella stessa predisposizione e' possibile inserire una seconda batteria ricaricabile (agli ioni di litio, come la principale), un secondo hard disk o... nulla se intendiamo portarci dietro meno peso possibile (risparmiando cosi' un paio d'etti abbondanti). In questo caso installeremo, semplicemente, un apposito "simulmodulo" che ha sola funzione estetico-riempitiva (!). Insomma, come potevamo attenderci da un colosso del portable computing qual e' Texas, ci troviamo davanti a un oggetto molto interessante, costruito senza ombra di dubbio con la migliore tecnologia oggi disponibile, molto curato sotto il profilo estetico e, come vedremo, anche sotto quello ergonomico. Buona lettura.

 

 Proprio un TravelMate!

 

Cosi' com'e' difficile non riconoscere al primo colpo d'occhio una nuova Mercedes, un Rolex o un TVcolor Sony, anche i portatili Texas sono caratterizzati da una precisa impronta che li differenzia "quel tanto che basta" dalla massa (enorme) dei notebook oggi in commercio. Un TravelMate e' un TravelMate, non si discute: la stessa Texas ha in catalogo una "serie" piu' economica (gli Extensa) che non fa parte della famiglia originaria... e si vede.

Il display a colori e' a matrice attiva, ha dimensioni di 12.1 pollici e, com'era logico attendersi, ha una visibilita' a dir poco eccellente lungo un ampio angolo di visuale. Poi, come in tutti gli schermi TFT, e' assolutamente privo di qualsiasi problema di uniformita' cromatica o di effetti "eco" di riga e di colonna che tanto assillano i piu' economici Dual Scan, specialmente quelli utilizzati dalle aziende meno blasonate.

Tra il display e la tastiera troviamo la consueta "sfilza" di spie luminose che segnalano altrettante funzionalita' del portatile: attivazione del disco rigido, modalita' standby, pressione dei tasti CapsLock, NumLock, ShiftLock, velocita' massima del processore (turbo). Altre spie le troviamo sulla batteria estraibile (segnalano lo stato di carica e l'energia residua) e vicino all'alloggiamento modulare. Quest'ultimo, giustamente, non permette sostituzioni ad apparecchio acceso: un dispositivo di blocco impedisce di effettuare l'operazione di cambio modulo quando il TravelMate e' in funzione.

Le grandi doti ergonomiche del portatile Texas si manifestano anche osservando attentamente la tastiera (se poi avrete la fortuna di utilizzarla vi accorgerete che tali considerazioni trovano poi un preciso riscontro anche nell'uso). I tasti funzione sono tutti disponibili in prima battuta e sono posizionati sulla prima fila in alto. Su questi, alcune serigrafie in blu evidenziano la possibilita' di accedere a funzionalita' aggiuntive tramite la pressione del consueto tasto Fn. Possiamo, ad esempio, salvare su disco l'intero stato della macchina per spegnerla "al volo" e ritrovarci esattamente nello stesso punto alla successiva (nonche' immediata) riaccensione. Analogamente possiamo attivare lo stato di Suspend e quello di Attesa: nel primo caso la sospensione riguarda sia il disco rigido che la retroilluminazione dello schermo, nel secondo solo quest'ultima. Da entrambe le modalita' si "riemerge" premendo il tasto di Shift. Tutti i tasti di controllo cursore sono concentrati in un tastierino localizzato in basso (urrah!), accanto alla barra spaziatrice, e non sulla fila estrema di destra (come avviene in altri casi) dove possono rendere difficile l'accesso ai piu' gettonati Enter, Shift destro o BackSpace. Anche tra i tasti di controllo cursore troviamo comandi di funzionalita' della macchina serigrafati in blu  e accessibili per mezzo del solito tasto Fn: possiamo, ad esempio, aumentare o diminuire la luminosita' del display o il volume audio o disattivare "al volo" quest'ultimo con la funzione "Mute".

La barra spaziatrice e' di dimensioni piu' che accettabili e ai lati di questa troviamo i tasti Alt/AltGr e quelli dedicati a Windows 95 e alle sue applicazioni. Al centro della tastiera, tra le lettere G, H e B, come dispositivo di puntamento e' presente il TrackPoint di ideazione IBM: un piccolo joystick che comanda lo spostamento del puntatore mouse sullo schermo: peccato solo che non sia sensibile alla pressione verticale, come avviene per alcune trackpad (sebbene nel loro caso si tratti piu' di un artificio software che di una vera e propria caratteristica hardware), in modo da recepire anche il click o il doppio click. I tasti destro e sinistro del mouse sono posizionati al centro della zona antistante la tastiera, facilmente raggiungibili anche coi pollici senza allontanare le altre dita da questa. A destra e a sinistra e' presente una coppia di altoparlanti stereo: dietro alla griglia di destra e' inserito anche il microfono interno.

