Articolo pubblicato sul n. 128 di MCmicrocomputer (Edizioni Technimedia Srl - Roma) nell'aprile 1993

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Intel Pentium

di Andrea de Prisco

Pentium, ergo elaboro. Anche se la "t", a quanto pare rimane "t" e non "z" alla latina. A quanto pare ce l'abbiamo proprio fatta. E' finalmente disponibile, anche se in quantita' ridotte nei primi mesi, il nuovo processore Intel di quinta generazione. Si sarebbe dovuto chiamare 586 (o, magari, "cinqueottosei", come ha fatto la Fiat con la sua ultima nata) seguendo la scia dei precedenti 286, 386, 486, maCopertina del numero di MCmicrocomputer contenente l'articolo il suo nome e' invece Pentium. Il motivo e' stranoto. Dal momento che non si possono registrare nomi soltanto "numerici", per evitare che tra qualche tempo uscisse un processore simile a questo con lo stesso nome prodotto da concorrenti Intel, si e' preferito utilizzare un identificativo alfabetico. Sul chip non appare alcuna sigla, di chiama Pentium e basta. Cio' significa che non vedremo mai un chip AMD o Texas marchiato Pentium essendo quest'ultimo un marchio registrato. Non so quanto l'operazione sia azzeccata, primo perche' 586 identifica molto meglio l'oggetto (processore di quinta generazione compatibile con la famiglia xx86) e l'utenza e' ben abituata a misurare la potenza di un computer dal numeretto che precede la coppia 86, secondo sono disposto a scommettere che presto 586 si chiameranno i corrispondenti chip AMD e Texas del Pentium della Intel. Magari con slogan del tipo: "Il 586 che tanto aspettavate e' ora arrivato".

Torniamo al presente e al nuovo Pentium. Integra al suo interno la bellezza di 3.100.000 transistor che implementano un'unita' intera molto sofisticata, un'unita' in virgola mobile, 8KB di cache dati e 8KB di cache programma.

Disponibile inizialmente con frequenze di clock di 60 e 66 MHz, il nuovo processore e' capace di ben 112 mips. Un rapido calcolo mentale per accorgersi che i mips sono piu' dei MHz che significa che il Pentium riesce anche ad eseguire due operazioni nello stesso ciclo di clock. Questo grazie all'architettura superscalare del chip dovuta all'utilizzazione di una doppia pipeline interna che possono lavorare in parallelo spartendosi le istruzioni da eseguire. Per quanto riguarda l'unita' floating point, anche questa e' stata completamente ridisegnata permettendo, pur utilizzando una sola pipeline, prestazioni da 5 a 10 volte superiori a quelle dell'unita FP del "vecchio" 486.

Tra le tecniche avanzate utilizzate nello sviluppo del nuovo Pentium troviamo un meccanismo di branch prediction che permette di calcolare l'indirizzo di salto prima ancora che venga terminata l'esecuzione dell'istruzione di salto condizionato, l'utilizzo di bus interni da 256 bit, e memorie cache con funzionamento write back e meccanismo di congruenza con la memoria principale secondo il protocollo MESI riguardante il funzionamento di sistemo multiprocessori basati su Pentium. Pur trattandosi di un processore a 32 bit (a livello di registri interni) Il bus dati esterno e' a 64 bit, permettendo quindi di trasferire ben 8 byte in un solo ciclo di clock, con un troughputh di ben 528 MByte al secondo. Esistera' poi una versione ridotta con bus dati a 32 bit del Pentium con piedinatura compatibile a quella dello zoccolo OverDrive disponibile in molti 486 dell'ultima generazione.


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