La sezione audio offre le sue porte sul lato destro del portatile: li' troviamo un ingresso per il microfono esterno, un ingresso di linea e un'uscita per cuffia e/o casse amplificate esterne (o qualsiasi altro dispositivo in grado di accettare un segnale audio, dagli amplificatori ai dispositivi di registrazione). Poco sopra a queste e' presente la porta a raggi infrarossi per lo scambio file senza fili - sembra un gioco di parole - con altri dispositivi dotati di medesima interfaccia.

Sul lato opposto del TravelMate troviamo l'alloggiamento PCMCIA di tipo III (utilizzabile, come sempre, anche per due schede di tipo I o II), l'interruttore di accensione e la presa per il minuscolo alimentatore esterno (e' talmente tanto piccolo che c'e' da chiedersi come mai non l'abbiano integrato all'interno del portatile!), una porta PS/2 per il collegamento di un eventuale mouse o tastiera esterna. Sempre sui due lati del notebook troviamo i pulsanti di sblocco per la batteria principale e per l'alloggiamento modulare nel quale, come detto, e' possibile installare diversi dispositivi (ovviamente l'installazione e' mutuamente esclusiva).

Sul retro troviamo le rimanenti connessioni per il mondo esterno: la porta parallela, una seriale, l'uscita video SVGA e il connettore per le docking station opzionali. Tutte le porte sono protette da un unico sportello "caricato a molla" la cui apertura e' comandata dalla pressione di un pulsante di rilascio posizionato posteriormente. Praticamente... uno sportello a serramanico: una soluzione valida sotto il profilo estetico e, apparentemente, anche robusta ed affidabile. Come i portatili Texas (ma guarda un po'...).

 

Start!

 

I notebook della linea TravelMate 6000 escono dalla fabbrica sia con Windows 95 che con Windows for Workgroup preinstallati. L'utente, alla prima accensione, deve terminare l'installazione scegliendo, una volta per tutte, il sistema operativo che intende utilizzare. In altre parole con la macchina e' fornita una licenza per uno solo dei due sistemi: se l'utente, successivamente, intende cambiare piattaforma dovra' necessariamente acquistare il pacchetto precedentemente scartato e provvedere conseguentemente alla sua sostituzione. Inoltre, conclusa questa delicata fase (all'utente sono poste semplicemente alcune domande finali, tra cui il numero di serie del "Certificato di autenticita'" allegato) esiste la possibilita' di produrre i dischi di backup del sistema selezionato per ogni, successiva, evenienza: sono sufficienti da 20 a 40 dischi floppy e tanta, tanta pazienza. Tutti i file non utilizzati dal sistema operativo selezionato sono contestualmente cancellati d'ufficio per liberare spazio sull'hard disk.

Riavviato il computer parte un programma demo multimediale che illustra alcune funzionalita' della macchina tra cui le caratteristiche tecniche e le modalita' di utilizzo della stessa, gli accessori disponibili, il software precaricato sull'hard disk e alcune informazioni per usufruire del supporto tecnico e del programma di manutenzione (cambio dell'olio, candele, controllo pneumatici, gas di scarico, fari, rumorosita... le solite cose).

Il demo viene eseguito automaticamente solo la prima volta e rimosso dalla cartella Avvio al suo termine. Per lanciarlo nuovamente sara' sufficiente richiamarlo dal menu TravelMate Notebook Center presente in "Avvio". Se non ci e' piaciuto o se ci e' piaciuto ma reputiamo piu' interessante lo spazio sull'hard disk, sempre dal medesimo menu possiamo selezionare Disinstalla Demo: non sono ammessi ripensamenti.

 

L'espandibilita'

 

Come dicevo nell'introduzione, i notebook della serie TravelMate sono particolarmente modulari e facilmente espandibili. Sulla documentazione fornita con la macchina sono spiegati molto dettagliatamente tutti i passaggi necessari all'installazione di praticamente qualsiasi dispositivo accessorio. Oltre al "manualetto" cartaceo e' presente una ricca documentazione "online" ipertestuale, sotto forma di piu' file HTML tra loro collegati, consultabili ad esempio con l'accluso Microsoft Internet Explorer. A fronte di una modesta occupazione di spazio su hard disk, la documentazione in linea offre l'indiscutibile vantaggio di essere sempre presente, di non pesare durante il trasporto, di contribuire alla salvaguardia delle risorse naturali (meno carta consumiamo piu' piante salviamo) e di fornire una piu' immediata reperibilita' delle informazioni cercate grazie ai collegamenti ipertestuali.

Il primo argomento trattato riguardo l'espandibilita' della macchina e', giustamente, quello della memoria centrale. Nonostante l'operazione di upgrade sia, comunque, piuttosto delicata, e' spiegato all'utente come procedere passo dopo passo. La prima raccomandazione riguarda l'elettricita' elettrostatica: se non disponiamo di un braccialetto conduttore con messa a terra e' quantomeno consigliabile mettersi seduti (meno ci muoviamo meno ci carichiamo) e toccare preventivamente un altro apparecchio metallico collegato a terra. Per installare i moduli di memoria, dopo aver scollegato ogni fonte di alimentazione (batteria e adattatore di rete) e' sufficiente sollevare la tastiera facendo leva con un cacciavite a taglio e rimuovere il coperchietto sottostante. Li' troveremo tre slot di espansione: il primo accetta solo un modulo da 8 megabyte, gli altri due anche tagli maggiori fino a 32. L'espandibilita' massima e' pari a 72 megabyte (8+32+32): non male!

Nell'alloggiamento PCMCIA e' possibile installare qualsiasi scheda secondo questo standard, del tipo I, II o III. Texas Instruments fornisce a richiesta un fax/modem vivavoce che permette anche l'utilizzo telefonico del portatile (tramite microfono e altoparlanti integrati), la versione cellulare dello stesso, un adattatore di rete TokenRing e uno Ethernet (quest'ultimo con connessione 10base T), un'interessante scheda di riproduzione video full motion MPEG installabile nello slot PCMCIA inferiore Zoomed-compatibile.

Tra gli accessori installabili esternamente, oltre a monitor, tastiera, mouse, stampante, troviamo ben tre docking station (DockMate, DockMate Plus, DockMate NetReady) di cui parleremo tra breve e un cavo di collegamento per utilizzare l'unita' floppy disk quando e' installato un altro accessorio nell'alloggiamento modulare anteriore.

Le docking station offrono, come vantaggio principale, la possibilita' di collegare e scollegare tutti i dispositivi esterni (stampante, monitor, tastiera, mouse, ecc.) con un solo gesto e senza agire singolarmente sui vari connettori: si tratta, in pratica, di un "replicatore di porte". Il modello DockMate e' la versione base e si limita solo a quest'aspetto (gia' di per se' tutt'altro che trascurabile). La versione Plus offre in piu' un'interfaccia SCSI II, l'alloggiamento per una scheda opzionale PCI di tipo corto, integra un'ulteriore coppia di altoparlanti stereo e ripropone anche ingressi e uscite audio. Infine, la DockMate Net Ready include una connessione di rete Ethernet ThunderLAN ed e', ovviamente, la piu' indicata per gli utenti di rete.

 

In conclusione

 

Il TravelMate 6050 e' una macchina ben fatta, ricca di ogni bendiddio, valida sia sotto il profilo tecnologico che ergonomico, ma ha un solo difetto: il prezzo di vendita. E' vero che la "qualita' si paga" (ben diverso sarebbero state le conclusioni se ad un prezzo elevato non fossero corrisposte elevate capacita') ma oggi per spendere piu' di undici milioni (oltre l'IVA, praticamente come una piccola utilitaria) per un notebook bisogna proprio essere motivati. Se infatti pensiamo che con un quinto del prezzo ci portiamo a casa (ma poi li' lo lasciamo) un computer fisso di pari capacita' qualche perplessita e' logico che traspaia.

E qui esistono due vie d'uscita: o tali motivazioni, in fondo in fondo, sono piu' facili da trovare di quanto sembri o lo "street price" (il prezzo reale di acquisto in negozio, usufruendo ad esempio di speciali promozioni di tanto in tanto presenti) e' ben diverso.

Una cosa e' certa: se Texas ha fissato un prezzo di questo tipo, vuol dire che qualcuno e' disposto a pagarlo. Altrimenti ne venderebbero ben pochi, mentre come macchina merita proprio di andare a ruba. Garantito.  


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